L’incontro pubblico si è aperto con una riflessione forte e chiara di Alex Marini: “La cosa più urgente oggi è costruire un’alleanza contro la guerra e contro il riarmo.”
In un momento di crisi internazionale, i governi rispondono aumentando le spese militari, individuando nemici a ogni costo. Ma noi abbiamo una visione diversa.
Papa Francesco ha smascherato l’ipocrisia dei potenti. Il 5 aprile a Roma, 120.000 persone hanno gridato al mondo la voglia di stare insieme e di investire risorse nei servizi sociali, non negli armamenti.
Parliamo di 800 miliardi: una cifra folle destinata a strumenti di morte, a vantaggio di pochi imprenditori legati alle lobby delle armi.
Questi cittadini hanno detto chiaramente che non sono disposti a sacrificare il benessere di tutti per arricchire pochi.
Giulia Bortolotti ha ringraziato i partecipanti, denunciando l’ipocrisia di chi si riempie la bocca con slogan come “Amiamo Trento” ma chiude gli occhi davanti alle infiltrazioni mafiose rivelate dall’inchiesta Romeo. L’alleanza civica “Trento in Piazza” nasce proprio per proporre un vero cambiamento.
Paolo Ferrero, da sempre in prima linea per la giustizia sociale, ha lanciato un NO netto alla guerra.
Tagliare le spese militari, aumentare gli investimenti nel welfare e nell’integrazione, smettere di comprimere i salari e rilanciare il mercato interno: questa è la via.
L’Europa deve unirsi per la pace, non per costruire un esercito contro la Russia.
Ha ribadito due SÌ fondamentali: sì alla difesa dell’ambiente e sì ai diritti civili per tutti.
La politica tradizionale, sia di centrodestra che di centrosinistra, non propone alternative reali. L’esercito europeo nasce con un obiettivo bellico, non con uno di pace.
Meloni segue Trump in tutto, tranne nell’unico punto condivisibile: smettere con questo massacro.
La pace si costruisce con la volontà dei popoli, non con gli arsenali atomici.
Alex Marini ha sottolineato l’assenza quasi totale di copertura mediatica per la grande manifestazione del 5 aprile, un silenzio che rivela molto sulla libertà d’informazione in Italia.
Poi ha preso la parola Pedullà: ha ringraziato Trento e il Trentino, definendo Giulia una “guerriera coraggiosa”, così come tutti quelli che la sostengono.
Sfida difficile, quella di opporsi a un sistema che comprime diritti, diffonde disuguaglianze e promuove una società securitaria, sostenuto da un’informazione distorta.
“Ci accusano di essere visionari — ha detto — ma la verità è che tutto sta cambiando, e purtroppo in peggio. Il nostro impegno è fondamentale.”
Se dai risultati elettorali emergerà lo status quo, significherà che c’è ancora chi vuole la guerra e tagliare il welfare.
Ma noi vogliamo un altro mondo. Un mondo dove si combatte la povertà, non si finanziano i conflitti.
La Germania ha chiesto la deroga al Patto di Stabilità per armarsi. E quando si accumulano armi, prima o poi si usano.
Stiamo avanzando passo dopo passo verso un unico traguardo: la guerra.
Durante il dibattito con il pubblico sono emersi altri temi fondamentali:
- la contrarietà all’inceneritore in Trentino, giudicato inutile;
- il boicottaggio di Leonardo, azienda produttrice di armi sul territorio;
- lo slogan “PACE, PANE, TERRA”;
- la denuncia dello scandalo Benetton e della gestione dell’autostrada A22, simbolo del profitto privato su beni pubblici.
Filippo Degasperi ha ribadito l’assurdità di opere inutili come il bypass, la funivia del Bondone o la nuova passerella sull’Adige: modelli di sviluppo superati.
Pantano (Rifondazione Comunista) ha denunciato il genocidio in atto in Palestina e l’Italia che, complice, continua a fornire armi a Israele.
“Se non ci opponiamo a questo massacro, siamo complici”.
Intanto le spese militari italiane sono passate da 18 a 32 miliardi, mentre mancano fondi per sanità, edilizia popolare, scuola, e sempre più persone dormono per strada.
Dobbiamo far sentire la nostra voce ovunque. Costruiamo la pace, smascheriamo le bugie, uniamo le forze.
a cura del Comitato di redazione
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