Perchè la PAT non passa all’Open Source? Risparmierebbe milioni di euro pubblici!

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Comunicato Stampa inviato ai principali quotidiani locali ed ignorato da:
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«La Provincia di Trento è lenta ad adottare programmi multipiattaforma ed open source per la pubblica amministrazione. Se da un lato questo permetterebbe risparmi importanti dall’altro ci consentirebbe di allinearci con la legge Provinciale (L.P. 27 luglio 2012, n. 16), al momento disattesa dall’utilizzo di numerosi programmi a pagamento, funzionanti solo in ambiente windows.

Alcuni esempi: pare che nelle scuole trentine siano diffusi due programmi, “RED” e “SGA”, rispettivamente adibiti alla gestione del registro elettronico e alla gestione alunni che non sono ne open source ne multipiattaforma, eppure esisterebbero numerosi software aperti in grado di fare le stesse cose a costo 0, funzionando su più tipi di sistema operativo (citiamo ad esempio Tiche, Scuola247 e Lampschool).
Per ciò che riguarda la questione del protocollo informatico “PITRE”, pare sia stato utilizzato un software proprietario dal costo di 13,3 di milioni di euro (iva esclusa), che presenta pure ulteriori costi di manutenzione annuale variabili fra i 2 ai 3 milioni di euro. Eppure su questo ambito ci sono persino Comuni Trentini (ad esempio Riva del Garda) che già utilizzano programmi come GDA mentre guardando appena un po’ più in la del confine col Veneto il Comune di Padova si avvale da tempo di un software sviluppato internamente chiamato “P@DOC”.
Se le amministrazioni locali nazionali e trentine riescono a gestirsi con l’open source e i programmi multipiattaforma non si comprende come mai la celebratissima Provincia Autonoma di Trento, dotata fra l’altro di una possente controllata come Informatica Trentina, non sia in grado di fare altrettanto e debba invece ricorrere a software che poi paga lautamente con i soldi delle tasse dei cittadini» (interrogazione).

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle