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Riportiamo di seguito l’articolo scritto da Alex Marini, ex consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, in cui vi è una critica al sistema politico e mediatico occidentale, accusato di una prolungata inerzia e complicità riguardo al conflitto israelo-palestinese dopo il 7 ottobre 2023.

I media vengono accusati di aver taciuto per oltre un anno sulla reazione israeliana, descritta dall’autore come “sterminio sistematico”. La stampa italiana, dai quotidiani di destra a quelli che esprimono la linea del potere dominante (Corriere, Repubblica, Il Foglio), è ritenuta colpevole di “mistificazioni”. Solo poche eccezioni, come The Intercept, Il Fatto Quotidiano e Il Manifesto, avrebbero fornito una denuncia lucida. Il testo sottolinea anche come i media nazionali e locali abbiano ignorato o minimizzato le prime manifestazioni a favore della Palestina, per poi dare ampio risalto a quelle organizzate da partiti più “cauti”.

Sul piano politico, il testo denuncia la debolezza e l’isolamento delle prime iniziative di protesta. Pur riconoscendo l’importanza di azioni come la raccolta di firme per il riconoscimento dello Stato di Palestina, l’autore lamenta che il Parlamento non abbia ancora votato la proposta. Viene evidenziata la cautela di molti partiti, che solo in pochi hanno osato parlare apertamente di “pulizia etnica e genocidio”. La partecipazione a manifestazioni di massa è stata tardiva (solo nel 2025) e spesso con posizioni prudenti, come nel caso della “delegazione ristretta” del Partito Democratico.

In sintesi, il testo attribuisce al sistema politico e mediatico la colpa di aver soffocato il confronto democratico, escluso le voci dissonanti e neutralizzato la nascita di una coscienza collettiva, portando a un’indifferenza diffusa di fronte a una tragedia umanitaria.