Le nomine nelle società partecipate rimangono un esercizio di potere

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Degasperi ci tiene a ricordare che l’unico voto contrario alla non riforma del sistema delle nomine nelle società partecipate dalla Provincia approvata ieri dal Consiglio provinciale, è stato quello del M5S perchè non si possono accettare compromessi su certi argomenti come i premi di consolazione per i trombati dei partiti alle elezioni, la mancanza del limite reale ai mandati o alle cariche, le selezioni che non richiedono nemmeno il titolo di studio o i risultati professionali conseguiti.

“Siamo stati propositivi perchè gli emendamenti che abbiamo presentato non erano solo ostruzionistici. Molti di essi sono stati votati anche dalle minoranze in modo compatto” afferma Degasperi che sottolinea “il limite dei due anni della carica è una proposta che non viene portata avanti solo dal M5S ma anche dall’ala del PD di Civati. Peccato notare che questi argomenti non interessino però al PD trentino. Questo atteggiamento si scontra con l’interesse dei cittadini e la volontà che hanno mostrato di non voler più vedere amministratori e revisori di società partecipate della PAT nominati per fede e obbedienza politica >>.

Degasperi aggiunge anche che “Non si capisce quali argomenti tenti di contrapporre la maggioranza a un sistema così neutrale come il sorteggio dei revisori che è garanzia di controllo super partes” e commenta aspramente che “è altrettanto inaccettabile la forzatura di voler indennizzare i non eletti dei partiti con le poltrone nelle partecipate. La demagogia non è quella del M5S ma quella della maggioranza che tenta di giustificare di fronte ai cittadini il premio di consolazione per la lealtà e l’obbedienza al partito come quella competenza indispensabile per la selezione e la designazione dei candidati.”