Bisogna evitare il rischio di «morire democristiani»

Riportiamo di seguito la lettera di Massimo Ruzzenenti pubblicata su L’Adige, l’8 ottobre ’13:

Egregio direttore,

l’analisi di Luisa Maria Patruno sull’Adige è di quelle che fanno riflettere e, allo stesso tempo, preoccupare non poco chi, come il sottoscritto, non è non per nulla entusiasta di questo possibile ritorno della Dc. La Patruno ci fa capire che la storia politica di persone come Letta, Alfano e Monti (o Dellai nella versione trentina) è divisa da una linea così sottile che è sempre più difficile da vedere. A confutazione di questa tesi, sappiamo benissimo che Letta e Alfano frequentavano lo stesso laboratorio politico di Vedrò, che lo zio del premier è stato a lungo il braccio destro di Berlusconi, che altri dirigenti di spicco del Pd, come Franceschini, vengono dalla stessa scuola politica e non ultimo che anche l’astro nascente dei democratici, Matteo Renzi – che diventerà quasi sicuramente segretario del partito – nasce anche lui politicamente dagli stessi ambienti. Gli indizi perché prenda forma questa nuova era democristiana, sotto la stretta egida dell’Unione Europa, sono sempre di più e sotto gli occhi di tutti.

Si potrà obiettare che all’interno di Pd e Pdl ci sono delle anime diverse, come gli ex An da una parte e gli ex Ds dall’altra, ma è innegabile che sono una minoranza e la prova provata è che in caso contrario non sarebbero mai nate le «larghe intese». Uno scenario non tanto lontano dalla realtà potrebbe essere – una volta superata l’anomalia berlusconiana ormai al tramonto – la fuoriuscita di queste due ali «meno moderate» che andrebbero a probabilmente a confluire in soggetti già esistenti come Sel a sinistra e FdI a destra, entrambe con percentuali irrilevanti (ancor più dell’estrema sinistra e destra di allora) e la nascita di questa Dc 2.0 o di due soggetti diversi nei nomi, ma speculari e alleati nei fatti.

D’altro canto, non di meno sta succedendo in Europa, dove in molti paesi, Germania in testa, questa forma di governo della grande coalizione, sta prendendo sempre più piede. Anche in Italia lo scenario sembra portarci dritti verso questa soluzione, molto simile a quella della Prima Repubblica, ma oggi, al contrario di allora, esiste un nuovo elemento di diversità da tutta questa omologazione democristiana, dei poteri forti e supina ai diktat dell’Europa delle banche: il M5S.

Un movimento pacifico di cittadini, che si è trovato praticamente costretto ad entrare in politica per cercare occuparsi direttamente della res publica visti i risultati devastanti forniti dalla politica tradizionale e per tutelare gli «interessi dei cittadini» da quello delle lobby e dei partiti (che spesso coincidono). Questa, volenti o nolenti, è l’unica vera alternativa allo strapotere del «modello unico democristiano» che verrà.

Io per il futuro vedo fondamentalmente due strade: la prima è quella di partecipare e cercare di costruirci noi stessi la società in cui vogliamo vivere, oppure la seconda, la più comoda, affidarsi a questa politica e «morire democristiani».

Massimo Ruzzenentiruz