Corso per insegnare a sorridere ai dipendenti della Comunità della val di Non: 2 giorni, costo 2800 euro!

Filippo Degasperi del M5S segnala la risposta ricevuta dal presidente Ugo Rossi ad una sua interrogazione del gennaio 2015: “Nel dicembre scorso la Comunità della Val di Non ha speso 2.855,54 euro affinché una formatrice professionista si occupasse di fornire ai dipendenti la “cosiddetta cassetta degli attrezzi” con la quale relazionarsi con l’utenza, specie se problematica. Il corso, durato 2 giorni, fra le altre cose si proponeva di aiutare i dipendenti a conseguire il benessere famigliare, nella convinzione che lo star meglio a casa aiuti a fornire un servizio migliore ai cittadini. Del resto, secondo la risposta della Comunità, “talvolta anche un semplice sorriso ha il potere di sdrammatizzare e di ridimensionare certe situazioni”. Insomma, la solerte Comunità della Val di Non sostiene di aver investito oltre 2.800 euro per migliorare il servizio agli utenti, che ne sarebbero di fatto i beneficiari”.
Degasperi non pare però molto convinto della risposta ricevuta: “Pur non volendo entrare nel merito delle valutazioni della Comunità, mi permetto di dubitare che possano bastare un paio di giorni di corso formativo a permettere di conseguire la tranquillità famigliare quando essa manca. Quanto all’imparare a sorridere all’utenza, mi aspetterei che il personale già lo facesse. Se fosse vero che i dipendenti della Comunità della Val di Non avessero bisogno di un corso per accogliere decentemente i cittadini la cosa sarebbe assai grave ed il problema richiederebbe ben altro tipo di provvedimenti rispetto al corso in questione. Oltre a ciò, non penso sfugga a nessuno l’enormità della cifra spesa per numero 2 giorni di corso al personale. La formatrice selezionata sarà sicuramente bravissima, ma 1400 euro al giorno di tariffa per insegnare a sorridere sono proprio tanti e facciamo davvero molta fatica a credere si possano in qualche modo giustificare”
A Degasperi non sfugge come questo genere di spese strida con altre iniziative prese dalla Provincia:”Oggi la PAT chiede a tutti 1 euro di ticket sui farmaci e 3 euro per le visite. Il costo della compartecipazione alle spese per l’assistenza famigliare è aumentato. E in campo sanitario si prevede di passare dagli attuali 6,9 milioni di introiti a 9,6 milioni, naturalmente finanziati dai cittadini. Aggiungiamoci che la nostra azienda sanitaria è fra le più care d’Italia, anche a fronte di risultati talvolta non eccelsi e domandiamoci se ci sia un minimo di senso nello spendere più di 2.800 euro per un corso al personale di una Comunità di Valle la cui utilità appare assai dubbia. Quanti sprechi simili ci sono nell’amministrazione pubblica? E per quanto ancora dovranno essere pagati con i soldi dei cittadini? A chi comanda in Provincia e in quegli utilissimi enti noti come Comunità di Valle ci permettiamo di suggerire di tagliare i costi ai cittadini e migliorare i servizi senza buttare soldi delle tasse dalla finestra. Si vedranno di colpo molti più sorrisi per strada, e senza dover pagare salatissimi corsi ai dipendenti pubblici”.

Ufficio Stampa 5 Stelle Trentino