Il tunnel del Brennero e la difesa del paesaggio

Egregio Direttore,

ho letto con piacere l’editoriale di Giuseppe Scaglione di venerdì 14 giugno “Elogio della lentezza. Il paesaggio in movimento”, che sottolinea il fatto che il paesaggio è una delle principali risorse del nostro territorio. Provengo dalla provincia di Vicenza e, da quando vivo a Trento, non ho potuto che innamorarmi del Trentino e della Valle dell’Adige. Da qualche tempo seguo con preoccupazione i fatti riguardanti l’avanzamento dei lavori della nuova ferrovia del Brennero. È chiaro che il traffico merci attraverso il Brennero deve essere trasferito sulla ferrovia come succede da anni in Svizzera, ma alcune fonti indipendenti ripetono da tempo che tale opera, la più pesante mai progettata in Trentino Alto-Adige, non sarebbe necessaria. Per ridurre il traffico merci basterebbe sfruttare fino in fondo le ampie capacità residue dalla nostra cara e recentemente ammodernata linea storica, oltre che adeguare le tariffe del traffico pesante sulla A22 a quelle austriache e svizzere (viaggiare sulla A22 costa circa quattro volte in meno rispetto all’Austria; in questo modo si eliminerebbe quel 30% di “traffico deviato” che passa per il Brennero invece che per gli altri valichi alpini per ragioni di convenienza). Ciò si potrebbe fare in brevissimo tempo e a costi economici irrisori. Potremmo così consegnare ai nostri figli e nipoti quel meraviglioso paesaggio che rende le nostre vite così ricche. Cosa ne pensa?
Cordiali saluti,
Andrea Fogato

La risposta di Enrico Franco, direttore del Corriere del Trentino

Lettera Corriere Fogato