Aumenti congelati per gli statali: vale lo stesso per municipalizzate e partecipate della PAT?

Nel carosello di annunci e proclami del Governo, questa settimana è arrivata la doccia fredda per gli statali: “niente aumenti anche per il 2015 perchè mancano le risorse“. Queste le parole del ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia. E ha aggiunto: “In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono, il Governo guarda a chi ha più bisogno“. Tradotte in cifre, le parole del ministro corrisponderebbero a 4.800 euro in meno per dipendente pubblico. Ma la “norma” vale per tutti? Certamente no. Infatti chi ne esce indenne
sono i collaboratori delle società municipalizzate o partecipate. Eppure il Governo non le nomina nonostante lo abbia fatto in senso negativo il commissario alla spending review Cottarelli.

Nella nostra provincia si pensi per esempio a quante sono in perdita. Altre, come Mediocredito o Cassa del Trentino, non verranno toccate dal blocco del rinnovo dei contratti di lavoro annunciato dal Governo. La situazione vede, perciò, da una parte i dipendenti pubblici a salario bloccato da anni e dall’altra dipendenti che sono “diversamente pubblici” che hanno il privilegio di lavorare per società con capitale a maggioranza o totalmente di proprietà pubblica e essere inquadrati con ricchi contratti, ad esempio del settore del credito, rinnovati e aggiornati regolarmente.
Il ministro Madia ci tiene quindi a sottolineare che mancano le risorse ma evidentemente la maggioranza che governa la nostra Provincia sa dove andarle a reperire per mantenere le differenze tra lavoratori di società finanziate dal denaro dei contribuenti, tra i quali ci sono ovviamente gli stessi statali.