Mense trentine, cibo veneto


Ebbene si come più volte abbiamo paventato l’assurdo è stato raggiunto Non bastava la mensa dell’Ospedale ora è ufficiale che anche le mense direttamente soggette al comune di Trento ovvero quelle delle scuole materne e degli asili nido sarà un servizio gestito da un azienda veneta. Vogliamo la qualità Bio, vogliamo il chilometro zero ma quello che facciamo è di boicottare apertamente le nostre aziende a favore di quelle più economiche.

I bambini del comune di Trento saranno costretti per i prossimi tre anni a mangiare i prodotti alimentari provenienti da aziende veronesi e padovane, il tutto alla faccia del tanto declamato chilometri zero e del grande impegno sul fronte della salubrità che ci mettono i nostri produttori” – Cosi si legge dai quotidiani.

Il tutto tra le proteste dei produttori trentini che lamentano e denunciato il fatto che sul bando di gara sia stato tolto  i riferimenti al “km 0” ed al fatto che “almeno 50% dei prodotti sia di provenienza locale”. Viene chiaramente denunciato che nei bandi sono stati inclusi dei prodotti che non sono reperibili sul mercato trentino e, di conseguenza, le aziende trentine sono state di fatto escluse dalla possibilità di partecipare al bando.

La conseguenza sarà che per alcune aziende sarà diretta conseguenza licenziare del personale e verranno sviliti i prodotti trentini di alta qualità senza quindi contribuire alla salvaguardia delle nostre stalle di montagna, sostenendo le nostre aziende locali, gli allevatori.

In merito al cercare di privilegiare i prodotti trentini il dirigente del Servizio istruzione Walter Mazzucotelli pare abbia risposto: «La cosa era molto difficile perché si tratta di una gara europea, se le aziende trentine avessero fatto almeno una associazione temporanea d’impresa avrebbero potuto coprire la quasi totalità dei prodotti, trovando altrove quelli che non hanno. Noi qualcosa abbiamo fatto ad esempio per la carne era stato dato un punteggio maggiore alle carni trentine». Ci pare strano che lo si possa fare per la carne e non per tutti i prodotti.

Inorriditi da tale situazione abbiamo presentato un interrogazione per sapere se la Giunta non si renda conto che in questo periodo congiunturale, in questo modo ha messo in ginocchio ulteriormente, il settore e se, invece, non fosse il caso, come asserito dal Dirigente, poter anzi dover prevedere un adeguato punteggio per tutti i prodotti a chilometri zero, anche perché in questo modo si sarebbero applicati i “criteri ambientali minimi” previsti dalla norma nazionale. Chiediamo inoltre con forza di redigere un piano di coltivazione agricola biologia, un regolamento agricolo e di uso fitofarmaci, l’istituzione di un fondo permanente ad hoc per lo sviluppo della aree agricole ad uso zero di fitofarmaci ed infine di integrare lo strumento appena approntato per la carte del suolo con l’introduzione delle aree bio.

I consiglieri comunali M5S di Trento
Andrea Maschio
Paolo Negroni
Marco Santini