Ancora troppe ombre sulla ciclabile del Chiese

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«La risposta dell’Assessore Gilmozzi riguardo alla nostra interrogazione (2204/XV del 15 otto 2015 – integrale a piè di pagina) riguardo alla ciclabile delle Giudicarie lascia aperti molti dubbi. Se da un lato si è lesti a segnalare l’investimento di oltre 7 milioni di euro per il completamento dei collegamenti ciclopedonali delle Giudicarie dall’altro ci si dimentica di dire che in origine tale cifra superava i 12 milioni ma che essa è stata recentemente decurtata dalla Comunità di Valle che ha sottratto risorse alle ciclabili per favorire la viabilità tradizionale. Inoltre la durata dell’accordo “di 5 anni rinnovabile”, lungi dal rassicurare, fa scorrere un brivido lungo la schiena di chiunque abbia presente la celerità di certi interventi. Per dirla altrimenti, prefigura il rischio concreto che come al solito si paghino i progettisti, tanto per le opere ci sarà sempre tempo. Molto preoccupante anche il discorso riguardo al tratto di ciclabile di Pieve di Bono che dovrebbe essere realizzato contestualmente alla variante stradale prevista per il medesimo Comune, che, lo ricordiamo, è ferma da anni. Adesso si dice che i lavori “partiranno presumibilmente nei primi mesi del 2016” il che equivale ad ammettere che non si sa esattamente quando ciò avverrà, figurarsi quindi se si può pensare di avere una data per la realizzazione del tratto di ciclabile!

Anche la seconda parte della risposta dell’Assessore risulta insoddisfacente. Secondo la storia che ci vuole raccontare non si sono previsti collegamenti ciclabili con la Lombardia e il Lago d’Idro perché i Comuni confinanti non li hanno chiesti. In pratica ci si vuole dare ad intendere che il Trentino non avrebbe voce in capitolo su quali opere realizzare con i soldi dell’ex fondo ODI. Lasciamo all’intelligenza di chi legge la facoltà di crederci o meno. Quello che sottolineiamo è che mentre sul Garda si ritiene strategico procedere alla realizzazione di un percorso ciclopedonale complessivo, evidentemente comprendendo come questo possa fungere da volano per lo sviluppo turistico, in Valle del Chiese si preferisce investire sulla viabilità ordinaria per facilitare l’accesso dei turisti in macchina a località come Campiglio piuttosto di valorizzare anche il resto delle Giudicarie».

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle

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INTERROGAZIONE N. 2204/XV A RISPOSTA SCRITTA – 15 ott ’15
Collegamenti ciclopedonali fra i centri abitati della Valle del Chiese e fra la Valle del Chiese, lago d’Idro, Bagolino e Valle Sabbia

Tramite l’accordo approvato dalla Comunità delle Giudicarie con deliberazione n.37 del 9 novembre 2013 e dalla Giunta provinciale con deliberazione n.11 del 17 gennaio 2014 è stato integrato il programma quadro “Criteri e indirizzi generali per la formazione del piano territoriale di Comunità”.

Tra le criticità sulla mobilità e viabilità del territorio della Comunità delle Giudicarie, il documento approvato evidenzia l’incompletezza della rete delle piste ciclabili e in particolare dei collegamenti tra Chiese e Rendena, l’assenza di connessioni tra Chiese e Lombardia e la mancanza di piste ciclopedonali nella zona delle Giudicarie Esteriori, sia per il collegamento fra i vari centri abitati e sia per la connessione con gli altri territori della Comunità della zona del lago di Garda.

L’intento esplicitato nell’accordo programmatico è quello di realizzare una completa infrastrutturazione del territorio sul piano della mobilità alternativa di tipo dolce, nell’ottica di offrire nuove opportunità anche per i residenti, non solo in termini di spostamento e quindi di miglioramento della qualità della vita nei paesi ma anche di lavoro per il sistema economico locale. Tale opportunità, secondo il documento, dovrebbe realizzarsi sia nella fase realizzativa che a regime, stimolando nuove iniziative imprenditoriali legate al cicloturismo e più in generale la possibilità di aumentare i flussi turistici. Il piano della mobilità e della viabilità realizzato con il coinvolgimento dei comuni giudicariesi, della Comunità di Valle delle Giudicarie e della Provincia, al fine di rimediare a tali criticità, incoraggia e sostiene un sistema di mobilità che privilegi la bicicletta ed altre forme di trasporto in alternativa all’uso dell’automobile. Prevede inoltre di ampliare i tracciati ciclabili di collegamento tra le quattro aree delle Giudicarie e di individuare le bretelle di avvicinamento dai centri abitati alla pista principale.

Per favorire lo sviluppo della mobilità alternativa della Valle del Chiese, nel documento redatto dalla Comunità di Valle delle Giudicarie dal titolo “Opere ed interventi per il completamento della rete delle piste ciclo-pedonali di rilevanza comunitaria” e datato 16 settembre 2014, è stato programmato il completamento del tracciato ciclopedonale per il quale sono state esaminate tutte le seguenti tratte mancanti o da sistemare:

– il completamento della pista ciclopedonale tra Cimego a Condino;

– il collegamento tra campo sportivo di Condino e Bicigrill;

– il completamento e l’asfaltatura della pista ciclabile esistente con l’inserimento di una corsia sterrata per i pedoni tra il Bicigrill di Condino e l’abitato di Storo;

– la realizzazione della pista ciclabile fra il campo sportivo di Storo e quello di Darzo;

– il completamento della pista ciclabile nei pressi del nuovo ponte agricolo che sarà realizzato dal Consorzio di Miglioramento Fondiario di Darzo e Lodrone i cui lavori prevedono la realizzazione dei raccordi fra la pista ciclabile esistente e il nuovo sottopasso al ponte agricolo;

– il completamento della pista ciclabile dall’abitato di Baitoni fino al campeggio in riva al lago d’Idro.

Nel documento della Comunità di Valle sopra citato non è però menzionato alcun intervento di collegamento ciclopedonale tra la Valle del Chiese, il lago d’Idro, Bagolino e la Valle Sabbia, sebbene nell’accordo siglato nel gennaio del 2015 si affermasse esplicitamente la ferma convinzione che la definitiva concretizzazione del progetto potesse rappresentare un sistema di percorsi ciclopedonali di rilevanza primaria tale da attrarre potenzialmente quote significative del movimento ciclo-turistico nazionale ed internazionale. Quest’ultimo mostra un trend in rapida crescita, con utenti che scelgono preferibilmente, come metà di visita e vacanza, proprio ambiti con adeguate infrastrutture dedicate alla mobilità ciclopedonale e con buona connessione con i territori circostanti.

Assicurare un passaggio dal lago d’Idro con un collegamento ciclopedonale, almeno sulla la sponda orografica destra, garantirebbe delle ricadute importanti in termini di afflusso turistico anche verso il Trentino ma tale esigenza non è tenuta in considerazione.

La mancanza di un progetto di collegamento ciclopedonale fra Trentino e Lombardia risulta ancora più incomprensibile se si considerano le decine di milioni di euro dei fondi “Odi” a favore dei comuni di confine della Lombardia per costruire nuove opere di stradali nella regione limitrofa. A fronte della mancanza di stanziamenti per la mobilità ciclopedonale interregionale, si evidenziano anche 3,7 milioni di euro per la costruzione di un nuovo ponte sulla SS 237 del Caffaro sul fiume omonimo, 27,5 milioni di euro circa per la costruzione del nuovo tratto viario della SS 237 tra Vestone Nord e Idro in Valle Sabbia, 33 milioni di euro per la costruzione del tunnel che collegherà Magasa e Valvestino con il Trentino (di cui 19 milioni dal fondo per lo sviluppo dei comuni di confine e 14 milioni stanziati direttamente dalla Provincia di Trento per la porzione di infrastruttura che ricade sul proprio territorio).

