CFP Veronesi e Andrea Muccioli: un connubio perfetto

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Apprendiamo dai nostri attivisti che il 23 ottobre a Comano Terme Andrea Muccioli (ex responsabile della Comunità di San Patrignano) interverrà ad una serata organizzata dalla candidata locale del PD Laura Scalfi.

Il connubio risulta perfetto: da una parte un personaggio indicato come il responsabile del dissesto della Comunità di San Patrignano, con a carico un procedimento per oltraggio a pubblico ufficiale, dall’altra la responsabile di un Centro di Formazione Professionale privato ma finanziato in toto dalla Provincia Autonoma di Trento salito alla ribalta per gli illeciti commessi nella gestione dei corsi del Fondo Sociale Europeo e per le classi gonfiate per ricevere finanziamenti non dovuti.

Ricordiamo brevemente i fatti. Andrea Muccioli è stato estromesso dalla Comunità di San Patrignano a causa del buco clamoroso (20 milioni di Euro) lasciato dalla sua gestione e dalle “spese fuori controllo” che l’hanno caratterizzata. Famoso il caso della villa da 4 milioni di Euro (20 mila spesi solo per un porta telefono in legno di Norvegia) per 900 metri quadri calpestabili su 3 piani che, oltre ad erodere una fetta consistente del patrimonio della Comunità serviva per marcare bene la differenza tra il “padrone” e gli ospiti. Da non dimenticare poi, soprattutto in merito all’opportunità di coinvolgere una figura come quella di Andrea Muccioli in iniziative che riguardino i giovani e la loro educazione, l’acceso diverbio che l’ha visto protagonista contro una pattuglia di carabinieri intervenuti al PalaSanpa per rafreddare gli animi nel corso di una partita di basket in cui si erano ripetuti tentativi di invasione di campo e lanci di oggetti. Frasi come “Io sono Muccioli, il proprietario di tutto. Questa è casa mia: non dovete entrare”, oppure “Infami, infami, ora le fantastiche forze dell’ordine con tutto quello che c’è da fare vengono anche a salvare gli arbitri…” rivolte ai militari secondo quanto riportato nei verbali ed ancora, il rifiuto di fornire i documenti reagendo con “Datemi voi i vostri” e “Mamma mia che paura ci fanno questi due eroi” non sono sicuramente degli esempi di civismo da portare ai giovani trentini.

Sul Centro Veronesi, oltre che ricordare la condanna della Corte dei conti al risarcimento di 148.500 euro relativa alla costituzione di una classe ricorrendo a iscrizioni fantasma, gli 8 mesi inflitti all’ex direttore amministrativo in appello e la singolare iniziativa (pagata con i denari dei contribuenti trentini) che ha visto lo staff di direzione impegnato in un corso (“Team building”) tenutosi in barca a vela tra Trieste e la Croazia, è sufficiente richiamare le affermazioni dell’Assessore all’Istruzione in cui si parla di “estrema difficoltà per il Servizio provinciale competente a reperire informazioni che riguardano prevalentemente la persona dell’attuale dirigente dell’ente, aspetti connessi alla modalità di gestione del servizio formativo da parte di quest’ultima (es. la gestione del personale dell’ente e del suo reclutamento)”. Aggiungiamo che la “responsabile” dell’Ente in questione, che risulterebbe priva del diploma di Laurea, non avrebbe possibilità di fregiarsi del titolo di “dirigente” se il Veronesi fosse una scuola pubblica a tutti gli effetti e non solo PAGATA dal pubblico.

La proposta del Movimento 5 Stelle per la formazione professionale è chiara: basta con gli enti privati che gestiscono soldi pubblici con criteri poco trasparenti, con modalità discutibili e con risultati spesso deludenti, e, come già avviene in Provincia di Bolzano, ritorno dei percorsi di formazione professionale di base in capo alla Provincia Autonoma di Trento attraverso l’istituzione di un’Agenzia per la Formazione.

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