Comune di Predaia, razionalizzazioni utili

Resoconto del consiglio comunale del 20 dicembre 2013 Alle ore 20 e 30 nella sala del consiglio erano presenti tutti i consiglieri, verbalizza il segretario comunale Pasolli, fra il pubblico una persona.

Il consiglio era centrato sui due punti all’ordine del giorno sospesi nella precedente seduta di novembre.

Gli argomenti da trattare erano:

1) Approvazione dei verbali della seduta precedente.

2) Approvazione della richiesta alla Giunta della Regione Trentino Alto Adige per indire il referendum per la fusione dei cinque comuni della Predaia.

3) Approvazione della seconda parte dell’accordo fra detti comuni per mettere in atto le iniziative d’informazione e promozione presso le popolazioni interessate al referendum.

I tre punti dell’ordine del giorno sono stati approvati all’unanimità.

In coda, su richiesta di Ruggero Sandri, si è parlato dell’accordo fra la società Tassullo, Melinda e Comune per la realizzazione delle celle ipogee e del bacino idrico per i consorzi irrigui e l’acquedotto potabile per Priò. Il sindaco spiega che il tutto è rallentato perché la commistione dell’attività estrattiva primaria con le altre attività non è facile da inquadrare nel necessario Piano Regolatore Generale. Malgrado le sollecitazioni del Comune dell’agosto scorso, gli uffici provinciali non sono ancora in grado di dare una risposta definitiva perché si tratta di un caso finora mai regolato in provincia.

Dal dialogo intercorso fra i consiglieri, vengo a sapere che per l’iniziativa delle celle ipogee era stata creata una società apposita, la CAE- Conservazione Alta Efficienza srl – con capitale di 30 mila di euro facente capo alla Tassullo spa. A giugno i gruppi “POLI” e “ISA” si dicevano non interessati a partecipare alla nuova società (da L’Adige del 2 giugno 2013). Lo scorso 7 dicembre il giornale Adige riportava che le due società Ft Real Estate, guidata da Marcello Poli e “ISA” la finanziaria trentina controllata dagli enti ecclesiastici, hanno aderito all’aumento di capitale della “CAE” da 30 mila euro a un milione di Euro partecipando con il 20% del capitale ciascuna. Intanto sono in corso gli scavi in deroga al PRG per realizzare le grandi camere dove potranno essere stoccati i frutti di 13 magazzini Melinda. La giunta comunale di Vervò e il sindaco sono preoccupati perché ci sono state poche comunicazioni e non è risolto con chiarezza il problema delle autorizzazioni.

Ora provo a dare alcune informazioni sull’auspicata prossima fusione di cinque comuni della Predaia ricavate dalla discussione-dialogo sentito in consiglio.

Il comune unificato sarà denominato “Comune di Predaia”. Il sindaco spiega il dispositivo di richiesta di referendum che dovrebbe tenersi il 13 aprile 2014 o poco dopo. Le proposte concordate fra i sindaci per garantire un’equilibrata partecipazione dei cinque comuni originari sono descritte nell’allegato B in cinque punti.

Posso riassumerli in questo modo: si propone di mantenere per il primo periodo le attuali strutture di servizi comunali, avere una rappresentanza adeguata all’interno del nuovo consiglio e giunta, (si prospetta di poter aumentare il numero degli assessori senza aumentare il totale dei compensi dovuti per gli assessori previsti dalle leggi vigenti), trovare modi di partecipazione con i comuni di origine mediante consulte od altro, mantenere gli uffici periferici per i servizi al cittadino essenziali.

Il sindaco fa presente che, dopo uno sperato esito positivo del referendum, non è sicuro che saranno soddisfatte le richieste perché il quadro della legislazione regionali, provinciale e nazionale sugli enti locali è in movimento.

Danilo Brida nutre dubbi sulle scadenze per il fatto che la giunta della Regione Trentino Alto Adige non è ancora insediata. Secondo il sindaco non c’è questo pericolo perché le procedure di ammissione di un referendum sono codificate e non sono scelte politiche.

Il sindaco si dichiara soddisfatto per l’approvazione all’unanimità: ciò sarà un ottimo segnale alla popolazione della bontà della proposta di fusione e si augura che il referendum abbia esito positivo in ognuno dei cinque comuni. Viene spiegato che per il quorum non saranno conteggiati i cittadini di Vervò residenti all’estero. Essi potranno venire ad esprimere il loro voto ed è facoltà dei comuni mandare loro una comunicazione sulla data di effettuazione del referendum.

In questi ultimi tempi i sindaci si sono riuniti settimanalmente per riuscire a dare una forma condivisa alla domanda di referendum che soddisfacesse le esigenze complessive e di ogni partecipante.

La convenzione e incarico allo studio Zais (mi pare) per la campagna informativa e di sensibilizzazione della bontà della fusione (costo 50mila euro?) partirà immediatamente cercando di recuperare il ritardo che c’è stato. Le iniziative saranno molteplici e fra queste 12 conferenze alla popolazione.

Tiziana Ossanna suggerisce che sarebbe opportuno far venire il sindaco di Ledro e di Comano che già hanno sperimentato la fusione di comuni diversi esprimendo valutazioni vissute.

Anch’io mi auguro che tutto vada a buon fine. Spero che non permangano fin dall’inizio dei campanilismi sotterranei e che si pensi veramente alle necessità del nuovo ambito territoriale nel suo insieme per arrivare alle razionalizzazioni utili partendo da quanto c’è di buono. Se uno pensa alla fusione delle varie casse rurali che hanno mantenuto gli sportelli nelle periferie, se ricorda la fusione dei molti magazzini frutta che poi stanno commercializzando con la cooperativa di secondo grado “Melinda”, se osserva le associazioni sportive che promuovono lo sport nella zona della Predaia senza tener conto dei confini comunali (calcio, sci, atletica), se segue le iniziative culturali in campo musicale (corale Antares, Banda di Coredo) che hanno elementi di tutti i paesi, dovrebbe capire l’importanza delle fusioni che hanno bisogno di gruppi consistenti di popolazione. Anche le associazioni turistiche locali dovrebbero collaborare meglio.

Se a tutto ciò che è esistente e funzionante si aggiunge la fusione dei comuni della Predaia, non ne possono derivare che benefici per un sostegno mirato a questi enti già in essere, e permetterà al nuovo comune di prendere decisioni operative uniche, tempestive, non contrattate fra i vari comuni d’origine come succede adesso.

Questo aspetto di funzionalità e semplificazione, per me, è più importante di un risparmio di soldi. L’importante non è puntare soltanto su meno costi di gestione, ma riuscire a gestire tempestivamente le disponibilità a beneficio di tutta la popolazione, senza sprechi, badando molto ai bisogni sociali.

Non riesco a credere che un paesino come Sfruz si sia defilato dalla grande iniziativa della fusione. Non ho alcuna certezza, ma ho dei dubbi che ci siano stati zampini politici per far prendere al sindaco e al comune di Sfruz la decisione di dissociarsi (8 voti contrari alla fusione contro sette favorevoli). Ritengo che dalla politica non siano arrivati a Sfruz suggerimenti a favore della fusione. Se andrà in porto la fusione (nutro qualche dubbio perché temo che ogni comune cerchi troppe garanzie per il futuro), è inconcepibile che resti fuori Sfruz confinante solamente con il futuro comune di Predaia. Buon 2014.

Piergiorgio Comai, http://pierocomai.altervista.org/