Il bluff della “Carta di Udine” e i poteri forti per il “Sí”

Sulla stampa odierna viene dato un qualche risalto alla scampagnata romana di quella parte dei governatori delle regioni e province autonome, scesi in pellegrinaggio presso gli uffici della ministra Boschi, la quale ha graziosamente concesso udienza degnandosi di accettare le loro offerte di vassallaggio in vista della battaglia campale del referendum costituzionale.

I 4 valvassori arruolati alla causa del Sì hanno recato in dono alla ministra un documento denominato “Carta di Udine” col quale intenderebbero garantire i diritti dei feudi da loro governati. Alla consegna sono seguiti i salamelecchi di rito con madama Boschi che ha incamerato il papiro sebbene non risulti che lo abbia in alcun modo sottoscritto o approvato in maniera formale, limitandosi alle consuete promesse che si fanno ai questuanti di turno. Del resto il testo era già stato firmato alla presenza del ministro Costa il quale si era ben guardato dal sottoscriverlo a sua volta, memore forse della firma da lui posta su un disegno di legge costituzionale per abolire proprio le Autonomie.

Non un grande successo dunque, anche in considerazione della recente delibera dell’AGCOM che sbugiardava proprio la “Carta di Udine” rendendone palese la natura di artifizio elettorale atto alla propaganda.

Le vie del Sì alla “riforma” Renzi – Boschi – Verdini sono però infinite e alla confraternita che la sostiene non manca certo l’apporto dei “poteri forti”. Da ultimi ad uscire allo scoperto sono stati il presidente degli industriali trentini Bonazzi e, cosa assai più grave, la giudice costituzionale de Pretis, la quale sostiene la tesi della “riforma che salva le Autonomie”, cosa palesemente infondata visto e considerato che se vincesse il Sì l’accordo per confermare gli Statuti di autonomia andrebbe ratificato da un Parlamento nel quale questi ultimi avrebbero ben pochi amici e pochissimo potere d’interdizione.

Ma tornando alla “Carta di Udine”, una domanda semplice semplice che la nostra “feroce” stampa locale avrebbe potuto porre e porsi è la seguente: come mai se le Autonomie sono tanto amate dal governo e dai suoi ministri nessuno di loro si azzarda a sottoscrivere niente?

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Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare provinciale MoVimento 5 Stelle