Statuto e Autonomia – Incontro candidati 31 luglio 2013

Hotel al Sole, Arco – 31 luglio 2013

Lo Statuto d’Autonomia della Regione Trentino-AltoAdige: origine, evoluzione e possibili riforme per un modello di autonomia integrale che includa istituti di democrazia diretta e competenze proprie anche in materia fiscale.
– Relatore: STEFANO LONGANO – Comitato Più Democrazia in Trentino

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Trascrizione simultanea dei concetti principali:

Come dice il Presidente del Consiglio Federale elvetico: Parlare poco ma esprimere concetti essenziali. Questa sera parliamo di FEDERALISMO e DEMOCRAZIA DIRETTA

Svizzera: COESISTENZA E CONVIVENZA sono nel dna dei cittadini (differenti lingue, religioni, tradizioni, partiti, orientamenti politici, …)

Il Governo Confederale è composto da chi prende più voti. Tutti i partiti partecipano al Governo secondo il PRINCIPIO DELLA CONCORDANZA per il bene di tutti.

INDIPENDENZA FRA POTERI DELLO STATO: l’esecutivo non può essere sfiduciato.

Cantone dei Grigioni (tre lingue ufficiali italiano, tedesco e romanzo come il Trentino Alto Adige): prevede la figura del Sindaco (Burgermaster), l’assemblea (che sono i cittadini) e se previsto dallo statuto comunale, il Consiglio Comunale. Tutte le leggi prima di entrare in vigore possono essere sottoposte a REFERENDUM CONFERMATIVO entro 60 gg dall’approvazione. Naturalmente tutti i referendum sono SENZA QUORUM.

L’assenza di quorum è un prerequisito essenziale per garantire la partecipazione dei cittadini come sottolineato dalla Commissione di Venezia, organo del Consiglio d’Europa.

Lo strumento del Referendum Confermativo per ogni legge (il freno della democrazia) e l’Iniziativa Popolare (l’acceleratore della democrazia) hanno permesso la costruzione di un sistema legislativo in linea con la volontà del popolo peraltro semplice ed essenziale, non caotico come il corpo legislativo italiano.

I Cantoni Svizzeri hanno competenza su tutte le materie che non sono esplicitamente attribuite alla Legislazione Confederale. Es. esistono solo due università federali: il Politecnico di Zurigo e quello di Losanna.

Il federalismo è essenzialmente l’AUTONOMIA DEI TERRITORI grandi o piccoli che siano (es. Cantone di Zurigo vs Cantone dell’Appenzello)

Italia ha una struttura pesantemente CENTRALISTA molto più della Francia, la quale ad esempio ha due tasse sulla casa: la prima per i servizi strutturali, la seconda per i servizi alle persone. Tali tasse sono fissate dal Governo centrale ma riscosse dai Comuni. In Svizzera sono le municipalità che svolgono la funzione di Agenzia delle Entrate e tutti i Cantoni hanno il loro sistema fiscale.

In Italia i primi territori ad avere delle prerogative speciali sono stati la SICILIA (1946) ed il TRENTINO ALTO ADIGE, quest’ultimo a seguito dell’Accordo internazionale Degasperi-Gruber. Nella Costituente i cittadini della provincia di Bolzano e della zona A dell’Istria non ebbero rappresentanti.

Le leggi 2, 3, 4 e 5 dopo l’entrata in vigore della Costituzione furono per il riconoscimento delle Regioni a Statuto Speciale.

Lo Statuto della Regione TAA del 1948 è l’unico con un “ancoraggio” internazionale. Le lotte per il riconoscimento della minoranza linguistica tedesca furono diverse ed alcune delle quali riguardavano la diffusione delle onde televisive austriache per contrastare il monopolio dell’etere della RAI.

1972 entrò in vigore il famoso “Pacchetto” a seguito di un appello delle Nazioni Unite.

Dal 1972 lo Statuto fu modificato 10 volte. L’ultima modifica fu a seguito della riforma del titolo V della Costituzione del governo Prodi nel 2001.

Le Regioni a Statuto ordinario hanno l’opportunità di scrivere il loro proprio Statuto seppur nei limiti restrittivi della norma nazionale. Le Regioni a Statuto Speciale non hanno l’iniziativa di modificare lo Statuto ma solo la FORMA DI GOVERNO tramite la Legge Elettorale e la Legge sul Referendum. E’ interessante notare la presenza del referendum confermativo (art.47 dello Statuto) per le leggi di modifica della forma di governo.

L’anno prossimo in Provincia di Bolzano si terrà il primo referendum confermativo della storia della Regione TAA. Si tratta del referendum confermativo sulla legge sulla democrazia approvata con la sola maggioranza della SVP nel giugno scorso. L’Alleanza per Più Democrazia di Bolzano supportata da una quarantina di associazioni sta raccogliendo le 8000 firme necessarie per richiedere il referendum e per presentare un’iniziativa parallela per riproporre un ddl alternativo sulla linea del ddl sottoposto a referendum propositivo del 2009.

Come riformare lo Statuto?
Trasformare le attribuzioni di FUNZIONE contenute nello Statuto in attribuzioni di COMPETENZA. Ad. esempio la possibilità di gestire gli ammortizzatori sociali nella più assoluta autonomia passando dalla tutela del posto di lavoro al sostegno al lavoro. Attualmente i soldi che le imprese versano per la cassa integrazione vanno direttamente all’INPS e successivamente le Province esercitano la “funzione” di distribuirli. Ovviamente le competenze vanno finanziate con “entrate certe”.

Per arrivare ad avere le COMPETENZE lo Statuto dovrebbe essere incardinato in un sistema federale. Tecnicamente il nostro Statuto potrebbe risultare inutile se la Costituzione fosse trasformata secondo principi federali.

Correlazione causale positiva tra vicinanza del centro di spesa della pubblica amministrazione con i cittadini ed efficienza ed efficacia della spesa pubblica e quindi dei servizi erogati.

Principi da adottare per una riforma in senso federale:

1) tutte le competenza che non sono delegate allo Stato sono attribuite alla Regione

2) le competenze concorrenti devono avere una procedura di definizione delle leggi quadro nazionali e delle legge di attuazione. Queste procedure potrebbero ad esempio essere definite dal “Senato delle Regioni” mentre le leggi di attuazione in armonia con le Commissioni Paritetiche

3) piena autonomia organizzativa ovvero che lo Statuto possa essere definito dai territori stessi e che sia concepito come fosse una Costituzione regionale. Diritti universali, Accordo Degasperi-Gruber ed altri principi costituzionali fondamentali sono gli unici vincolanti per le Regioni.

Altri punti:

4) i tributi devono essere in correlazione al servizio prestato (NB. differenza tra imposta e tassa). La conseguenza è che le imposte dirette ed indirette sono determinate dalla Regione. Su questa base lo Stato può compartecipare al gettito. Le accise vanno riformate. Es. in Svizzera l’imposta sui patrimoni è esclusiva dei Cantoni mentre solo quella sui redditi è compartecipata con la Confederazione. Le imposte indirette (IVA) sono divise al 50% tra Stato e Cantoni. Infine ogni imposta è corrisposta ad un servizio come ad esempio l’incremento temporaneo dell’IVA finalizzato alla costruzione del tunnel del Lötschberg.

5) Determinare la possibilità di organizzare e gestire autonomamente i Tribunali con l’eccezione dei Tribunali di ultima istanza. Attualmente per la riforma dello Statuto si parla solo di finanziare la giustizia autonomamente anziché di gestirla integralmente. In questo senso vale la pena di ricordare l’art. della Costituzione che prevede che la carica di giudice monocratico possa essere definita con una procedura elettiva. Sarebbe anche interessante poter eleggere direttamente il Difensore Civico. Attualmente questo è nominato con una maggioranza speciale dal Consiglio Provinciale.

