Programma Provinciale 2013

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PROGRAMMA M5S ELEZIONI PROVINCIALI 2013

Fin dal maggio 2012 un gruppo di cittadini, seguendo i valori e i principi del Movimento 5 Stelle nazionale, ha avviato la costruzione e la condivisione di un progetto politico nuovo, alternativo a quello che i partiti tradizionali e i politici di professione ci propongono da 70 anni.
Questo modello si fonda essenzialmente su tre pilastri:

  • la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica del proprio territorio: basta con la delega ai politici professionisti;
  • la trasparenza: i palazzi della politica devono divenire luoghi aperti al cittadino, contraddistinti da un agire chiaro e accessibile a tutti;
  • il merito: privilegi, caste e trattamenti discriminatori devono essere combattuti per rendere il nostro sistema più equo e più competitivo.

Da questa esperienza è nato il Movimento 5 Stelle Trentino, che ha creato una propria lista di candidati per le elezioni provinciali del 27 ottobre 2013.

Perché un movimento alternativo in Trentino

I trentini da almeno 20 anni vivono in una Provincia che ha addomesticato, soffocato e controllato l’intero territorio, il tessuto sociale, economico e produttivo.

La Provincia Autonoma di Trento ha riversato una pioggia di denaro, prelevato dai redditi prodotti da cittadini e imprese, in tutti i settori – a cominciare da quello delle grandi imprese – senza mirare a una crescita armoniosa del sistema economico bensì creando distorsioni e clientele che permettessero il mantenimento del consenso elettorale. Contemporaneamente, si sono tagliati sempre più i fondi destinati a servizi e diritti (sanità, scuola, welfare).

L’Autonomia ci permette di avere accesso a risorse senza pari, fonte di benessere ma anche di parassitismo e di tanti, troppi sprechi ai quali vogliamo porre fine.

Il Movimento 5 stelle vuole entrare in Consiglio Provinciale per ripristinare le priorità dell’ente Provincia: al centro dell’agenda pubblica non devono più figurare parole come  grande industria, banche e speculazione immobiliare, bensì i servizi pubblici da finanziare, organizzare e gestire direttamente puntando ad elevati standard di qualità e alla soddisfazione dei cittadini. Sanità, Scuola, Welfare (sostegno alla famiglia, ai giovani, alle donne, agli anziani, ai diversamente abili, ai disoccupati), Trasporti pubblici, Ambiente: queste sono le vere priorità.

LE NOSTRE LINEE GUIDA

Il programma del Movimento 5 Stelle Trentino pone come propri principi fondanti i concetti di Bene Comune, di Gestione del Patrimonio Pubblico nonché di Politiche eonomiche e sociali in funzione del Lavoro così come sancito dalla Costituzione Italiana e dallo Statuto dell’Autonomia Trentina.

1. Bene Comune

Il nostro programma si basa sul concetto di Bene Comune, quindi sull’idea di una comunità che gestisce e rende accessibile a tutti i suoi componenti un insieme di risorse – beni e servizi di primaria importanza – in modo il più possibile partecipato e sostenibile nel tempo. La definizione di Bene Comune che guida il programma non è dunque di tipo meramente merceologico, ma include ogni servizio che abbia un effettivo valore sociale e che quindi debba essere gestito e controllato per il bene della collettività. Ogni Bene Comune deve avere un “Parlamento dei Cittadini”, composto sia da cittadini che da dipendenti dell’ente e amministratori: tutti estratti a sorte, senza compensi né rimborsi e rinnovati periodicamente, la cui funzione è controllare l’operato dei fornitori dei servizi e vigilare sulla loro trasparenza.

2. Gestione del Patrimonio Pubblico

La riforma della macchina provinciale è uno dei punti principali della proposta del Movimento 5 Stelle: ridurre i costi della politica (a tutti i livelli), semplificare l’architettura istituzionale redistribuendo poteri e competenze, liberare la burocrazia dal controllo della politica e snellirla nei passaggi che possono migliorare il rapporto con cittadini e imprese. L’introduzione di strumenti di democrazia diretta sarà il mezzo con cui riavvicinare i cittadini alle istituzioni e restituire loro il potere di indirizzo e controllo.

3. Le Politiche Economiche e Sociali

In un sistema in cui la PAT ha utilizzato i soldi dei trentini in modo nebuloso, personalistico, soggettivo e non controllato, viene da chiedersi quale sia il confine oltre il quale la loro gestione diventi clientelare e distorsiva rispetto alla naturale destinazione nei servizi pubblici (sanità, scuola, welfare, ambiente). L’utilizzo sconsiderato di risorse finanziarie provinciali in settori non pubblici implica un’alterazione del regolare sviluppo del sistema economico oltre che un’oppressione dell’accesso al lavoro di aziende sane e competitive.

Uno dei fattori aggravanti della grande crisi industriale che ha colpito il Sud Europa è la mancanza di strumenti veloci e diretti in sostegno ai cittadini che perdono il lavoro. L’istituzione del Reddito di Cittadinanza permetterà di sostenere i lavoratori in periodi di crisi e di formarli adeguatamente al fine di creare nuovi posti di lavoro, sani e produttivi.

Quindi: non contributi, aiuti e finanziamenti agli amici, ma meno tasse e più sostegno a lavoratori e imprese.

IL PROGRAMMA

1. BENI COMUNI

SANITA’

Bene Comune. La salute è un diritto costituzionale, pertanto la sanità deve essere e rimanere pubblica e gratuita. Il suo sostegno finanziario deriva esclusivamente dalle imposte. Il cittadino non deve sentire la necessità di integrare la tutela della propria salute attraverso strumenti assicurativi privati o fondi di previdenza sussidiari. Non vogliamo cittadini di serie A e cittadini di serie B.

Medicina del territorio

  • assunzione dei medici di base e dei pediatri di libera scelta all’interno dell’azienda sanitaria provinciale (da liberi professionisti in convenzione i medici di medicina generale devono diventare dipendenti pubblici provinciali);
  • incentivazione dell’associazionismo tra i medici di base, per rendere maggiormente ampi, flessibili e fruibili gli accessi agli ambulatori, per favorire l’integrazione e la specializzazione dei servizi offerti e per aumentarne il livello di qualità;
  • deospedalizzazione dei piccoli interventi d’urgenza e disincentivazione all’utilizzo del pronto soccorso per la medicina d’urgenza non grave
  • potenziamento del servizio di medicina territoriale attraverso l’aumento delle fasce di reperibilità  dei medici di base e l’erogazione del servizio anche per piccoli interventi d’urgenza, con conseguente alleggerimento della pressione sul pronto soccorso;
  • capillarizzazione dei servizi sanitari di base sul territorio, attraverso il potenziamento e la valorizzazione delle 42 APSP già presenti in provincia, le cui erogazioni di prestazioni ambulatoriali (punto prelievi, elettrocardiogramma, fisioterapia, supporto psicologico, piccoli interventi d’urgenza, ecc.) vanno rese obbligatorie, tanto in regime mutualistico quanto in regime privatistico;
  • creazione di una reale ed efficace concorrenza tra strutture sanitarie, con conseguente aumento del livello di qualità delle prestazioni mediche erogate;
  • aggiornamento del registro provinciale dei tumori, fermo all’anno 2006.

