Ex Sloi, l’area passi a zona verde per garantire la sicurezza dei cittadini

Paolo Negroni e Marianna Demattè, consiglieri comunali del M5S a Trento, chiedono chiarezza sulle condizioni nelle quali versa la ex Sloi, una delle situazioni più incresciose e gravi che attanagliano il capoluogo.

Ecco cosa ne pensano i due consiglieri: “Sono quasi 40 anni che il problema della Sloi non trova soluzioni. Dall’incendio del 1978 a oggi l’ex fabbrica chimica ha costituito uno squarcio nel tessuto abitativo, sociale ed economico di Trento. Una ferita che rischia in ogni momento di diffondere la propria infezione a base di piombo tetraetile nelle zone vicine, da via Brennero a via Maccani, da via Lavisotto a piazza Centa fino a raggiungere l’Adigetto. Una minaccia per la salute dei cittadini, resa ancora più grave dalla scelta irresponsabile di riedificare e ripopolare tutta la zona circostante senza prima aver effettuato le necessarie bonifiche, pur sapendo che si trattava di uno dei siti ritenuti maggiormente inquinati dell’intera penisola italiana. Questo senza menzionare il fatto che al degrado ambientale e paesaggistico si è aggiunta anche la disperazione umana, con gli scheletri dei reparti divenuti col tempo il rifugio di molti senza tetto che li hanno eletti a loro dimora”.

Demattè e Negroni sottolineano anche un altro aspetto della vicenda: “Negli ultimi 37 anni Provincia e Comune hanno speso vagonate di soldi pubblici per mille altre cose. Solo per citare i casi recenti, pensiamo ai 90 milioni di anticipo dei vitalizi, agli interventi milionari per il quartiere fantasma delle Albere, ai progetti faraonici per la nuova biblioteca universitaria ed evitiamo di entrare nel merito dell’appalto del NOT che con il project financing rischiava di costare 1,7 miliardi. Ma nulla di risolutivo è stato fatto per una minaccia reale alla salute dei cittadini piazzata nel cuore della città come è l’ex Sloi, sulla quale i lavori di bonifica si sono ben presto arenati senza un’apparente ragione, almeno fino ai giorni scorsi”.

Si, perché pare che la tanto sospirata bonifica stia finalmente per venir realizzata ma occorre chiarezza: “Apprendiamo dalla stampa che i lavori avrebbero ripreso il loro corso. Ovviamente ne siamo felici dato che erano iniziati nel 2010 per poi bloccarsi misteriosamente. Tuttavia, dal momento che la storia del sito e della sua bonifica non inducono alla fiducia, è nostra intenzione presentare una interrogazione presso il consiglio comunale in modo da capire fin nei minimi dettagli esattamente chi sta facendo cosa e con quali mezzi, con speciale attenzione al problema delle polveri inquinanti e dei manufatti potenzialmente tossici ancora presenti nel sito, oltre che naturalmente alle soluzioni che si intendono approntare per i senzatetto che trovavano rifugio fra i detriti e le macerie dell’area. Oltre a questo vorremmo capire quale sia la posizione della nuova Giunta rispetto alla proposta formulata dal consigliere provinciale Degasperi in merito alla possibilità che Comune di Trento e Provincia concertino gli interventi trasformando la destinazione dell’area dall’attuale uso produttivo e commerciale a zona a verde pubblico, dato che sulla base delle attuali conoscenze scientifiche questa soluzione risulta essere l’unica compatibile con l’obiettivo di risanare l’area garantendo al contempo la salute dei cittadini”.