I dirigenti provinciali scelti dai politici

Nonostante la L.P. n.7/1997 sulla Revisione dell’ordinamento del personale della Provincia sancisca all’art. 2 che il sistema organizzativo della Provincia si basa sul principio della distinzione tra funzioni di indirizzo politico-amministrativo e funzioni di gestione, di fatto esiste un legame strettissimo fra la dirigenza e la classe politica. Utilizzando sapientemente il potere discrezionale di cui gode nella scelta delle modalità di svolgimento dei concorsi, di fatto la Giunta si sceglie i propri dirigenti, vanificando il concetto di pubblico concorso come trasparente opportunità di accesso alla carriera direttiva.

Il meccanismo che si perpetua nasce principalmente dal fatto che, nel momento in cui un posto di direttore o dirigente resta vacante, viene nominato temporaneamente un facente funzione, persona scelta dal dirigente generale o di servizio in base a criteri di solito spiegati con le competenze acquisite e dimostrate dalla persona scelta, ma che comunque sono completamente discrezionali. Succede poi che sembra a tutti naturale che a ricoprire anche stabilmente quel posto debba essere lo stesso facente funzione ed è in questo senso che, per assicurare che il concorso sia vinto dalla persona facente funzione, si escogitano meccanismi e scelte che discriminano eventuali altri candidati, ad iniziare dai requisiti per l’ammissione al concorso.

Ha quindi un grande valore simbolico il ricorso che ha riguardato l’impugnazione di un bando di concorso pubblico per esami per l’accesso alla qualifica di dirigente, vinto recentemente dalla nostra attivista e candidata alle prossime elezioni provinciali Giuliana Grandi. Nel corso di 23 anni come dipendente provinciale ha inoltrato altri ricorsi da sola o assieme ad altri colleghi, ma la ragione è sempre stata della Provincia. Questa volta il Tar sentenzia che “…il bando appare immotivato, risulta contraddittorio ed è inadeguato, tenendo conto che il potere discrezionale da esercitare non può mai sconfinare nell’arbitrarietà delle scelte…”.  Accoglie quindi  il ricorso con conseguente annullamento del concorso in questione.

La revisione della spesa ha imposto dei tagli anche sulla dirigenza ed anche qua si è aggirato l’ostacolo gettando fumo negli occhi alla pubblica opinione. L’assessore Gilmozzi ha prodotto un progetto ed avviato nel 2011 un percorso di riorganizzazione della Provincia, che tra l’altro cosrta qualche centinaia di migliaia di euro,  ancora in atto; di questo percorso fa parte anche la riduzione del numero di Dipartimenti, Servizi e Uffici. Comunque la Provincia ha continuato a bandire concorsi e Dellai aveva replicato al sindacato autonomo attraverso i giornali con un’ affermazione grave (l’Adige 5/07/2012): “Come abbiamo detto i concorsi banditi non vengono espletati; è solo una procedura formale per non sostituire i dirigenti facenti funzione che sono in scadenza di Servizi che magari sono destinati ad essere soppressi.”  Com’è possibile bandire concorsi per non espletarli? Sembra uno strano modo di giocare con i concorsi sulle teste dei dipendenti. Nell’ultimo anno, comunque, sono più di 30 i concorsi per dirigente o direttore banditi ed espletati.

 “Esemplare” la delibera di Giunta n.608 del 5 aprile 2013 con oggetto la riorganizzazione delle strutture di terzo livello di alcuni dipartimenti, nella quale, a fronte delle prime pagine dove viene riportato l’elenco delle strutture soppresse con data 1 maggio, girando pagina si trova poi l’elenco delle nuove strutture nel frattempo istituite con decorrenza 1 maggio: praticamente il risultato dei soldi spesi nelle consulenze per l’organizzazione dal 2011 ad oggi, producono in questo caso solo un cambio di etichette sulle porte dei direttori, ad esempio al posto del soppresso Ufficio politiche turistiche provinciali viene istituito l’incarico speciale per le politiche turistiche provinciali.