Servizio ospedaliero

  • costruzione condivisa del Piano sanitario con la partecipazione attiva degli operatori;
  • razionalizzazione delle posizioni di vertice dell’Azienda sanitaria;
  • verifica approfondita e indipendente della qualità delle prestazioni offerte dalle strutture e dai reparti ospedalieri, anche alla luce della forte mobilità passiva che grava sulla sanità provinciale, e conseguente predisposizione di un piano di miglioramento per le strutture e i reparti maggiormente sofferenti;
  • blocco della costruzione del N.O.T. tramite il Project Financing e controllo puntuale dell’eventuale dismissione dell’area del Santa Chiara;
  • verifica della situazione e dei costi della protonterapia;
  • creazione di accordi nazionali ed internazionali al fine di fornire ai trentini le migliori cure disponibili e rendere il Trentino zona di eccellenza;
  • potenziamento delle strutture ospedaliere territoriali (Borgo Valsugana, Cles, Tione, Arco, Cavalese) sulla base delle diverse specializzazioni e vocazioni, contro il modello della Sanità a mezzo elicottero verso la quale la Provincia Autonoma ha indirizzato tutti i suoi investimenti accentrando l’offerta ospedaliera a Trento e Rovereto;
  • mantenimento dei punto nascita di Tione e Cavalese, in considerazione dell’orografia del territorio;
  • richiesta di referendum popolare per i punti nascita di Borgo Valsugana, Cles e Arco;
  • applicazione rigorosa del criterio dei “costi standard” per le prestazioni in convenzione e pubblicizzazione trasparente degli eventuali scostamenti rilevati;
  • istituzione presso l’Assessorato di un team di specialisti per il monitoraggio delle prestazioni effettuate sia dalle strutture pubbliche che da quelle convenzionate;
  • eliminazione dell’ingerenza politica nell’assegnazione degli incarichi di vertice dell’azienda sanitaria provinciale.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

Bene Comune: l‘istruzione e’ un diritto garantito dalla Costituzione. Per questo la scuola deve essere e rimanere pubblica, tanto nella regia quanto nel finanziamento. Va scardinato il modello attuale fondato sul controllo politico del sistema scolastico in favore di una scuola realmente autonoma, vera comunità in cui docenti, studenti, famiglie e dirigenti cooperano per la crescita e il successo formativo.

Il Movimento 5 Stelle vuole trasformare la scuola dei tagli – quella del Centrosinistra autonomista – nella scuola degli investimenti: una scuola di alto livello qualitativo aperta tutto il giorno che presenti un’offerta ricca e completa (con attività sportive ed artistico-musicali da affiancare allo studio) sul modello nordeuropeo, che si avvalga dell’integrazione con il territorio e le sue realtà (associazioni sportive e  culturali, scuole musicali).

Eliminazione del controllo politico

  • eliminazione della figura del Dirigente generale e ripristino della figura tecnica del Provveditore agli studi;
  • abolizione del potere di movimentazione dei Dirigenti scolastici da parte della politica, introduzione della graduatoria provinciale e di criteri di valutazione oggettivi;
  • redistribuzione delle competenze gestionali dal Dirigente scolastico al Consiglio di Istituto e al Collegio Docenti per dare contenuto all’autonomia scolastica e per coinvolgere genitori, studenti, categorie produttive nelle scelte;
  • pubblicizzazione del sistema della formazione professionale attraverso il superamento degli enti privati (finanziati al 100% con risorse pubbliche) da sempre fonte di sprechi e di clientele; creazione di un’Agenzia provinciale unica che coinvolga le imprese nella progettazione e nella gestione dei percorsi.

Potenziamento della qualità didattica

  • taglio delle spese non funzionali al miglioramento della didattica (mega strutture edilizie, LIM, progetti inutili e onerose consulenze esterne);
  • taglio dei finanziamenti alla scuola privata (oggi più di 12 milioni di Euro l’anno);
  • introduzione della valutazione/rendicontazione dell’attività dei docenti (con iniziale sperimentazione di due modelli: valutazione di sistema/istituto e valutazione gerarchico/individuale), con  incentivi economici e di carriera legati ai risultati, secondo il principio meritocratico;
  • ripristino di una valutazione seria degli studenti, attraverso l’introduzione del debito da saldare obbligatoriamente a settembre;
  • potenziamento delle risorse per gli studenti con bisogni educativi speciali (BES);
  • copertura completa delle cattedre attraverso l’assunzione dei docenti precari e la stabilizzazione degli organici di istituto, a garanzia della continuità didattica (attualmente il 30% degli insegnanti non è in ruolo);
  • trasformazione delle 4 ore opzionali in ore curricolari e obbligatorie;
  • ripristino del doppio organico e delle ore di compresenza nella scuola primaria;
  • integrazione piena della formazione professionale nel sistema tramite i percorsi quadriennali e la possibilità di proseguire il percorso verso l’Esame di Stato;
  • introduzione di 2 ore di Diritto e Economia in tutti gli istituti superiori e licei, al fine di promuovere l’educazione civica e la partecipazione attiva e consapevole dei futuri cittadini alla vita della comunità.

TRASPORTI

Bene Comune. Il Trasporto Pubblico è la colonna vertebrale della tutela ambientale. Ad oggi la libertà di movimento dei cittadini è garantita quasi al 90% dal mezzo privato per eccellenza: l’automobile. L’utilizzo dell’auto ha il vantaggio della comodità personale ma pone alcuni enormi problemi sociali: traffico; inquinamento; incidenti mortali. La Commissione Europea dei Trasporti ha sviluppato una serie di linee guida con cui le amministrazioni locali, in completa autonomia, possano raggiungere l’obiettivo europeo: diminuire drasticamente la congestione e il traffico automobilistico. Il Movimento 5 Stelle Trentino ha individuato in questa direzione una pluralità di soluzioni:

1) trasporto Pubblico efficiente, veloce, energeticamente sostenibile, puntuale, capillare, frequente, attrattivo. Trasporto collettivo organizzato (car sharing, car pooling, peer-to-peer);

2) smart cities: internet, telelavoro, amministrazione pubblica in rete;

3) cambio di mentalità: la mobilità privata è un benefit, non è un diritto.