Quindi sembra ormai delineato uno scenario in cui le nuove infrastrutture viarie trasformeranno definitivamente la Valle del Chiese in un mero corridoio di passaggio per raggiungere le mete turistiche del Garda e delle Dolomiti del Brenta sacrificando pertanto le potenzialità turistiche della Valle del Chiese e soffocando le speranze per uno sviluppo locale alternativo e di complemento alle attività industriali in costante declino.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

  1. lo stato dei lavori per il completamento dei collegamenti ciclopedonali della Valle del Chiese e i termini per la consegna delle opere,

  2. quali siano le azioni promosse dalla Provincia Autonoma di Trento nell’ambito dell’impiego dei fondi “Odi” a favore di comuni confinanti per favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile e per la realizzazione di un collegamento ciclopedonale interregionale tra la Valle del Chiese, il Lago d’Idro, Bagolino e la Valle Sabbia.

    RISPOSTA ASS. Mauro Gilmozzi – 19 gen 2016

    Punto 1.

    Il completamento dei collegamenti ciclopedonali in Valle del Chiese è pianificato secondo due linee di intervento.

    Una prima linea d’azione, prevede la realizzazione di parte del percorso all’altezza dell’abitato di Pieve di Bono contestualmente all’esecuzione dei lavori della variante stradale, che partiranno presumibilmente nei primi mesi del 2016.

    La seconda linea d’azione è contenuta nell’“Accordo di programma per il completamento della Rete delle Piste ciclopedonali delle Giudicarie” firmato tra la Provincia Autonoma di Trento, la Comunità delle Giudicarie, il BIM del Sarca e il BIM del Chiese.

    Tale accordo prevede investimenti per circa € 7.730.000 nella Valle del Chiese per il completamento dei collegamenti ciclopedonali ivi presenti. La durata dell’Accordo è di 5 anni rinnovabile. Allo stato attuale vi è uno studio preliminare dei percorsi approvati con l’Accordo cui seguiranno, secondo le indicazioni contenute nel medesimo, le progettazioni e quindi l’esecuzione dei vari interventi.

    Punto 2.

    Come da intesa sottoscritta nell’autunno del 2014, la Provincia autonoma di Trento fa parte del Comitato Paritetico del Fondo Comuni di Confine (ex Fondo ODI). In seno al Comitato la Provincia autonoma di Trento ha promosso e sensibilizzato la definizione di progettualità ed interventi che siano di sistema e di messa in rete dei territori, tra cui rientrano anche le piste ciclabili.

    Con riferimento a questo Fondo, l’attuazione delle politiche o interventi puntuali dipende dalla progettualità che annualmente i Comuni confinanti del Veneto e della Lombardia presenteranno. A ciò si potranno aggiungere o affiancare i progetti di cosiddetta “Area Vasta” che il Comitato Paritetico riterrà prioritari.

    Allo stato attuale non vi sono azioni da parte della PAT nell’ambito dell’impiego dei fondi “Odi” relativamente a quanto indicato nel quesito dell’interrogazione.

    Gli unici fondi ODI utilizzati in materia di ciclopedonali riguardano la “Ciclopista del Garda” nel Comune di Limone del Garda per € 7.640.480,00 e nei Comuni di Malcesine e Brenzone per € 17.354.200,00.

    Distinti saluti.
    – Mauro Gilmozzi 

INTERROGAZIONE N. 3023/XV del 27 apr 2016
Pubblicazione sul sito istituzionale della Comunità delle Giudicarie degli atti relativi alla realizzazione dei nuovi tratti di rete ciclopedonale

Premesso che

il 19 gennaio 2016 nella risposta all’interrogazione 2204/XV avente ad oggetto: “Collegamenti ciclopedonali fra i centri abitati della Valle del Chiese e fra la Valle del Chiese, lago d’Idro, Bagolino e Valle Sabbia” si afferma che il completamento dei collegamenti ciclopedonali in Valle del Chiese è pianificato secondo due linee di intervento. Una prima linea d’azione, prevede la realizzazione di parte del percorso all’altezza dell’abitato di Pieve di Bono contestualmente all’esecuzione dei lavori della variante stradale, che partiranno presumibilmente nei primi mesi del 2016. La seconda linea d’azione è contenuta nell’” Accordo di programma per il completamento della Rete delle Piste ciclopedonali delle Giudicarie” firmato tra la Provincia Autonoma di Trento, la Comunità delle Giudicarie, il BIM del Sarca e il BIM del Chiese. Tale accordo prevede investimenti per circa € 7.730.000 nella Valle del Chiese per il completamento dei collegamenti ciclopedonali ivi presenti. La durata dell’Accordo è di 5 anni, rinnovabile. Allo stato attuale vi è uno studio preliminare dei percorsi approvati con l’Accordo cui seguiranno, secondo le indicazioni contenute nel medesimo, le progettazioni e quindi l’esecuzione dei vari interventi;

nel mese di gennaio sulla stampa locale è stato pubblicato un articolo (“Nuove ciclabili: appaltati i progetti” L’Adige, 8 gennaio di G.B.) con la lista di una serie di incarichi di progettazione assegnati in ordine alla realizzazione dei tratti incompiuti della rete delle ciclabili delle Giudicarie. Gli incarichi prevedrebbero la progettazione di: segnaletica generale; n.4 lotti del tratto Tione-Bolbeno; n.2 lotti Preore-Zuclo; n.2 lotti Pinzolo-Carisolo; lotto unico Ches-Fisto; lotto multiplo Cimego-Condino; n.2 lotti Condino-Storo; n.3 lotti Javrè-Darè; e n.2 lotti Storo-Darzo;

nonostante le disposizione del D.lgs 33/2013 e della L.R. 10/2014 in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni, nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale della Comunità delle Giudicarie non sono disponibili le informazioni relative all’assegnazione dei suddetti incarichi. Inoltre, nella sezione “News” del medesimo sito non è riportata alcuna notizia in riferimento a tali incarichi e nemmeno in relazione agli sviluppi e agli eventuali esiti finali.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

  1. se ritenga opportuno intervenire per garantire la pubblicazione degli atti relativi all’assegnazione degli incarichi di progettazione nelle apposite sezioni del sito internet istituzionale ai sensi del D.lgs 33/2013 e della L.R. 10/2014;

  2. gli esiti della progettazione, il documento di programmazione e le informazioni relative ai tempi di realizzazione delle opere per il completamento della rete delle ciclabili delle Giudicarie già progettate o in via di progettazione;

RISPOSTA ASS. Mauro Gilmozzi – 27 aprile 2016

Punto 1.

Il dispositivo normativo cui la Provincia è tenuta a far riferimento in materia di trasparenza è la Legge Provinciale 4/2014 “Disposizioni riguardanti gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni e modificazione della legge provinciale 28 marzo 2013, n. 5”, che all’art. 1 comma 1 “… disciplina gli obblighi di trasparenza concernenti l’organizzazione e l’attività della Provincia, delle sue agenzie e dei suoi enti strumentali pubblici e privati previsti dall’articolo 33 della legge provinciale 3 giugno 2006, n. 3 (Norme in materia di governo dell’autonomia del Trentino), e le modalità per la loro realizzazione, nel rispetto delle attribuzioni derivanti dallo Statuto speciale e in armonia con i principi stabiliti dalla legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione).”

Tale Legge all’art 2, comma 4) dispone che “Gli incarichi per l’esecuzione di lavori pubblici sono resi pubblici ai sensi dell’articolo 10 della legge provinciale 10 settembre 1993, n. 26 (legge provinciale sui lavori pubblici 1993). Per gli incarichi sono indicati l’oggetto e la durata dell’incarico, il soggetto incaricato e il suo curriculum vitae, i dati relativi allo svolgimento di incarichi, la titolarità di cariche in enti di diritto privato regolati o finanziati dalla pubblica amministrazione, lo svolgimento di attività professionali, gli estremi del provvedimento di affidamento, i corrispettivi previsti ed erogati.”, definendo pertanto gli obblighi della Provincia in materia di pubblicazione degli incarichi, ma non quelli di Comuni e Comunità.

Restano invece in capo alla Provincia, gli obblighi derivanti dall’art. 4bis della LP 10/2012, il quale prevede al comma 1: “1. Alle finalità di trasparenza dell’articolo 1, comma 32, della legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione) provvede la Provincia mediante l’osservatorio contratti pubblici e prezziario provinciale. La Provincia cura gli adempimenti ivi previsti, compresa la pubblicazione e le comunicazioni all’autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, anche per conto: a) degli enti strumentali previsti dall’articolo 33 della legge provinciale n. 3 del 2006; b) dei comuni e delle comunità;….” Al successivo comma 3, la Legge prevede che “3. Con deliberazione della Giunta provinciale, d’intesa con il Consiglio delle autonomie locali, sono stabilite le modalità operative per l’applicazione di quest’articolo”; la delibera di riferimento è la n. 1757/2014.

La stazione appaltante, una volta richiesto il codice CIG, provvede a compilare, nel sistema informativo dell’Osservatorio provinciale, gli appositi campi richiesti dall’articolo 1, comma 32, della legge 6 novembre 2012, n. 190; tali informazioni sono automaticamente pubblicati sul sito “Amministrazione provinciale” della Provincia.

Nel caso in questione, in qualità di stazione appaltante, è la Comunità di Valle che procede all’affidamento degli incarichi di competenza ai sensi dell’ “Accordo di Programma Approvazione finalizzato alla realizzazione, in forma integrata, della rete ciclopedonale della Comunità delle Giudicarie ai sensi dei commi 9 e 10 dell’art. 8 della L.P. 16 giugno 2006 n. 3 – “Norme in materia di governo dell’autonomia del Trentino””, restando in capo alla Provincia gli adempimenti previsti per il tramite dell’Osservatorio secondo le citate norme.

Punto 2.

Il citato Accordo di Programma, prevede il completamento dei collegamenti ciclopedonali nella Comunità delle Giudicarie e in particolare nella Valle del Chiese con interventi sia a carico della Comunità sia a carico della Provincia.

In particolare l’art. 1 Finalità dell’Accordo di Programma al comma 2, prevede, in materia di programmazione degli interventi che “1.2. In particolare con il presente Accordo le parti dichiarano di voler realizzare, nei modi e nei tempi che saranno via via decisi, rispettivamente, dalla Comunità di Valle e dalla Provincia Autonoma di Trento per i tratti di rispettiva competenza – in entrambi i casi previo parere dell’Organo di consultazione di cui all’articolo 6 – tutti i percorsi inclusi nelle rispettive Tabelle finali di cui all’ “Allegato Tecnico Estimativo – Rete delle Piste Ciclo-pedonali delle Giudicarie”, costituente l’Allegato parte essenziale del presente Accordo.”

Pertanto, in attuazione al citato dispositivo dell’Accordo, di volta in volta, gli esiti in materia di progettazione ed esecuzione degli interventi, con i relativi tempi di attuazione, saranno indicati nei relativi provvedimenti autorizzativi, senza ulteriori specificazioni.

Per quanto riguarda gli elementi di competenza PAT, richiamando quanto già evidenziato nella risposta all’interrogazione n. 2204 si ribadisce che per quanto riguarda la realizzazione di un tratto di percorso pedonale all’altezza dell’abitato di Pieve di Bono, si procederà contestualmente all’esecuzione dei lavori della variante stradale che entreranno nel vivo nel corso dell’estate. Per quanto riguarda i due interventi contenuti “nell’accordo di programma per il completamento della rete delle piste ciclopedonali delle Giudicarie” sono in fase di approfondimento le relative ipotesi progettuali in attesa dei finanziamenti necessari per l’avvio della progettazione di dettaglio.

Distinti saluti.

– Mauro Gilmozzi –