Sintesi della lectio magistralis pronunciato al teatro S.Marco di Benevento dal prof. Cacciari il 6 dicembre 2023.
Cacciari, dopo aver preso in considerazione le molteplici cause storico-politiche che hanno portato al nazismo, cerca di spiegare come si è arrivati alla Shoah entrando in un ambito che non è più storico, ma filosofico, antropologico e io direi anche psicologico-sociale.
E presenta tre fenomeni che possono spiegare la tragedia.
Il primo si può riassumere con la frase di Nietzsche: “Quando l’umanità diventa gregge, vuole l’animale capo” e questo succede in momenti di forte crisi come quella tedesca alla fine della prima guerra mondiale. S’instaura nell’animo umano la lotta interiore tra libertà e obbedienza e, si sa, scegliere la libertà è pericoloso, persino mortale. Un storico israeliano ha detto che i Tedeschi rischiavano molto di più a dissentire rispetto, oggi, agli Israeliani e si riferiva, in particolare, agli intellettuali.
Cacciari poi prendeva in esame un secondo aspetto e cioè il discrimine tra razionalità e follia. Una soglia, egli dice che non è un muro, ma, appunto, una soglia che è facile oltrepassare se non riusciamo a controllare la nostra istintualità.
Il terzo aspetto da lui preso in considerazione, è la disumanizzazione del “nemico” che porta al suo annientamento, al suo annichilimento. Il genocidio, a differenza di una guerra è la volontà di cancellare il “nemico”, non di sconfiggerlo! Il 7 ottobre, e qui parlo io, è servito alla destra israeliana a realizzare l’obiettivo del sionismo e cioè la creazione del Grande Israele che non può prescindere dell’eliminazione del popolo palestinese che infatti è stato “disumanizzato” per giustificare il genocidio, cancellando città storiche, università, moschee, ecc.
Vi ricordate Netanyahu e compari parlare dei Palestinesi come di “animali”?
E qui non c’è giustificazione che tenga: l’ eliminazione di un popolo e della sua storia e cultura è un crimine contro l’umanità che abbia come vittime gli Armeni, gli Ebrei o i Palestinesi!
Cacciari, in conclusione, ricorda che, a differenza dell’IA, la memoria umana è dotata dell’oblio. Ci si dimentica delle cose, consapevoli di dimenticare. Dimenticare fa poi rima con perdonare perché solo col perdono si ottiene una vera pace.
Certo, quando le ostilità vanno avanti da settant’anni come tra Israeliani e Palestinesi, il perdono e quindi la pace diventano molto difficili.
a cura di Paolo Degasperi
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