L’obiettivo è di diminuire del 40% il traffico privato automobilistico e per attuarlo pensiamo ad una Provincia Green; le azioni da intraprendere a tal fine sono:

  • potenziare il Trasporto Pubblico e attuare il programma europeo di Zero Fare Public Transport (Trasporto Pubblico senza Tariffa) al fine di incrementarne esponenzialmente l’utilizzo;
  • ridiscutere con Trenitalia la gestione della tratta ferroviaria;
  • potenziare i servizi di trasporto collettivo per aree industriali e scuole, rendendo obbligatoria l’istituzione degli scuolabus dei plessi scolastici per tutti gli istituti e creando pedibus organizzati;
  • collegare in modo efficiente la periferia con il centro del territorio per evitarne da un lato lo spopolamento e dall’altro l’utilizzo eccessivo del mezzo privato;
  • potenziare il Car-Sharing, permettendo alle famiglie di non essere legate al possesso dell’automobile e utilizzare il sistema Peer-to-Peer certificato;
  • far entrare il Trentino tra i promotori mondiali di un nuovo tipo di trasporto: ecocompatibile e creatore di reali e stabili posti i lavoro;
  • portare i turisti in Trentino senza le auto, utilizzando il sistema integrato treno-autobus;
  • studiare la produzione di Bio-gas dalla porzione umida della materia seconda (rifiuti) differenziata, per risparmiare sul conferimento e sul combustibile;
  • referendum propositivo a quorum 0 sulle scelte di nuove tratte infrastrutturali con informazione capillare dei comitati promotori;
  • introdurre la parola ‘Corrispondenza’ in luogo di ‘Coincidenza’, e formazione di tutto il personale al rispetto degli orari e alla loro eventuale modifica. Il disincentivo maggiore per l’utilizzo del trasporto pubblico è l’inesattezza delle informazioni;
  • creare il “Parlamentino degli Utenti”;
  • creare città a misura d’uomo, potenziare le aree per il commercio e i servizi locali, in collaborazione con gli esercenti e i cittadini;
  • aumentare le aree verdi e pedonali servite dal trasporto pubblico che vedranno di  conseguenza aumentare il proprio valore edilizio e commerciale;
  • aumentare le piste ciclabili sicure e contemporaneamente le aree limitate a 30 km/h;
  • netta opposizione alla realizzazione dell’autostrada Valdastico Nord.

Tunnel del Brennero – TAV Brennero

Il trasporto merci su gomma lungo la A22 è causa di gravi danni alla salute dei cittadini in tutto il Trentino Alto Adige. La realizzazione di una nuova linea ferroviaria ad alta velocità e capacità non è una soluzione al problema, visto che sposterebbe dalla strada alla ferrovia una parte non determinante del traffico merci producendo ulteriore inquinamento. Tale opera (un sistema di gallerie con brevi tratte all’aperto per un totale di 200 km dal confine con l’Austria fino a Verona) verrebbe poi realizzata in non meno di trent’anni con costi ambientali ed economici enormi. Gli ingenti danni provocati soprattutto alle risorse idriche sarebbero irreversibili e la spesa di circa 65 miliardi di euro andrebbe a pesare sulle generazioni future, con conseguenti tagli alle risorse per i servizi pubblici essenziali. Le previsioni del traffico merci autostradale che dovrebbero giustificare la necessità dell’opera si sono dimostrate errate e la ferrovia storica ha un’ampia capacità di traffico residua. Per questi motivi vogliamo il blocco del progetto TAV. Di seguito le nostre proposte alternative:

  • far funzionare la linea storica al massimo della sua capacità. Se utilizzata secondo gli standard gestionali di Austria e Svizzera, potrebbe assorbire il 60% delle merci totali che oggi transitano attraverso il Brennero;
  • incentivare le ditte di trasporto all’utilizzo della ferrovia al fine di renderla competitiva economicamente più della A22 stessa;
  • equiparare i pedaggi autostradali su tutti i valichi alpini al fine di eliminare il 30% di traffico deviato (mezzi pesanti che per motivi di convenienza economica allungano il loro tragitto e transitano sulla A22);
  • ridurre l’inquinamento acustico e le vibrazioni causate dai treni merci con barriere antirumore, materiale rotabile adeguato e limiti di velocità nei tratti urbani abitati;
  • attuare una politica di contenimento dei flussi: introdurre la “Borsa dei transiti alpini”, che si risolve nella fissazione di tetti annuali insuperabili per il traffico merci su gomma;
  • divieto di traffico pesante notturno, divieti settoriali, contingenti annuali non superabili, rispetto effettivo degli obblighi dell’autotrasporto come pesi, limiti di velocità, ore di guida. Ciò ridurebbe del 30% il traffico merci attuale;
  • utilizzare gli investimenti provinciali ed europei per interrare le stazioni di Trento e Rovereto.

TUTELA AMBIENTALE

Ambiente Bene Comune: da sempre punto focale nell’agenda del Movimento 5 Stelle. A fronte dei cambiamenti climatici globali e dei conseguenti allarmi ambientali la tutela del territorio e delle sue risorse, della biodiversità e della qualità della vita sono diventati una necessità non procrastinabile. Investire nella salvaguardia e nella protezione dell’ambiente significa investire nel futuro delle prossime generazioni.

Acqua

Bene Comune per eccellenza, deve rimanere pubblica nella proprietà e nella gestione attraverso enti o aziende speciali. Impensabile qualsiasi privatizzazione come avvenuto in Trentino con il trasferimento a Dolomiti Energia. Proponiamo di:

  • ripubblicizzare la gestione del servizio idrico abbandonando il modello delle società per azioni;
  • garantire a fiumi e torrenti prosciugati dalle centraline elettriche un minimo flusso vitale stabile;
  • bloccare la costruzione di nuove centraline;
  • rinaturalizzare fiumi e torrenti anche a fini di prevenzione per e tutela contro il dissesto idrogeologico;
  • creare un “Parlamentino dell’acqua” provinciale da estendere a tutti i gestori di acquedotti.

Caccia

Tutto il sistema della gestione della caccia va ripensato in un’ottica più moderna e meno piegata al potere delle lobby per fare in modo che i cittadini (residenti e turisti) possano beneficiare di un ambiente naturale, sicuro e ricco di occasioni di conoscenza, per non finire con il convincersi che la natura sia quella impagliata nelle sale del MUSE.

Le nostre proposte:

  • ripubblicizzazione della gestione e della sorveglianza dell’attività venatoria;
  • ripensamento della funzione e della composizione del Comitato faunistico;
  • riduzione del numero di giornate di caccia a tre settimanali fisse escludendo la domenica;
  • eliminazione del permesso di transito sulle strade forestali ai cacciatori;
  • stop alla caccia di specie a rischio;
  • stop alla caccia nei periodi di precipitazioni nevose;
  • divieto assoluto di caccia nelle aree protette e nelle aree di riproduzione;
  • divieto ai minori di accompagnare i cacciatori;
  • utilizzo del sistema delle fototrappole per la sorveglianza e la denuncia degli atti di bracconaggio.

Gestione Rifiuti

Adozione della strategia delle 4 R: Riduco, Riuso, Riciclo, Recupero.

Con l’obiettivo di ridurre del 50% la produzione di rifiuto secco indifferenziato (oggi 65.000 tonnellate annue in provincia) intendiamo applicare integralmente quanto previsto dalla Normativa Comunitaria e Nazionale, ovvero rispettare la gerarchia di gestione rifiuti riconosciuta come unico metodo:

  • Riduzione: sensibilizzare la collettività al fine di diffondere una presa di coscienza sul grave problema dei rifiuti, promuovere norme al fine di ridurre la produzione dei rifiuti a monte (come imballaggi inutili o difficilmente riciclabili) e promuovere nuovi modelli di consumo (scoraggiare l’uso e getta);
  • Riutilizzo: promuovere il riuso (vuoto a rendere per esempio) e la riparazione degli oggetti altrimenti destinati a diventare rifiuti;
  • Riciclo: programmare impianti di riciclo e compostaggio ed ottimizzare la differenziata porta a porta, sistema di raccolta da estendere a tutta la provincia introducendo contestualmente la tariffa puntuale entro il dicembre 2014
  • Recupero: prima di smaltire il rifiuto rimanente in piccole discariche di servizio, stabilizzare a freddo l’indifferenziato dopo aver recuperato da esso ulteriori materiali riciclabili da re immettere nel ciclo produttivo. Investire in ricerca e tecnologia per il recupero  e il riciclo della frazione indifferenziata favorendo la creazione di nuova occupazione.

Trasparenza e legalità sul trattamento dei rifiuti:

  • coinvolgere le associazioni e i cittadini nell’elaborazione dei piani di gestione e dei programmi di prevenzione dei rifiuti;
  • garantire la separazione di governance tra chi raccoglie i rifiuti e chi gestisce impianti di trattamento e smaltimento per evitare conflitti di interessi che disincentivino la quantità e qualità di raccolta differenziata.

Opposizione a qualsiasi forma di tecnologia che utilizzi la combustione e l’incenerimento per bruciare rifiuti e produrre energia, compresa la trasformazione dei due cementifici di Sarche e Varone di Riva in inceneritori di rifiuti solidi come previsto dal Decreto Clini del febbraio 2013, citato sia dal presidente Pacher che dall’assessore Gilmozzi come strumento interessante da inserire nel quarto aggiornamento del piano provinciale dei rifiuti.

Energia, Energie Rinnovabili ed Edilizia

  • riqualificazione degli edifici pubblici in funzione del risparmio energetico;
  • finanziamento per la riqualificazione energetica degli edifici privati;
  • revisione e semplificazione della normativa vigente per la costruzione di abitazioni ed edifici commerciali in funzione del sistema Casa Clima;
  • sostegno alla micro produzione energetica privata (non d’impresa);
  • obbligo di installazione di colonnine energetiche per ricarica biciclette e auto elelttriche (5% del totale) nei parcheggi a concessione e pertinenziali pubblici;
  • produzione energetica: la produzione di energia serve alla popolazione, alle imprese, all’intera società. Se questa deve essere a carico pubblico, vogliamo lo sia completamente e diventi un Bene Comune, senza scopo di lucro e organizzata in un ente pubblico non più in società a diritto privato con capitali non pubblici. Anche questo ente dovrà essere organizzato con un Parlamentino dei Cittadini.

Territorio

Viviamo in una provincia piccola dalle risorse finite ed a vocazione turistica, che rappresenta il futuro economico dei nostri figli. Occorre avere un rispetto assoluto per il nostro territorio. Di seguito i nostri obiettivi:

  • potenziamento e autonomia totale dell’APPA e del Corpo Forestale Provinciale come organi di controllo e repressione; piena indipendenza del Corpo Forestale, strumento fondamentale per le azioni sul territorio, dal controllo della politica e della burocrazia;
  • blocco del consumo del territorio e riqualificazione di ogni possibile area già costruita;
  • ampliamento e valorizzazione dei Parchi esistenti e creazione di nuove aree Ambientali Turistiche;
  • potenziamento di politiche (finanziamenti e diminuzione della burocrazia ridondante) che permettano il ritorno alla gestione del territorio montano soprattutto da parte dei giovani, per la creazione di un lavoro costante e produttivo per tutto il Trentino.

Agricoltura

In questi anni l’agricoltura trentina si è trasformata in un reparto produttivo di livello industriale e seriale: hanno prevalso i concetti di monocoltura intensiva e di quantità.

Il Movimento 5 Stelle vuole riportare questo settore economico alla vocazione propria di un’agricoltura di montagna, che punta per sua natura alla diversificazione, alla qualità e all’eccellenza della produzione.

A tal fine la politica provinciale deve farsi promotrice delle piccole aziende agricole che sviluppano prodotti qualitativamente elevati. Negli ultimi vent’anni la Provincia ha incentivato le grandi Cooperative a scapito della qualità e della responsabilità nella produzione. Vanno invece tutelati e incentivati i contadini che avviano un’impresa agricola di piccole o medie dimensioni.

Il m5S intende promuovere, nei prossimi 5 anni, la conversione alla produzione biologica e/o biodinamica di tutte le aziende agricole trentine. Il Trentino dovrà gradualmente diventare un grande Distretto del biologico, appositamente normato e regolato da una legge provinciale che finora non ha mai visto la luce.

A tal fine verranno avviati appositi corsi di formazione per tutti i soggetti operanti nel settore agricolo in Trentino. Verranno inoltre incentivate (anche fiscalmente) le sole aziende che producono con il metodo biologico o biodinamico, o che si convertono a tali sistemi.

