La Regione e il gioco delle sedie musicali

Finalmente abbiamo capito a cosa serva la Regione autonoma a statuto speciale Trentino Alto Adige.
Fino ad oggi ci sfuggiva il senso dell’agire di chi, a parole aveva sempre sostenuto la tesi dell’inutilita dell’istituto regionale, nei fatti lavorava per dimostrare a tutti la sua obsolescenza e nonostante ciò continuava a mantenerlo in vita.

Il M5s ha sempre ritenuto la regione l’ambito, la cornice e lo strumento ideale per affrontare e gestire (anche nell’ottica delle economie di scala) temi come il trasporto pubblico, i rifiuti, la sanità, l’istruzione e la formazione, la tutela dell ambiente.

Oggi scopriamo invece che l’unica ragione che sta alla base della sopravvivenza della Regione è la sua capacità di soddisfare le brame di chi rimane incidentalmente senza dama nei valzer ballati nelle Province autonome e che ovviamente non ritiene di potersi accontentare della magra indennità da consigliere semplice.

Si parla di riduzione delle risorse, di contenimento di costi, di tagli al welfare, alla scuola, alla sanità. Ma le indennitá maggiorate per le cariche regionali fanno gola al punto che, mentre si proclama di voler “fare meglio con meno” qualcuno arriva a pensare, nella stessa coalizione, di comportarsi esattamente al contrario, facendo le stesse cose spendendo piu soldi,  aumentando le poltrone (non le competenze o le funzioni), solo per averne una in più da spendere nel gioco delle sedie musicali.

In Austria il gioco è incomprensibilmente chiamato Reise nach Rom… ma come ci ha ricordato un cittadino in campagna elettorale “no serve nar a Roma per trovar quei che magna”.

Filippo Degasperi

Manuela Bottamedi