Protesta migranti, colpa della politica nazionale disorganizzata e fallimentare

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La protesta odierna dei migranti al Desert fa capire che anche a Trento la situazione è diventata ormai insostenibile e dimostra che le misure messe in atto dal centro sinistra nazionale e locale per affrontare la questione si sono rivelate un totale fallimento.

Anche a Trento giorno dopo giorno la situazione si aggrava e l’immobilismo della politica non fa che alimentare un conflitto sociale che in mancanza di interventi risolutivi esploderà in maniera drammatica: le strutture di accoglienza sono diventate enormi centri di raccolta di centinaia e centinaia di persone, costrette a rimanere in un limbo di incertezza addirittura per anni in condizioni che non fanno che esasperare il clima di frustrazione.

Il dato che ci allarma di più è che non esiste una politica europea in grado di tutelare l’Italia, che deve farsi carico da sola di questa emergenza, con soluzioni del tutto insufficienti che speculano sui migranti e non risolvono il problema, al contrario lo scaricano sulla popolazione residente.

Oggi a Trento i migranti hanno protestato in primis sui tempi lunghissimi delle pratiche di richiesta di asilo: un sistema di accoglienza efficiente dovrebbe prevedere prima di tutto tempi rapidi di identificazione e di assegnazione o meno dello status di rifugiato. Per uscire da questa situazione è sufficiente che il Governo accolga le proposte del M5S, che ha chiesto da tempo un piano di assunzioni per rendere rapide ed efficienti le commissioni devono identificare i migranti e valutare le loro richieste di asilo. Non possiamo continuare a sostenere noi Italiani per conto di un’Europa di burocrati il peso di una immigrazione sistemica. Le identificazioni siano rapide, chi ha diritto sia accolto nel rispetto delle regole, chi non ha diritto venga rimpatriato.

La protesta sulla qualità del cibo rende necessarie ulteriori verifiche sul perché la provincia abbia affidato il servizio pasti ad un grosso gruppo industriale di fuori provincia, invece che a un’impresa locale. Ma soprattutto ci chiediamo perché non sia possibile per i migranti ospiti di via Fersina occuparsi personalmente della preparazione dei pasti, come già facevano nella residenza alle Viote: sarebbe un modo per impegnarli in maniera costruttiva e responsabile.

In ogni caso, appare evidente che l’accentramento in grossi centri di raccolta sia una soluzione che non funziona: attualmente la maggior parte dei profughi è distribuita fra Trento e Rovereto. Non possiamo creare ghetti ammassando centinaia di persone che così non si integreranno mai. Il modello da perseguire è invece quello dell’accoglienza diffusa, coinvolgendo tutti i comuni.

Anche il sindaco Andreatta dovrebbe protestare contro il Governo, il ministro Alfano e la Provincia. Questo anche in riferimento alla chiusura delle frontiere austriache: le conseguenze per il Trentino Alto Adige sono preoccupanti. Il Governo deve prendere in mano la situazione una volta per tutte, coordinandosi con le Province e i comuni per organizzare un sistema d’accoglienza efficiente, rispettoso dei diritti umani, ma anche della sicurezza collettiva.

I consiglieri comunali M5S di Trento
Andrea Maschio

Marco Santini
Paolo Negroni