Fondamentale per il M5S è anche la creazione di un forte collegamento tra agricoltura, ambiente e turismo, settori che possono e devono integrarsi nell’ottica di uno sviluppo economico sostenibile, rispettoso del fragile ambiente trentino, già provato da anni di cementificazione e saturo di strutture e infrastrutture.

 

2. GESTIONE DEL PATRIMONIO PUBBLICO

 

AUTONOMIA

Con il secondo Statuto di Autonomia del 1972 è stata consegnata al Trentino la concreta opportunità, tramite le abbondanti risorse economiche concesse dallo stato centrale al territorio provinciale, di creare un vero sistema politico-amministrativo al servizio dei cittadini.

Nel corso degli ultimi trent’anni, invece di uno strumento tramite il quale tutta la popolazione potesse fare sentire la propria voce, l’autonomia è diventata appannaggio dei soliti pochi. Il proliferare delle società partecipate che nascondono favoritismi economici e iniquità, l’organizzazione sempre più verticistica e politicizzata degli uffici, la gestione da parte della Provincia di attività imprenditoriali, anche bancarie, che poco hanno a che vedere con l’erogazione di servizi pubblici, tutto questo sta trasformando il Trentino in una sorta di società feudale in cui i cittadini sono sempre più vessati dai poteri forti e non hanno la possibilità di esprimere e soddisfare i propri bisogni.

Il Movimento 5 Stelle riconosce e rispetta le tradizioni e la cultura dei territori e promuove l’autodeterminazione dei cittadini a partire dalle realtà comunali. Il terzo Statuto dell’Autonomia dovrà prevedere un sistema di Autonomia Integrale che demandi alla Provincia la competenza primaria in materia di fisco e riscossione e che preveda il riconoscimento allo Stato centrale una percentuale sulle entrate per coprire i costi dell’attività amministrativa statale centrale, della Giustizia e della Difesa. Lo Statuto dovrà inoltre prevedere forti strumenti di democrazia diretta che permettano ai cittadini di controllare l’attività dei propri rappresentanti, di sostituirsi a loro nell’attività legislativa in caso di inerzia tramite referendum propositivi senza quorum , nei casi più gravi, di sostituirli sempre tramite referendum.

 

ORGANIZZAZIONE PAT

La struttura organizzativa provinciale va rivoluzionata per trasformare il costoso carrozzone della PAT in un ente erogatore di servizi per cittadini e imprese. Le rendite di posizione e le corporazioni autoreferenziali che appesantiscono la macchina burocratica vanno smantellate insieme all’ingerenza della politica. La PAT deve concentrare risorse e impegno sui beni comuni e sui servizi pubblici abbandonando i settori in cui la sua presenza ha portato solo a sprechi e clientelismo. Merito, competenza e trasparenza guideranno le riforme del Movimento 5 Stelle:

  • ritorno alla gestione diretta per tutte quelle attività già in capo all’ente pubblico assegnate a società con fini di lucro per eludere controlli e norme del diritto pubblico (Patrimonio S.p.A., Trentino Riscossioni S.p.A., Itea S.p.A.);
  • dismissione di tutte le partecipazioni in società che operano in settori che non hanno nulla a che vedere con i beni comuni e con i servizi pubblici (Informatica Trentina, Mediocredito, Cassa Centrale, Banca di Trento e Bolzano, I.S.A., Diatec, Aeroporto Catullo…);
  • applicazione al personale di tutte le società provinciali del contratto di lavoro dei dipendenti PAT e assunzioni solo per concorso pubblico;
  • ricognizione della situazione patrimoniale delle partecipazioni e delle proprietà immobiliari di Trentino Sviluppo;
  • eliminazione della figura del dirigente generale: le competenze gestionali vanno assegnate ai dirigenti dei servizi scelti esclusivamente per concorso pubblico mentre i compiti di coordinamento verranno assegnati all’assistente dell’assessore;
  • eliminazione della prassi della nomina di dirigenti e funzionari provinciali in enti, società ed altri organismi cancellando comunque gli eventuali compensi aggiuntivi fino alla scadenza per gli amministratori in carica;
  • contenimento del numero dei Dirigenti di Servizio, introducendo un tetto massimo alle retribuzioni e criteri di valutazione obbligatoria che coinvolgano il personale;
  • introduzione di nuove regole per i concorsi pubblici: formazione di commissioni d’esame per metà esterne all’ente, integrate da un cittadino estratto a sorte dagli elenchi delle Corti d’Assise d’Appello che funga da garante della trasparenza;
  • eliminazione del potere della Giunta provinciale di scegliere volta per volta le modalità di svolgimento dei concorsi pubblici per eliminare la pratica dei concorsi tagliati su misura: per tutte le figure previste dall’organigramma della PAT regole, requisiti e modalità di svolgimento devono essere predefinite ed eventualmente aggiornate da una commissione composta come per i concorsi.

 

ENTI LOCALI

La speciale autonomia di cui gode la Provincia non va intesa come un privilegio o un diritto acquisito, ma come un’opportunità che va continuamente difesa, tutelata e rinnovata, con azioni volte alla sobrietà e all’utilizzo razionale e oculato delle risorse. Fondamentale a tal fine risulterà mantenere l’ente pubblico Regione, con funzioni di coordinamento tra le due Province Autonome di Trento e di Bolzano, affidare maggiore autonomia decisionale e finanziaria ai Comuni ed eliminare la Comunità di Valle, inutile carrozzone fonte di sprechi enormi di risorse pubbliche e strumento di controllo politico e clientelismo elettorale. Con l’istituzione della Comunità di Valle nel 2010, infatti, si è ulteriormente affermato il centralismo politico della PAT, che ha indebolito il senso di comunità e la partecipazione attiva dei cittadini alle scelte del territorio. Le Comunità di Valle, prive di competenze e appesantite da un organigramma del personale e da organismi assembleari ipertrofici e inefficaci, hanno provocato forti conflittualità a livello locale a causa del maldestro tentativo del governo provinciale di imporre ai Comuni competenze gestionali associate non condivise.

In tal senso vogliamo procedere con:

  • cancellazione delle Comunità di Valle;
  • trasferimento delle competenze alle unioni e alle associazioni volontarie tra Comuni;
  • incentivazione economica alla fusione dei Comuni più piccoli, avuto riguardo all’orografia del territorio;
  • potenziamento del ruolo e delle funzione delle ASUC, attraverso il trasferimento di competenze ora in capo ai Comuni, per favorire la partecipazione diretta e attiva dei cittadini alla cosa pubblica;
  • limite normativo di due mandati elettivi a qualsiasi livello istituzionale e divieto assoluto del cumulo di cariche.

