Via Dante: un passo verso la mobilità sostenibile o un regalo alle auto?


Guardando il progetto di ristrutturazione di Via Dante si nota la cancellazione della ciclabile.
Non esisterà più una porzione di strada protetta per le biciclette nel doppio senso di marcia le quali dovranno transitare nel traffico automobilistico che, dalle dichiarazioni dell’assessore lette sui giornali, dovrebbe essere a senso unico in direzione sud.
Crediamo sia chiaro a chiunque che eliminare la percorribilità ciclistica di Via Dante in direzione nord sia deleterio per la promozione della mobilità sostenibile, obbligando i ciclisti ad utilizzare strade ben più pericolose o il centro cittadino e di fatto tagliando in due la città.
D’altro canto, se si volesse mantenere il doppio senso ciclabile, risulterebbe una commistione veicolare con un raccordo potenzialmente problematico con Via Borgo Santa Caterina, non oggetto di trasformazione.
Si creerebbe un raccordo tra una ciclabile protetta a doppio senso (Via Borgo Santa Caterina) e una zona mista auto/cicli (Via Dante).
Considerato che la ristrutturazione creerà una zona a 20 km/h, stando alle notizie lette sulla stampa, crediamo sia quasi naturale pensare a una convivenza tra pedoni, cicli e veicoli, con una maniacale attenzione da parte dell’amministrazione alla difesa dei più deboli. Difesa che dovrà, speriamo, essere attuata non vietando loro l’uso della strada ma obbligando i veicoli al rispetto civico di pedoni e ciclisti, prima che al rispetto del codice della strada.
Crediamo sia giunto il momento di organizzare parti della città in modo “educativo” nei confronti di chi utilizza mezzi potenzialmente pericolosi ed impattanti. Crediamo che i veicoli a motore debbano essere considerati, così come avviene in nord Europa, elementi di disturbo e di fastidio nei centri cittadini, i quali non possono più essere considerati direttrici veicolari ma zone commerciali, di passeggio e di raccordo Sostenibile.
Questo implica una informazione capillare e puntuale ai cittadini e agli automobilisti che imboccano la via, ma soprattutto un controllo puntuale e senza sconti da parte della nostra Polizia Municipale in ogni momento della giornata e anche nelle ore meno frequentate, per evitare che la nuova strada sia monopolizzata di fatto dai mezzi a motore.
Dobbiamo pensare che attualmente la ciclabile viene utilizzata anche da bambini e ragazzi, i quali sono, per loro natura, meno visibili e più instabili. Il senso civico di ogni automobilista dovrà essere sviluppato non tanto per la paura di contravvenzioni, che dovranno essere certe e inflessibili, quanto per la consapevolezza di utilizzare un boulevard non più veicolare.
Ricordando che, stante il limite dei 20 km/h, viaggiando ai 60 km/h si deve comminare la sospensione della patente, crediamo che, in una prima fase, occorra la presenza costante e inflessibile delle nostre forze di controllo.
In definitiva il progetto è condivisibile, ma occorre capire come verrà gestito nel futuro. Se l’amministrazione avrà la forza di contrastare le critiche dei drogati di automobile, i quali sono una minoranza rumorosa ma che sa, e le elezioni passate ne sono l’esempio, organizzarsi per fare opinione.
Per questo avremmo plaudito a un coinvolgimento delle associazioni dei ciclisti, un lavoro preventivo nelle scuole, a una informazione capillare preventiva. Tutto per far capire alla popolazione le motivazioni e il futuro della città.
Il tema è di nuovo sulla visione e la necessità di coesione di questa maggioranza, con troppe anime e unità solo dalla necessità di governare.
Per ogni argomento (tranne le puzze) vediamo pensieri diversi e spesso contrastanti.
Ai roveretani non ha stufato tutto questo chiacchiericcio inconcludente?
In tema di mobilità Rovereto, seppur con finanze per fare qualsiasi operazione vista la disponibilità di bilancio paragonata alla scarsità di risorse di analoghe città fuori provincia, è ferma agli anni ’70.
Abbiamo proposto progetti e visioni future, abbiamo cercato di portare esperienze internazionali, il Movimento 5 Stelle non è una minoranza sterile di sola protesta, al contrario abbiamo una visione precisa di come costruire città umane e vivibili. Per progettare e far partire un enorme e fruttuoso cantiere cittadino che ci faccia riappropriare dei nostri spazi vitali.
Questo non solo a Rovereto, questa è la nostra visione nazionale. Rovereto avrebbe “solo” la possibilità di farlo in autonomia ed essere la capofila.
Basterebbe il coraggio di sfruttare le passioni e le idee proposte.
Il timore è che questa maggioranza, al pari del centrosinistra autonomista, non ci farà fare nessun salto di qualità, troppo intrisi di autoreferenzialità e tensioni interne per accettare proposte altrui.
Paolo Vergnano
MoVimento 5 Stelle Rovereto