6) Trasferire più competenze ai Comuni come peraltro sarebbe possibile fare attraverso Legge Regionale. La Provincia di Trento ha a disposizione all’incirca 1 miliardo di Euro da trasferire ai Comuni. Oggigiorno i criteri per la distribuzione sono determinati a discrezione della Provincia ed i Comuni hanno uno scarso potere di influenzare i criteri di ripartizione.

Questione trentino-sudtirolese:

– problemi da risolvere in comune: gestione delle acque, infrastrutture di trasporti, rete elettrica

– possibilità di garantire un controllo reciproco di tipo “check and balance” fra provincia di TN e di BZ

– discussione sulla Convenzione per il nuovo Statuto. Ci sono varie filosofie: una convenzione per ogni provincia, una convenzione unica regionale, una convenzione aperta alla società civile, etc.
Discussione:

Samuele: esiste un senso civico adeguato in Trentino per garantire un sistema come quello tratteggiato questa sera?

Risposta: strumenti di democrazia diretta adeguati produrrebbero un’informazione corretta ed un automatico coinvolgimento dei cittadini con la conseguenza di incremento del senso civico

Paolo: non ci sono forze politiche – eccetto il M5S – con l’interesse di eliminare il quorum. E’ un obiettivo impossibile da raggiungere perchè non ci sono i numeri
Risposta: storicamente si è arrivati a situazioni con un buon bilanciamento tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa. Già nell’Antica Grecia la procedura elettiva era vista di malocchio. Attualmente nella Costituzione di alcuni States (es. Massachusetts e Pennsylvania) è prevista la possibilità di ribaltare i governi da parte di cittadini. In molti stati c’è l’istituto dei “Recall” (richiamo dell’eletto) ed in molti ci sono istituti di democrazia diretta introdotti dal cosiddetto Progressive Movement (es. Arizona, California, Oregon, Florida, etc.)

In Svizzera c’è la assoluta SEPARAZIONE DEI POTERI su ispirazione della Costituzione Americana mentre in Italia c’è solo la DIVISIONE DEI POTERI senza opportuni meccanismi di Check & Balance. In Svizzera c’è il referendum finanziario obbligatorio per spese superiori ad un certo importo ed un governo collegiale che non vuole mettere in risalto “personalità” bensì la “concordanza” fra le diversi parti (vedi sopra).

Con un sistema come quello italiano l’esecutivo minaccia una crisi di governo per ogni provvedimento (o meglio per una serie di provvedimenti).

Giorgio: La modifica dell’art.138 potrebbe modificare le condizioni determinate dallo Statuto d’Autonomia?
Risposta: il problema non è la modifca del 138 bensì la modifica dell’art.138 in funzione di modificare altre parti della Costituzione. Il rischio di questa modifica alla Costituzione è relativo alla modifica delle materie concorrenti qualora venisse inserito l’articolo inerente il cosiddetto “interesse nazionale”

Paolo: decentrando troppo le decisioni non si rischierebbe di perdere il controllo sulla spesa pubblica?

No.

Lorenzo: è vero che i Trentini prendono più soldi a livello pro capite rispetto il resto d’Italia?

No.

Michela: domanda relativa al sistema tributario. Lasciando le Regioni libere di decidere il livello di imposizione fiscale non si correrebbe il rischio di andare incontro ad una situazione di arbitraggio fiscale?

Risposta: La soluzione è far coincidere l’interesse di incassare con la capacità di spendere. Le differenze di imposizione a livello cantonale permettono un’ottimizzazione del funzionamento del sistema economico. Es. Cantoni territorialmente meno competitivi (es. perchè decentrati) possono attrarre imprese che altrimenti non avrebbero interesse a localizzarsi in quel luogo (es. Zugo)