DEMOCRAZIA DIRETTA

E’ ormai evidente come anche in Trentino la democrazia, così come siamo abituati a conoscerla, non riesca più a risolvere i problemi del territorio e a soddisfare i bisogni dei cittadini. Per il buon governo non è più sufficiente la delega data in bianco ai partiti tradizionali ogni cinque anni; sono necessari altri strumenti per controllare l’operato degli amministratori e per dare la possibilità ai cittadini di fare sentire la propria voce.

Il cittadino deve essere innanzitutto formato sui propri diritti e doveri, nonché informato puntualmente ed in modo trasparente sulle decisioni degli amministratori. Deve poi avere la possibilità tramite consultazioni popolari di esprime pareri su questioni ritenute importanti ed eventualmente, a certe condizioni, poter proporre e votare provvedimenti legislativi.

Il Movimento 5 Stelle appoggia in toto il Ddl 328/XIV attualmente in discussione in Consiglio provinciale proposto dal comitato apartitico Più democrazia in Trentino (www.piudemocraziaintrentino.org), disegno di legge ad iniziativa popolare presentato  per introdurre nella nostra provincia strumenti di democrazia diretta già in uso nelle democrazie più evolute.

Gli strumenti di democrazia diretta da introdurre sono:

  • insegnamento obbligatorio del diritto a partire dalla scuola primaria;
  • rafforzamento dell’istituto della petizione popolare;
  • dibattito pubblico obbligatorio per le grandi opere;
  • referendum confermativo senza quorum per atti legislativi e amministrativi provinciali;
  • referendum consultivo senza quorum;
  • referendum propositivo senza quorum per atti legislativi e amministrativi provinciali;
  • limite ai mandati dei consiglieri provinciali.

 

3. POLITICHE ECONOMICHE E SOCIALI

 

SOSTEGNO ALL’ECONOMIA

Soprattutto negli ultimi vent’anni la politica economica della PAT si è concentrata, con il pretesto della preservazione dei posti di lavoro, sui “salvataggi”, spesso inefficaci, di grande aziende anche multinazionali in crisi. A queste azioni inefficaci si sono affiancate politiche di incentivazione all’impresa (attraverso circa 420 milioni di contributi all’anno) molto spesso create ad hoc per aziende amiche degli amici (degli amministratori politici) con barriere e criteri di accesso sempre più insormontabili per le piccole e medie imprese.

Di fatto le migliaia di piccoli imprenditori hanno finanziato e continuano a finanziare con le proprie tasche, attraverso i tributi versati alla provincia, le grandi imprese e le imprese vicine al potere.

La proposta del Movimento 5 Stelle è semplice: cancellare questa anomalia, diminuendo quanto più possibile la pressione fiscale per le imprese, ma anche abbassando il più possibile le aliquote fiscali per tutti i residenti in provincia. La proposta seguente è, conti alla mano, sostenibile economicamente fin da subito.

La proposta in concreto:

  • azzerare l’IRAP da subito per tutte le imprese e professionisti (circa 170 milioni, escludendo banche e assicurazioni);
  • diminuire l’aliquota dell’addizionale regionale all’IRPEF  al minimo;
  • restituire alle imprese con procedura automatica 1/3 delle imposte dirette versate in Provincia;
  • rimodulare la politica tariffaria delle aziende pubbliche (Dolomiti Energia) per la fornitura di gas ed energia  utilizzandole come strumento di incentivazione e sostegno;
  • utilizzare le risorse ancora disponibili per l’emissione di “voucher” vacanze da destinare alle famiglie bisognose da utilizzare sul territorio provinciale.

Sarà inoltre istituito, anche con i risparmi sui compensi ai consiglieri eletti per il Movimento 5 Stelle, un fondo per aiutare le imprese meritorie in difficoltà finanziaria a fronteggiare il pagamento di eventuali cartelle esattoriali emesse per il pagamento di imposte arretrate.

 

TURISMO

Patrimonio e risorsa della collettività trentina

La vocazione turistica del Trentino è fondamentale: occorre giusta considerazione del turismo come motore di sviluppo e benessere.

Contro l’aumento incontrollato dei costi del marketing  territoriale, contro il processo di destrutturazione del comparto turistico trentino indotto dalla L.P. n.8/2002, contro lo sconfinamento del pubblico nell’attività di commercializzazione degli imprenditori turistici, le nostre proposte:

  • definire come obiettivo principale della politica turistica provinciale la sostenibilità;
  • ridefinire competenze e ruoli dei soggetti  pubblici e dei soggetti privati attraverso l’istituzione di un’Agenzia provinciale per la promozione turistica ed il marketing territoriale, con l’individuazione di alcune ramificazioni periferiche (contestualmente sopprimere divisione Turismo della Trentino Sviluppo e Aziende per il turismo, che costano ogni anno più di 60 milioni di euro) e utilizzare i fondi risparmiati per una politica di tutela e valorizzazione del territorio;
  • agevolare l’adeguamento delle strutture ricettive in funzione di risparmio energetico, qualità dell’ accoglienza e innovazione;
  • abbassare  e calibrare la pressione burocratica e fiscale sugli operatori del settore, tenendo presenti redditività delle imprese e capacità di innovazione (es. riduzione Imu sugli immobili alberghieri/ristoranti, semplificazione normativa antincendi)
  • utilizzare Dolomiti Energia per graduare la leva tariffaria relativa ad energia, gas e rifiuti in funzione di sostegno alle imprese creando un sistema virtuoso per abbassare i costi gestionali e promuovere innovazione ed ecosostenibilità;
  • adottare programmi di trasporto pubblico turistico integrato basato su sistemi di mobilità alternativa a basso impatto ambientale per la diminuzione del traffico, puntando ad un tipo di mobilità turistica dolce;
  • adottare un testo unico, legge quadro, della legislazione turistica provinciale, in funzione di semplificazione e trasparenza;
  • accrescere professionalità e qualità del lavoro nel settore turistico partendo dalla costituzione di un polo formativo del turismo e dalla scuola di Hotellerie;
  • creare sinergia efficace e controllata con i settori della cultura, dell’agricoltura, dell’artigianato, della salute e del benessere, del commercio, del volontariato, con l’obiettivo di tutelare, valorizzare e integrare le risorse  locali e proporre prodotti/servizi turistici autentici;
  • favorire il dibattito sul territorio per  definire il ruolo del turismo nella società trentina.  E’ necessario costituire tavoli territoriali per intensificare comunicazione e collaborazione fra livello centrale e ambiti periferici;
  • favorire una estesa cultura dell’ospitalità, sia negli operatori sia nella popolazione
  • promuovere e agevolare la nascita di nuovi prodotti turistici, idonei a destagionalizzare la domanda e a sostituire prodotti in declino o difficili da conciliare con uno sviluppo sostenibile.

