La Giunta in balia di Renzi

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Gli ultimi scandali dei vitalizi, delle leggi “ad personam” per coprire il disastro dell’ITEA privata e dei tagli alla nostra Autonomia da parte del Governo Renzi hanno ulteriormente minato la credibilità della politica trentina che ormai campa alla giornata. Grandi promesse, grandi inciuci, una sola certezza: a rimetterci è la nostra regione, la nostra provincia.
Non vi è coerenza nelle ultime dichiarazioni dei vari partiti della maggioranza a Trento come a Roma. La Giunta provinciale trentina è in preda a una crisi d’identità. Il Presidente Rossi un giorno sorride e un giorno s’infuria col governo centralista di Renzi. Non riesce a far funzionare neanche un inciucio nonostante Dellai e gli indefessi senatori trentini. Il Governo si fa campagna elettorale vendendo la favola degli 80 euro coprendosi con i tagli alla finanza locale. I trentini i calcoli li fanno e si accorgono ben presto che a fronte di circa 74 milioni di euro quest’anno e di 123 milioni di euro il prossimo, risorse che il Governo toglie a tutti i trentini e alto atesini, quest’anno Roma incassa e forse ne restituirà qualche briciola.
Del futuro non vi è certezza.
Renzi tiene sotto scacco il PD, il PD tira il guinzaglio al PATT, il PATT racconta fiabe ai trentini. L’UPT? Di necessità virtù, anzi, consulenze “pro domo sua” offerte dalla Giunta.
Solo due mesi fa il Presidente Rossi affermava di avere un’ottima intesa con Renzi ma il feeling sembra essere una telenovela con il PD sullo sfondo.
Il vicepresidente della Giunta, Olivi, non aiuta Rossi a chiarire la situazione dei tagli dichiarando alla stampa locale che: “si assiste a una cultura centralista, e non è un problema di Renzi ma dei governi in generale, per cui si parte dall’idea di far quadrare i conti senza rispettare le regioni che fanno politiche volte alla crescita. Una cosa che fa pensare talvolta che sarebbe meglio non fare nulla”. Ma Olivi non è del PD come Renzi? E Renzi non aveva già cambiato l’Italia? Olivi e i suoi colleghi del PD fanno gli interessi del partito centralista o dei cittadini trentini? Questo è populismo e demagogia per soggiogare e imbonire gli elettori. Altro che cambiamento.
Da quando a Roma si è insediato il secondo governo targato PD, è impossibile lavorare su dei numeri certi. I partiti li vendono come assolute verità per poi smentirsi solo dopo alcuni giorni. Il debito pubblico aumenta costantemente e le regioni autonome come la nostra sono bloccate e penalizzate dal governo renziano.
Diventano inutili le maratone per discutere e votare manovre di assestamento di bilancio quando, minimo una volta al mese, Rossi è chiamato a rapporto a Roma per versare milioni di euro provinciali rendendo le manovre stesse carta straccia.
Il M5S denuncia questo teatrino della politica dei partiti e chiede di avere certezze sullo stato delle finanze provinciali per concentrare gli interventi di pianificazione su lavoro, istruzione, sostegno alle piccole e medie imprese, sanità, reddito di garanzia. E’ indispensabile mettere definitivamente punti fermi e paletti fissi nella contribuzione provinciale al bilancio statale ed è necessario che Rossi coinvolga il Consiglio provinciale per evitare che, anche per questa materia, la fonte d’informazione principale resti sempre e solo la stampa.