Dal 2009 ad oggi sono numerose le interrogazioni presentate da più parti al Consiglio provinciale sui concorsi in Provincia e sull’organizzazione e la gestione delle risorse umane. A novembre 2012 è stata presentata in Consiglio una mozione per la nomina di una commissione speciale d’indagine per verificare l’operato della Provincia in materia di concorsi. La mozione non è mai stata messa all’ordine del giorno delle sedute, impedendo il normale iter di discussione e approvazione.

Presso la corte dei conti è stato presentato nel luglio 2012 un esposto denuncia, in cui sono dettagliati una serie di fatti e viene chiesta alla corte un’attenta verifica sull’operato della Provincia in materia di concorsi ed in particolare riguardo ai concorsi per dirigente e direttore, sulle scelte operate dai dirigenti in merito ai posti vacanti, sulle proposte di indizione di concorsi, sulla scelta dei criteri di ammissione, sulla composizione delle commissioni d’esame, sulle modalità di espressione delle valutazioni e sulle attività di controllo dello svolgimento dei concorsi, potendosi verificare ripetuti e considerevoli sprechi di denaro pubblico. Nessun riscontro. Eppure è stato segnalato alla Magistratura il ripetersi sistematico di forzature e irregolarità nello svolgimento di procedure concorsuali per incarichi di dirigente e direttore attivate dalla Provincia autonoma di Trento.

Un anno fa i funzionari provinciali riuniti in assemblea avevano sottoscritto un documento di protesta/richiesta, per chiedere pari opportunità di sviluppo di carriera, accessibilità ai concorsi e trasparenza delle procedure concorsuali, documento  che non ha mai avuto risposta. Questi, in sintesi i punti:l’individuazione di percorsi di carriera e di valorizzazione delle professionalità che interessino i funzionari provinciali; allargamento delle maglie dei criteri di accesso, per favorire un maggior numero di partecipanti; nomina di commissioni di concorso “neutre”, con membri che non abbiano interessi diretti nei confronti dei candidati, escludendo quindi il dirigente della struttura di livello superiore rispetto a quella messa a concorso e il personale che lavora nelle strutture interessate dal concorso; eliminazione della procedura di nomina dei funzionari facenti funzione di direttore/dirigente, per non favorire i suddetti e non scoraggiare la partecipazione ai concorsi; valutazione, oltre al titolo accademico posseduto, anche dei curricula formativo professionali dei partecipanti ai concorsi, al fine di riconoscere i percorsi formativi oltre al titolo accademico posseduto e le competenze acquisite in ambito lavorativo; ferreo rispetto del principio di trasparenza nelle procedure concorsuali.

Alla luce di tutto ciò il Movimento 5 Stelle, per far fronte all’ eccessivo potere dei dirigenti generali, nominati dalla Giunta, e ai relativi conflitti di interesse, propone:

  • l’eliminazione del primo livello dirigenza: Dirigenti Generali
  • la riduzione delle nomine di dirigenti e funzionari in enti, società ed altri organismi, alle sole partecipazioni istituzionali della PAT e comunque escludendone compensi aggiuntivi
  • il progressivo ulteriore contenimento del numero dei Dirigenti di Servizio, determinazione del tetto massimo retributivo, inserimento di criteri e procedure di valutazione obbligatoria da parte del personale
  • l’eliminazione della qualifica di dirigente, in base alla quale un dirigente lo è a vita: i concorsi saranno per incarichi a tempo determinato, trascorso il quale tempo la persona ritorna o al suo lavoro, se esterno, o alle mansioni di funzionario se interno
  • l’eliminazione della facoltà per la Giunta provinciale di scegliere ad hoc le modalità di svolgimento dei concorsi:  le regole devono essere definite a monte
  • la definizione di nuove regole per i concorsi pubblici: es. presenza di membri esterni nella commissione d’esame, al 50%, estratti casualmente a rotazione da apposito albo a cui si accede tramite selezione e con la condizione che gli stessi non abbiano rapporti di consulenza con  l’ente pubblico. In ogni commissione sarà inoltre presente una sorta di giudice popolare, un cittadino estratto a sorte, previa verifica di alcuni requisiti di base

Il comunicato diramato alle agenzie ed ai media locali il 23 agosto ’13

Comunicato ripreso da TrentinoLibero.it – L’Adige online – La Voce del Trentino