Agli «Amici della miniera» 37 mila euro in 7 anni dal Trentino Alto Adige per organizzare eventi in Lombardia


Tempo fa è arrivata la risposta alla nostra interrogazione sull’associazione «Amici della Miniera».

Chiedevamo lumi sui contributi ricevuti da questo sodalizio, formalmente con sede in Trentino ma in realtà attivo praticamente solo in Lombardia.

A tal proposito è interessante notare come i finanziamenti in materia di integrazione europea e di attività di particolare interesse regionale, cui si fa riferimento in questa vicenda, abbiano visto bocciare ben 58 delle 129 domande pervenute, e ciò proprio perché considerate di scarso interesse regionale.

Altro particolare a nostro avviso rilevante è la ristrettezza dei termini entro i quali era possibile presentare le richieste: nel 2015 solo 11 giorni, dal 19 al 30 novembre. Poco tempo per costruire progetti soddisfacenti, ma a quanto pare l’associazione «Amici della Miniera» è ben preparata, perché non solo l’anno scorso è riuscita ad ottenere un finanziamento di 5mila e 500 euro ma a quanto abbiamo scoperto, se si assommano i contributi ricevuti dalla Regione negli ultimi 7 anni tale cifra sale a 37 mila euro tondi, concessi sistematicamente per lo stesso evento che si tiene ad Anfo in Provincia di Brescia.

Sì perché la stranezza maggiore (se vogliamo chiamarla così) di questa vicenda sta nel fatto che l’associazione «Amici della Miniera» ha sede formalmente in Trentino (precisamente a Darzo, al civico che pare corrisponda all’abitazione di un militante storico del PATT) ma non risulta particolarmente attiva da noi, svolgendo il grosso delle proprie attività in Provincia di Brescia, anche se è difficile quantificare queste ultime, dato che a quanto ne sappiamo non esiste una documentazione precisa a riguardo. In compenso ci sono però numerose testimonianze del rapporto di consolidata amicizia che lega gli «Amici della Miniera» al partito che esprime l’attuale il Presidente della Provincia.

Per chi se lo stesse domandando chiariamo che non ce l’abbiamo particolarmente con gli «Amici della Miniera».

La questione non è legata tanto e solo a questa specifica associazione quanto piuttosto al meccanismo che si prefigura osservando attentamente i fatti.

Quelle elencate sopra sono tutte casualità?

O si tratta solo dell’ennesima dimostrazione di un sistema autoreferenziale che va avanti sempre uguale a se stesso, incurante della situazione economica generale?

Formalmente la posizione degli «Amici della miniera» potrà pure stare in piedi, e con essa moltissime altre, piccole e grandi. Resta il fatto che di soldi ce n’è sempre meno e la gente comune è sempre più stufa. Per quanto ancora si potrà continuare a tirare impunemente la corda?

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle