Come Movimento 5 stelle condividiamo la bella lettera che Luigi Casanova ha inviato al direttore dell’Adige l’1 dicembre, nella quale denuncia la linea mainstream del giornale dove il direttore afferma che la pace implica della responsabilità col sottinteso che è necessario continuare ad armare l’Ucraina senza tenere in minimo conto le ragioni della Russia.
Un mainstream che ha aggredito Francesca Albanese solo perché ha detto ciò che molti di noi pensano e cioè che la stampa italiana, sul genocidio di Gaza, è stata spesso silente.
Casanova obietta che ci vuole più responsabilità e coraggio a parlare di pace perché più complesso, più lungimirante, fondato su un concetto di solidarietà internazionale più difficile da conseguire rispetto a risolvere le controversie con la guerra, compresa quella sostenuta dall’Europa. Così facendo l’Europa ha abdicato alle ragioni dei suoi fondatori che l’avevano pensata come baluardo contro nuove guerre.
Un’Europa che, asservita alle lobbies, in particolare a quella degli armamenti, sta portando le nuove generazioni verso il baratro.
“Egregio direttore,
ho ben compreso la linea del nostro giornale riguardo il tema della pace, dell’Europa, dell’avanzante cultura militarista. Ricco di fiducia ho impiegato forse troppo tempo.
Lei nelle funzioni di direttore, come del resto la proprietà e la redazione, avete tutto il diritto di pubblicare scegliendo tra le tante lettere che vi giungono. Quindi anche nei miei confronti, se provo a ragionare di pace (autentica e duratura come lei sostiene), di Europa del futuro (come intesa da Paolo Rumiz o da Jacques Charmelot), della cultura militarista come travolgente nel mondo e in tutte i partiti di destra e di sinistra, quello scritto non va pubblicato.
Ne prendo amaramente atto. Del resto, come evidente da quattro anni, gran parte, non tutto, del giornalismo italiano ha scelto questo percorso; invece scandalo se Albanese si permette di esprimere tale evidenza. Fra qualche anno speriamo di poter analizzare a menti lucide quanto culturalmente ha travolto la nostra Europa e il mondo intero. Da Trump a Meloni, a Putin e agli arabi e in troppi opinionisti.
Riferisco solo un passaggio del suo editoriale di oggi, in breve dice così: pace è non assumersi responsabilità. Probabile (sono certo che non sia così) che lei non conosca il mondo della pace, quello cattolico e quello laico. Pace è assunzione di responsabilità individuali, sociali, politiche, di visione e di realismo, pace è progettare un futuro dell’umanità su temi lungherò, è internazionalismo solidale. Non significa permettere a Putin di agire come vuole, ad esempio, ma leggere la realtà (Europa e NATO hanno perso quella guerra), quindi farsi carico di complessità, comprendere anche le ragioni di sicurezza che Putin invoca.
Significa avere coraggio e responsabilità nei confronti di Israele mentre continua lo scempio di un popolo. Tralascio l’analisi completa, sarebbe necessario una convegno onesto per discuterne di questi temi (ricorda Helsinki?).
I miei maestri sono stati padre Ernesto Balducci, don Enrico Chiavacci, Aldo Capitini. Interpreti di tempi e capacità realistiche che sono state umiliate, vedasi cosa è oggi il Mediterraneo. E fra quelli politici, mi hanno accompagnato Willy Brandt, Olof Palme, Pietro Ingrao. Cosa rimane di quella visione di Europa? Un disastro, mercato, investimento in armi, alimento di disvalori, arroganza, suicidio politico. Chissà se questo tragico teatro, questa miseria culturale e politica dell’Europa di oggi permetterà a qualcuno più giovane di analizzare la tragedia nella quale il pianeta intero e tutta l’umanità vengono trascinati. Da destri e sinistri.
La saluto, con franchezza, ricordandole anche che fra i lettori ci sono cittadini, alcuni dei quali ancora pensano, studiano e rimangono sempre qui soli.
Luigi Casanova”
A cura di Paolo Degasperi

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