WELFARE

In una società in rapidissima evoluzione, che mostra bisogni nuovi e sempre più complessi da affrontare con la massima competenza e professionalità, il Movimento 5 Stelle ritiene prioritaria una politica sociale fondata sui diritti fondamentali delle persone e attenta alle necessità delle categorie più fragili, dai minori ai disabili, dagli anziani alle donne, dai disoccupati alle minoranze (di genere, linguistiche, culturali).

Per fare fronte ai dilaganti problemi sociali che stanno investendo anche il Trentino, il M5S non crede che la soluzione siano i pesanti tagli in verticale che la PAT ha messo a bilancio in questi anni e che verranno inaspriti nel prossimo triennio. il M5S, al contrario, è convinto che solo un investimento serio e razionale delle risorse finanziarie e la soppressione dei tagli in questo settore possa permettere lo sviluppo di quelle azioni funzionali al sostegno di una società del benessere e della felicità.

Le nostre proposte si fondano sul princìpio “Nessuno deve restare solo, nessuno deve restare indietro”.

Per noi l’assistenza, però, non è sinonimo di assistenzialismo, fenomeno a cui abbiamo assistito per anni nel nostro ricco Trentino: un fiume di soldi pubblici dati a pioggia per puro scopo clientelare ed elettorale. Per noi l’assistenza, di alto livello e di alta qualità, deve essere fornita ai soggetti realmente bisognosi o in difficoltà.

L’erogazione di servizi, inoltre, pur privilegiando il modello pubblico, deve procedere nella direzione della sussidiarietà: la rete di servizi provinciali va cioè integrata con  l’associazionismo, il volontariato, le organizzazioni senza fini di lucro e con gli enti privati, purché operino in un regime di pubblica utilità e si uniformino agli standard qualitativi e ai controlli dell’ente pubblico. Ciò favorisce e stimola un sano confronto, nuove possibilità occupazionali e il miglioramento della qualità dei servizi, oltre alla valorizzazione di una cittadinanza attiva che coadiuva l’Amministrazione pubblica nella gestione dei servizi sociali.

BAMBINI

Nel campo dei servizi all’infanzia, le nostre proposte sono:

  • massimo sostegno alla rete pubblica di asili nido per l’infanzia, attraverso nuovi investimenti che vadano nella direzione del potenziamento dell’offerta;
  • capillarizzazione territoriale della rete pubblica di asili nido per l’infanzia, anche nelle zone più periferiche;
  • abbassamento delle rette, al fine di agevolare e incentivare l’accesso al servizio;
  • uniformazione dei servizi privati (asili nido e tagesmutter) agli standard qualitativi e ai controlli stabiliti per i nidi pubblici.

GIOVANI

Il M5S intende ampliare e arricchire i momenti e i servizi ricreativi, educativi e formativi destinati ai giovani, i quali vanno maggiormente coinvolti e resi parte attiva del processo progettuale e decisionale che li riguarda. Per raggiungere questo obbiettivo proponiamo:

  • sviluppo delle forme di aggregazione giovanile attraverso l’istituzione di Centri per i Giovani in ogni Comune;
  • incentivazione alle forme di associazionismo artistico, musicale, culturale, sportivo, che avranno come sede i Centri giovanili;
  • miglioramento dell’interfaccia tra i Comuni e i giovani, attraverso l’istituzione di un Tavolo permanente nel quale venga promossa la partecipazione dei ragazzi alla fase progettuale delle iniziative attivate a loro favore.

ANZIANI

Le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione comportano la necessità per l’ente pubblico di rivedere la strutturazione e l’organizzazione dei servizi sociali a favore degli anziani, nonché la quantità di risorse da impiegare. Il M5S ritiene necessario ed urgente incrementare l’attenzione alle esigenze della cittadinanza anziana sia in termini di assistenza e di supporto specifico, sia in materia di attività ricreative e di iniziative mirate di tipo culturale, sociale e motorio. Le nostre proposte riguardano quindi:

  • sostegno e promozione di tutte le attvità volte a prevenire l’isolamento e l’emarginazione delle persone anziane (Circoli ricreativi, Orti sociali, Feste, ecc..);
  • incremento delle iniziative tese alla valorizzazione della persona anziana nel proprio contesto familiare e nel tessuto sociale, come soggetto rilevante per la società (progetti con le scuole, con le associazioni, ecc..);
  • potenziamento e capillarizzazione territoriale dei Centri diurni per Anziani autosufficienti e parzialmente autosufficienti;
  • sviluppo del Servizio di Pronto Intervento per le piccole necessità a domicilio degli anziani soli (spesa, commissioni, pulizie, ecc..);
  • abolizione di tutti i tagli previsti per le RSA nel prossimo triennio;
  • promozione e potenziamento, in collaborazione con l’APPS, dell’assistenza domiciliare integrata, a sostegno del nucleo familiare e a favore dell’anziano non autosufficiente o parzialmente autosufficiente;

 

DISABILITA’

Obiettivo del Movimento 5 Stelle: rendere la Provincia di Trento “sbarrierata”, tramite:

  • abbattimento e/o messa in regola delle barriere architettoniche, abbattimento e/o messa in regola a seguito della mappatura totale della PAT, definizione dei punti critici;
  • revisione da 60 a 12 mesi dei contrassegni per la libera circolazione dei disabili, al fine di ridurre l’utilizzo dei contrassegni contraffatti;
  • istituzione di un nuovo Sportello provinciale per la disabilità, l’attuale normativa ( art. 9 della legge provinciale 10 settembre 2003, n. 8 ) va rivista e va rivista la convenzione con l’attuale gestore della convenzione);
  • applicazione maggiormente rigorosa della Legge 12 marzo 1999 n. 68 su Lavoro, collocamento obbligatorio e occupazione;
  • introduzione della figura di un tutor selezionato all’interno dell’azienda che, previa partecipazione a un corso di formazione, si occupi di favorire l’inserimento nel contesto aziendale della persona con disabilità.

SICUREZZA DEL TERRITORIO

Il poter vivere e muoversi in un contesto urbano senza paura, senza rischio di aggressioni, in piena sicurezza, può considerarsi parte dei diritti fondamentali di ogni cittadino.

