La battaglia a 5 stelle in difesa della Costituzione

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Lettera inviata al giornale L’Adige il 30 luglio 2013 – Non pubblicata

Egregio direttore Pierangelo Giovanetti

Prendo spunto dalla lettera di Sandra Tafner, pubblicata su L’Adige di lunedì 29 luglio, per parlare di uno sport nazionale diffuso da tempo, in particolare dal 25 febbraio scorso: ignorare per lo più, o altrimenti sminuire (associandolo al restante circo politico), l’operare del Movimento 5 Stelle.

Nella sua ironica analisi delle “grosse novità dell’estate politica 2013”, la sig.ra Tafner passa in rassegna le voci e i silenzi dei vari schieramenti. Per quanto riguarda i 5 Stelle, si concentra con profusione di sarcasmo sulle parole del “capo assoluto” Casaleggio, che ha osato descrivere gli effetti della crisi durissima che ci sta colpendo (un catastrofista, neanche stessero chiudendo 40 imprese al giorno) e ha inoltre dichiarato che in caso di un’alleanza col PD uscirebbe dal Movimento (tipico comportamento da capo assoluto!).

Piccola premessa: per non voler avere nulla a che fare con un partito dimostratosi così voltagabbana su questioni quali F35, eleggibilità di Berlusconi, alleanze col PDL e costi della politica forse non serve chiamarsi Casaleggio ma basta essere un elettore PD dotato di memoria pre-elettorale. Il punto centrale però è un altro: mi sembra un significativo esempio della tendenza di cui sopra il fatto che la sig.ra Tafner menzioni solo di passaggio che “in Parlamento il M5S si dà all’ostruzionismo”. Come fosse un hobby domenicale. Non una parola sul perché lo abbiano fatto. E invece è proprio questa la grande novità politica degli ultimi mesi, passata come al solito sotto il quasi completo silenzio dei principali mezzi di informazione.

L’ostruzionismo dei 5 Stelle (difeso tra l’altro anche dalla Boldrini) merita molta più attenzione e rispetto da parte di chiunque abbia a cuore le sorti della nostra democrazia. Grazie ad esso, infatti, i parlamentari pentastellati hanno ottenuto il rinvio a settembre di quello che appare a tutti gli effetti come un pericoloso tentativo di stravolgimento della nostra Costituzione: la modifica, tramite un eccezionale disegno di legge governativo, dell’art. 138. Questo articolo, pensato dai Padri costituenti come baluardo difensivo della Carta, ne definisce le procedure di modifica. Procedure che devono prevedere passaggi e tempistiche particolari, doverosamente lunghi, per impedire che una maggioranza di passaggio (magari eletta col Porcellum e quindi nemmeno rappresentativa del corpo elettorale), bypassando totalmente il ruolo del Parlamento possa riscrivere a proprio piacimento la Costituzione.

Per inciso, con la revisione dell’art. 138 anche il nostro Statuto d’Autonomia potrebbe essere modificato molto più facilmente e arbitrariamente. Perché tutta questa urgenza, tra le tante questioni imposte dalla crisi, per una riforma di questo tipo? Urgenza che, fosse andata a buon fine, avrebbe impedito un reale coinvolgimento dell’opinione pubblica sul tema. Per ora il pericolo è stato evitato ma non scampato definitivamente (se ne riparlerà a settembre); è fondamentale che nel frattempo l’opinione pubblica venga informata e coinvolta sulla questione, e  che faccia sentire la propria voce.

E’ in gioco il futuro della nostra democrazia. Il M5S, unica opposizione reale, si sta impegnando in questo senso. Sarebbe bello che i media, oltre ai difetti e agli errori commessi, evidenziassero con maggiore obiettività anche le importantissime battaglie che – coerentemente con le promesse elettorali – il Movimento sta portando avanti.

Marianna Demattè

L’intervento di Sandra Tafner – L’Adige 29 luglio 2013:

Tafner