A Bolzano solo i cavilli burocratici per frenare l’entusiasmo dei cittadini

I cittadini e le cittadine della provincia di Bolzano hanno sete di democrazia. 18.000 fra sudtirolesi, italiani e ladini hanno sottoscritto la richiesta di referendum confermativo al fine di abrogare la legge (anti) democrazia diretta della SVP. Simultaneamente, e per l’ennesima volta, hanno presentato una proposta di legge di iniziativa popolare per garantire una vera partecipazione civica. I cittadini hanno manifestato con estremo vigore il loro desiderio di riforma raccogliendo più del doppio delle firme necessarie rispettando il termine previsto dei 3 mesi. Le istituzioni anziché prenderne atto disprezzano l’essenza dei valori democratici tirando in ballo vizi di forma e cavilli burocratici.

Il cammino di Initiative für mehr Demokratie, non solo è lungo vent’anni, ma è parallelo a quello di altri processi democratici in dirittura d’arrivo in altri paesi europei. In Olanda, dopo la controversa bocciatura nel 1999 per il voto di un singolo senatore, la legge d’istituzione del referendum facoltativo sarà approvata dal Senato nei prossimi mesi. In Germania l’84 per cento dei cittadini è a favore dell’introduzione dei referendum e l’attesa dell’estensione a livello federale dei diritti referendari già presenti in alcuni Länder è notevole. Infine, la Convenzione Costituzionale irlandese ha già votato a larghissima maggioranza per l’introduzione dell’iniziativa popolare a livello nazionale (da noi nota come referendum propositivo).

Viste anche queste premesse, la valutazione negativa sulla procedibilità della richiesta di referendum espressa dalla commissione per i procedimenti referendari presieduta dalla dott.ssa Margit Falk-Ebner stride per la sua astrusità. La motivazione adottata dalla commissione – “sui fogli sciolti non risulta apposto alcun timbro di congiunzione” – è una presa in giro nei confronti dei cittadini. Sono stati messi in dubbio sia il ruolo dei funzionari pubblici degli uffici comunali, presso i quali sono stati raccolte ben 8000 firme, sia la consapevolezza e la volontà dei cittadini di firmare. E’ una situazione indescrivibilmente assurda.

I cittadini a 5 Stelle hanno appoggiato l’iniziativa per più democrazia e continueranno a farlo. Dichiaro pertanto il mio disappunto in merito alla valutazione dal sapore medievale e il pieno sostegno al comitato promotore. Vorrei però sottolineare l’aspetto significativo di questa vicenda. La reazione scomposta del gruppo di potere locale, in questo caso rappresentato del giudice presso il Tribunale Amministrativo Regionale Margit Falk-Ebner, è il segnale che siamo sulla buona strada. Ai signorotti feudali stanno tremando le gambe.

Per tutto ciò, i portavoce a 5 Stelle in Parlamento si impegnano fin d’ora a lavorare su una normativa che semplifichi la procedura di raccolta delle firme. La legge che attualmente regola l’autenticazione e la validazione delle firme è obsoleta. Nel XXI secolo i cittadini devono poter raccogliere liberamente le firme per promuovere referendum ed iniziative popolari sia per strada che tramite internet senza dover lottare contro la burocrazia e gli immancabili azzeccagarbugli. La partecipazione è il pilastro della democrazia e dobbiamo favorirla in tutti i modi. Solo partecipando e prendendo in mano il loro futuro i cittadini possono tornare… a riveder le stelle.

di Riccardo Fraccaro