La sentenza della Corte Costituzionale sulla discarica di Sardagna: bonificare

La Corte Costituzionale il 3 dicembre 2014 ha dichiarato illegittimo l’articolo 86 ter (Regolarizzazione dello smaltimento di rifiuti) che ha permesso di sanare la discarica di Sardagna per mezzo della determinazione n. 22/28 del 29/08/2012 del dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Trento. Pertanto ha sancito la nullità degli effetti degli atti collegati a quell’art. 86 ter, segnando il percorso verso la bonifica della discarica di Sardagna (determinazione n. 22/28 del 29/08/2012 del dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Trento pagina 1, pagina 2, pagina 3, pagina 4, pagina 5). Il decreto del Presidente della Provincia del 1987 fu modificato dalla finanziaria 2012 (legge provinciale n. 18/2011) che introdusse alcuni nuovi articoli tra i quali l’art. 86 ter ma, immediatamente dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale del dicembre 2014, il testo unico provinciale è stato aggiornato proprio in quell’articolo su di cui la determinazione del dirigente del Comune di Trento del 2012 era basata, rendendola perciò nulla.

Eppure, nonostante la sentenza n. 269 della Corte Costituzionale sia stata depositata a inizio dicembre 2014, la Provincia e il Comune di Trento sembrano non saperne nulla (nonostante, a distanza di quasi due mesi, giovedì scorso l’informazione fosse di pubblico dominio e resa nota anche dalla stampa).

Tuttavia, a livello formale, la PAT ha immediatamente aggiornato il Testo Unico Provinciale in materia di tutela dell’ambiente dagli inquinamenti, stralciando l’articolo 86 ter.

Di fronte al pubblico intervenuto nel dibattito di lunedì 19 a Sardagna, invece, i funzionari della Provincia e del Comune di Trento non hanno fatto il minimo cenno alla sentenza della Corte Costituzionale e al percorso che i due enti dovranno intraprendere per provvedere alla bonifica. Anzi, sembra che abbiano parlato dell’unica opzione possibile, a loro detta, della riapertura della discarica e del progetto di copertura affidato direttamente ad una società saltando la procedura di gara pubblica d’appalto a causa dell’urgenza.

Per questi motivi il M5S ieri ha depositato un’interrogazione per fare chiarezza sulla condotta della Provincia e del Comune di Trento alla luce della sentenza della Corte Costituzionale, per conoscere modalità e tempi del piano di bonifica e per suggerire, oltre alla gara d’appalto pubblica, un progetto internazionale allo scopo di raccogliere il maggior numero di soluzioni per la bonifica.