Solidarietà internazionale, è ora di cambiare

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Nel settembre scorso il Movimento Cinque Stelle denunciò la questione dei cospicui finanziamenti della Provincia Autonoma di Trento nei confronti di associazioni che si occupano di solidarietà internazionale.

In sintesi, segnalammo come quasi 9 milioni di euro in aiuti per l’estero fossero davvero troppi, considerato che in Italia ci sono altrettanti milioni di poveri ed una famiglia su cinque non riesce ad arrivare a fine mese. Anche a Trento, dove le piccole e medie imprese sono sempre più in crisi, nonostante c’è chi sostenga a Roma che siamo in ripresa.

Ricordato ciò, ecco arrivare, dopo cinque mesi, la notizia dell’inchiesta sugli aiuti della Provincia per alcune associazioni che, stando a quanto dicono gli inquirenti, anziché destinarli davvero alle popolazioni africane, sarebbero rimasti nelle proprie casse.

E si parla di cifre considerevoli con tanto di revoca di contributi per 640mila euro. E l’accusa è pesantissima: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Non vogliamo insinuarci nelle indagini, perché spetta naturalmente alla magistratura arrivare alle giuste conclusioni, però è doveroso sottolineare non tanto il “lo avevamo detto” quanto che ancora più sia necessaria una rivisitazione in toto della gestione dei fondi pubblici, magari accentuando i controlli su dove vadano a finire i soldi finanziati dalla PAT e se usati così come previsti dai progetti relativi.

Inoltre, il Movimento Cinque Stelle non è contrario alla solidarietà internazionale, al contrario di qualcuno che, cavalcando l’onda della notizia, già dice che bisognerebbe tagliare definitivamente i ponti con l’Africa. Ma riteniamo che i soldi destinati alle popolazioni povere siano troppi e male destinati. Per cui, ci vorrebbe un ridimensionamento e l’utilizzo di una parte di questi aiuti per sostenere la popolazione in difficoltà, a cominciare dai piccoli e medi imprenditori in crisi, perché ogni volta che una saracinesca si abbassa per non rialzarsi più, è una sconfitta per il tessuto economico della Provincia e, soprattutto, una o più famiglie che, da un momento all’altro, si trovano in una situazione di grave disagio.

In pratica, ci piacerebbe che la solidarietà non fosse solo “internazionale” ma anche “locale”, perché – purtroppo – i poveri sono anche al di là delle porte delle nostre case.