Dopo tanto penare Andreatta vara il… “rim-pastino”

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Comunicato Stampa inviato ai principali quotidiani locali ed ignorato da:
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«Tanto tuonò che alla fine… piovve molto poco. Questo in sintesi il senso del “rim-pastino” proposto dal sindaco di Trento Andreatta. Con qualche aggravante. La prima fa ruzzolare tra la polvere il mito dell’equilibrio di genere. Dando il giusto risalto alla questione della rappresentanza femminile che sta bloccando il Consiglio provinciale, il primo cittadino del capoluogo (Partito Democratico) per far spazio a un uomo ha ben pensato di buttare fuori dalla giunta una delle due donne ivi presenti, a imperitura testimonianza del valore reale che questi signori attribuiscono ai principi dei quali amano riempirsi la bocca.

Sarà un caso, ma mentre lor signori decidono da dentro le segrete stanze le rappresentanze col bilancino e propongono improbabili alchimie elettorali per ovviare alla loro incapacità, il M5S propone candidate per ruoli di primissimo piano che vengono poi premiate dagli elettori divenendo sindaci di città come Roma e Torino e che formano giunte con una presenza femminile sconosciuta alle nostre latitudini.

Il secondo mito che si sfracella (in effetti il mito della trasparenza non è mai esistito) è quello della qualità dei nostri insostituibili (per qualcuno) amministratori. Se rimane da dimostrare che la cuoca di Lenin non possa essere un ottimo ministro della pianificazione economica, c’è chi anche in Trentino si straccia le vesti perché a tre mesi dalle elezioni a Roma manca un assessore (mentre gli altri nove lavorano). A Trento, i partiti dopo quasi 2 anni trascorsi in assetto di guerra (per le poltrone) permanente ottengono un (mini) rimpasto di Giunta e un tourbillon di competenze che non hanno niente a che vedere con l’interesse dei cittadini. Tutto normale per i cultori delle elite»

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle