I comunicati stampa M5S sul progetto Life Ursus

 

23 agosto_ Per evitare di cadere in facili equivoci il M5S, grazie ai propri attivisti, ha cercato di chiedersi come e perché si sia arrivati alla situazione odierna, lasciando da parte i polveroni sollevati ad arte da mancati pugili e dai loro sodali. Il Parco Adamello Brenta ha preso parte al Progetto Life Ursus ottenendo dall’UE finanziamenti tra il 1996 e il 2000 per un totale di oltre 3 milioni e 600 mila euro (non solo costi quindi). Visti i risultati conseguiti, accolti come un grande successo del Parco (con conseguenti ricadute benefiche in termini scientifici e di popolarità), la stessa riserva ha ritenuto di proseguire, dal momento che il Progetto Life Ursus è terminato nel 2004.
Nel settembre 2009 (QUINDI BEN 5 ANNI DOPO IL TERMINE DEL PROGETTO LIFE URSUS) gli enti e le istituzioni italiane orientate alla conservazione degli orsi hanno presentato propria candidatura per essere inseriti nel “nuovo” progetto denominato “Arctos – Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”. Nella primavera del 2010 l’Ue approva la proposta di cofinanziamento al nuovo progetto che vede come promotori il Parco Naturale Adamello Brenta, il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, il WWF Italia, il Corpo Forestale dello Stato, l’Università “La Sapienza”, le Regioni di Abruzzo, Lazio, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Trento. Il nuovo protocollo di durata quadriennale si attiva formalmente il 1 settembre 2010 con termine fissato al 31 agosto 2014. Diversamente da Life Ursus, nel caso di Arctos l’UE richiede la compartecipazione (minoritaria peraltro) ai costi. La spesa complessiva stimata è di 4 milioni di euro, di cui 2 milioni e 700 mila (il 67,63% del totale) a carico dell’UE (già incassati dai promotori), mentre il restante 32,37% a carico del nostro Paese. Sarà per questo motivo che dal 1996 al 2004 nessuno hai mai sollevato grandi polveroni come nel caso di Daniza? Sarà una coincidenza che tutto avvenga proprio in prossimità del momento in cui la politica italiana è tenuta a contribuire finanziariamente al progetto? Politici e lobby hanno iniziato un battage mirato a rinnegare il secondo disegno di ripopolamento dell’orso bruno alla vigilia (manca una settimana) della scadenza del Progetto Arctos in cui, diversamente da Life Ursus, si deve contribuire (dopo aver già incassato i finanziamenti UE). Sorge spontaneo il dubbio che il problema non sia Daniza ma piuttosto il dovere di rispettare gli impegni assunti.

Filippo Degasperi Giovanni Rullo Gabriella Santulliana Maurizio DalBianco

17 agosto_Le contraddittorie affermazioni dei nostri assessori (“troppa emotività”, “comportamento anomalo”…), l’impreparazione e l’assenza totale di protocolli per la gestione dei casi problematici di Life Ursus dimostrano l’inadeguatezza di chi ha (o dovrebbe avere) in mano le redini del progetto. Nessuna attività di informazione, nessuna attività di monitoraggio (a che servono i radiocollari?), nessuna attività di prevenzione (a che serve la famigerata task force?), nessuna attività di pianificazione (quanti sono veramente gli orsi, quanti ne può ospitare il territorio trentino?). Finora ci si è affidati al caso. Se qualcuno deve essere rimosso non è l’orsa ma la Giunta provinciale che ha dimostrato (con qualche elemento della maggioranza che non trova niente di più banale che affidarsi alle doppiette) una totale incapacità di coordinamento e di valutazione razionale della vicenda Daniza. L’incontro di Pinzolo dimostra che, anche nella situazione più rischiosa (orsa con cucciolata, così come esplicitato sul sito della Pat), il plantigrado si limita a mettere in fuga chi rappresenta un pericolo. Se così non fosse il fungaiolo non si sarebbe potuto presentare in tv o farsi fotografare in compagnia esibendo tutta la sua prestanza. Il M5s ribadisce quindi, nonostante la censura di parte degli organi di informazione, la richiesta di ritiro della surreale ordinanza Olivi e di avvio di un percorso partecipato che, dopo gli indispensabili approfondimenti, sfoci in un confronto referendario coinvolgendo tutti i trentini sul futuro del progetto Life Ursus.

Filippo Degasperi Giovanni Rullo Gabriella Santulliana Maurizio DalBianco

16 agosto_ La reazione isterica con cui la Giunta provinciale ha risposto al tentativo dell’orsa Daniza di proteggere la propria cucciolata dimostra l’impreparazione e il dilettantismo  diffusi negli assessorati trentini. L’orsa non ha avuto nessuna reazione anomala nonostante l’opinione di qualche ex veterinario: nel materiale informativo è scritto chiaramente di tenersi alla larga dalle cucciolate. L’orsa è munita di radiocollare: dato che risultava potenzialmente pericolosa perché insieme ai suoi cuccioli come mai nessuno la controllava? Alla vittima va ovviamente tutta la solidarietà e gli auguri di pronta guarigione del Movimento 5 Stelle. Ma non è assumendo scelte sulla base delle ansie e delle paure che si affrontano i problemi se la volontà è quella di risolverli. L’orsa ha reagito in maniera assolutamente scontata e naturale di fronte a quello che ha percepito come una minaccia per i piccoli. Il M5s chiede il ritiro immediato dell’ordinanza e l’interruzione delle operazioni in dorso. Si potrà poi avviare un percorso di vera informazione relativa a Life Ursus (mai avvenuto fino ad oggi) prevedendo la possibilità di coinvolgere la popolazione con un referendum sul futuro del progetto.

il portavoce Filippo Degasperi