Il tema della sicurezza è un valore chiave della convivenza civile e deve essere un impegno primario delle amministrazioni locali e di quella provinciale. Quest’ultima, in particolare, ha il compito di supportare e coordinare gli Enti Locali al fine di raggiungere standard di sicurezza elevati e ciò può avvenire, appunto, solo attraverso un’azione sinergica tra Provincia e Comuni.

Per il Movimento 5 Stelle la sicurezza si lega prioritariamente al concetto di prevenzione, intesa sia come insieme di misure atte alla riduzione di fenomeni criminosi, sia come insieme di strumenti volti a ridurre la percezione soggettiva di insicurezza.

La lotta al crimine diviene molto più efficace se si riflette in termini di “prevenzione del crimine” e non di “reazione al crimine”, e la Polizia Locale entra in gioco e va a rivestire un ruolo più ampio e con un diverso approccio quale mantenere l’ordine e la quiete, proteggere le libertà costituzionali, garantire la sicurezza degli spazi pubblici, assistere in tempo reale persone in pericolo, fornire soluzioni di problemi locali, ossia quello che in gergo viene chiamato “Community Police”.

Nella nostra Provincia vi sono poi fenomeni denominati “area grigia di illegalità” quali accattonaggio, a volte anche aggressivo, graffiti, prostituzione, truffe a domicilio, piccolo spaccio, problemi legati all’alcool e agli stupefacenti, furti in abitazione e su veicoli, ecc. Queste attività, anche se non pericolose, generano nei cittadini paura e comportamenti difensivi e di conseguenza allarme sociale.

Non si deve poi dimenticare la sicurezza stradale – nel 2011 le strade del Trentino sono state teatro di 1.500 feriti e 23 morti (forte Istat), di cui la maggior parte su strade provinciali.

Per il Movimento 5 Stelle va effettuato un cambio di rotta rispetto all’attuale politica sulla sicurezza, che vede tagli continui alle risorse e alle forze dell’ordine. Questo settore va potenziato, a garanzia di una maggiore sicurezza sia nei contesti urbani che stradali.

  • revisione dell’organizzazione e della formazione della Polizia Locale, attraverso un progetto di riordino generale del settore della sicurezza. Inserimento della Polizia Locale, dal punto di vista organizzativo, all’interno del Dipartimento della Protezione Civile trentina, per creare una rete di comunicazione unica territoriale e per un maggior monitoraggio del territorio aumentando la sinergia ed istituzione di un Ufficio provinciale che si occupi del tema della sicurezza provinciale integrata, che sia di supporto agli Enti Locali e che organizzi tavoli di confronto tra Enti;
  • aumento degli organici della Polizia Locale e potenziamento delle risorse – secondo i parametri e i valori previsti dal Progetto Sicurezza del 2002;
  • definizione degli standard minimi che ogni servizio dovrà fornire ai cittadini per un costante ed uniforme presidio su tutta la provincia. Messa in opera di sistemi articolati di comunicazione e interdipendenza tra i vari Comandi. Necessità di regolamentare le funzioni attraverso un organizzazione provinciale con un Ufficio Studi;
  • monitoraggio delle zone di degrado (accampamenti abusivi, fabbricati abbandonati, ecc.) in un’unica banca dati per valutare il fenomeno, l’eventuale espansione e le dinamiche, anche nell’ottica di georeferenziare i reati e le situazioni di disordine per individuare la correlazione reato/luogo;
  • implementazione degli impianti di videosorveglianza attraverso l’attivazione di un progetto provinciale che delinei le caratteristiche tecniche affinché i maggiori Comuni, anche attraverso dei contributi, attivino e/o implementino gli impianti di videosorveglianza presenti sul territorio. Manutenzione dello spazio pubblico come manutenzione della sicurezza urbana (migliore illuminazione, taglio siepi, ecc.); attivazione di sportelli/numeri verdi per assistenza alle vittime di reati;
  • accelerazione verso una rete unica delle Emergenze ed inserimento della Polizia Locale in questa rete con l’istituzione del Numero Unico per i cittadini.

IL CODICE DI COMPORTAMENTO DEI CONSIGLIERI M5S TRENTINO

I cittadini eletti nelle liste del Movimento 5 Stelle, che diventeranno in questo modo PORTAVOCE dei loro elettori, si impegnano davanti alla popolazione a sottoscrivere un codice etico di comportamento che servirà da guida e da controllo durante il loro mandato elettorale.

TRASPARENZA

  • votazioni in aula decise a maggioranza dai consiglieri M5S;
  • votazioni consiliari motivate e spiegate settimanalmente con un video report pubblicato sul canale Youtube del sito www.trentino5stelle.it;
  • rendicontazione delle spese trimestrali dell’attività consiliare sul sito www.trentino5stelle.it;
  • dimissioni obbligatorie del consigliere se condannato, anche solo in primo grado;
  • limite di due mandati a qualsiasi livetto istituzionale.

RELAZIONE CON I CITTADINI

Le istanze e le proposte avanzate dai cittadini sul portale del M5S Trentino –  nell’apposito link “La parola ai cittadini” – verranno prese in considerazione e discusse all’interno del Meetup Trentino, ed elaborate in forma di proposta di legge qualora votate da un numero congruo di cittadini.

 

TRATTAMENTO ECONOMICO

  • L’indennità consiliare percepita dovrà essere di 5mila euro lordi contro i quasi 10mila previsti dalla normativa. L’eccedente verrà restituito e devoluto ad un fondo per il sostegno alle piccole imprese trentine in difficoltà. Tale fondo sarà istituito e normato da una apposita legge provinciale che i consiglieri M5S proporranno in Consiglio, in modo che venga gestito direttamente dagli uffici pubblici preposti senza alcuna intromissione da parte del Movimento 5 Stelle.
  • Gli eletti rinunceranno anche all’indennità di fine mandato (65mila euro).
  • Come in Parlamento e nei Consigli regionali, verrà interamente restituita la quota spettante al M5S come rimborso elettorale.

Essendo il Movimento 5 Stelle Trentino espressione dei Meetup del territorio, ognuno costituito da persone con le proprie specificità, questo programma è la sintesi del valore aggiunto che ogni individuo, partecipando, ha apportato finora.

Tutti i Cittadini sono invitati a progettare insieme il Trentino del futuro.

PROPONI LE TUE IDEE NELLA SEZIONE DEL SITO

LA PAROLA AI CITTADINI

 

PROGRAMMA IN VERSIONE PDF