Il regalo del Trentino a Barclays e Royal Bank of Scotland

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E’ capitato spesso che chi governa il Trentino si sia comportato come un feudatario e, anche tramite i molti vassalli di cui si circonda, abbia confuso le risorse pubbliche con la proprietà privata.

Nonostante la situazione critica, certificata dal presidente Rossi in Consiglio provinciale, sembra che chi gestisce le finanze provinciali lo faccia talvolta con superficialità e leggerezza, senza tener nel dovuto conto il sacrificio richiesto a lavoratori e imprese per alimentare senza soluzione di continuità i palazzi di Piazza Dante.

Temiamo che sia questo l’atteggiamento che, nel 2010, ha portato Cassa del Trentino Spa (la macchina da debito della PAT) a sottoscrivere due contratti derivati (citati nei documenti come «amortizing interest rate swap») con la Royal Bank of Scotland e la banca Barclays.

La vicenda prende avvio dai mutui a tasso fisso erogati da Cassa del Trentino Spa a favore di diversi enti territoriali del Trentino. I maghi della finanza che amministrano la Cassa, ritenendo il tasso fisso poco conveniente per l’istituto di via Vannetti, prevedendo prossimi e inarrestabili aumenti (eravamo nel pieno della crisi economica….) hanno deliberatamente deciso di giocare d’azzardo con i soldi affidatigli dai trentini, impegnandosi a corrispondere a Barclays e a Royal Bank of Scoltand il corrispettivo sicuro incassato sui rimborsi delle rate dei mutui a tasso fisso, in cambio di un aleatorio tasso variabile che, con l’andamento dei mercati, si è rivelato costantemente e considerevolmente inferiore.

Come è possibile desumere dai bilanci presenti sul sito della Cassa, per gli esercizi dal 2010 al 2012 l’azzardo è costato alle finanze provinciali un totale 2.532.506 Euro. Chi volesse verificarlo può leggere le tabelle della Nota Integrativa relative alla voce 20 del Conto Economico.

Aspettiamo di conoscere il risultato 2013 ma due cose sono certe:

1) i tassi variabili anche nel 2013 sono rimasti molto bassi con conseguente probabile ulteriore esborso per Cassa del Trentino (un altro milione che si aggiungerà ai 2,5 già persi?);

2) tale situazione, come dichiarato più volte da Mario Draghi, persisterà anche nei prossimi anni e quindi gli strumenti derivati continueranno a far pesare i loro effetti negativi.

Il Gruppo Consiliare del MoVimento 5 Stelle, a parte sottolineare che il gioco d’azzardo con i soldi pubblici non dovrebbe rientrare nella mission di Cassa del Trentino, ritiene doveroso effettuare i necessari approfondimenti e per questo presenterà a breve una circostanziata interrogazione.

Certo è che, se gli esiti delle verifiche confermassero quanto sopra descritto, non ci si potrà esimere dal chiedere che:

1) chi ha ideato o comunque avallato l’operazione venga immediatamente rimosso dall’incarico;

2) la proprietà di Cassa del Trentino Spa provveda senza indugio a quantificare il danno per le finanze provinciali e ad avviare la procedura per il risarcimento.

Sarebbe interessante anche comprendere il ruolo e la funzione degli organi di controllo sia societari che provinciali visto che, sempre se l’ipotesi fosse confermata, avrebbero dato dimostrazione di palese inadeguatezza.

Filippo Degasperi

Manuela Bottamedi