Modello SAIT: i disastri della dirigenza pagati dai lavoratori

«In questi giorni al Sait sta andando in onda la versione aggiornata di un vecchio film: dopo anni di gestione della cooperativa all’insegna della grandeur più sfrenata i nodi sono arrivati al pettine e la dirigenza pensa di risolvere tutto con 130 licenziamenti.

I problemi del Sait sono tanti ed antichi. A titolo di esempio e senza la pretesa di essere esaustivi faremo alcuni esempi: c’è il caso scuola del nuovo magazzino Sait, lanciato in pompa magna con la promessa che avrebbe consentito risparmi dell’1% annuo sul fatturato. A regime di milioni ne è costati 60 e invece di garantire risparmi garantisce perdite.

Ci sono i negozi in Alto Adige, che ogni anno vanno in rosso per circa 200 mila euro.

C’è il “Superstore”, altra ideona lanciata con la promessa di ricavati tali da garantire dividendi alle piccole cooperative e che invece è finito anch’esso per accumulare perdite costanti.

Gli esempi negativi che riguardano Sait sono tanti e purtroppo potrebbero continuare a lungo. La cosa sconvolgente è che essi sono quasi sempre imputabili a decisioni manageriali di una dirigenza inossidabile, la quale non sembra intenzionata ad assumersene la responsabilità. Al contrario, di fronte all’evidenza della scarsa competitività della cooperativa, si va per le spicce. Sait è poco competitiva? Accumula perdite? Poco male, la soluzione è facile. Facciamo 130 licenziamenti e passa la paura.

La verità ormai sotto gli occhi di tutti è che la cooperazione trentina è governata da una elite legata a doppio filo con la politica, che in barba agli stessi principi cooperativi pensa solo ed esclusivamente alla propria sopravvivenza e che quando c’è da pagare il conto dei propri errori non esita a presentarlo a chi per vivere deve lavorare.

Una situazione tragicomica, che ha se non altro il pregio di mostrare le cose per come sono facendo carta straccia della retorica cooperativistica che questi signori ci propinano da sempre. Per capire come funzionano le cose basta rispondere ad una semplice domanda: Sait ha un piano industriale che vada oltre i licenziamenti di massa? C’è una rotta per uscire dalle secche o si naviga a vista che tanto a rimetterci sono sempre i mozzi mentre capitano ed ufficiali in qualche maniera la scampano sempre?»

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare provinciale MoVimento 5 Stelle