Domenica 7 dicembre 2025: Sala di Via Verruca, Trento
Tre ore di conversazione con Sam Weinstein e Giorgio Riva (che traduceva dall’inglese) in una sala affollata e attentissima. Così si è svolto il pomeriggio di domenica, cercando di capire cosa accade realmente nel mondo, con protagonisti come Palestine Action, Gaza e Israele. Purtroppo, le notizie che giungono da quei luoghi martoriati sono spesso censurate o manipolate.
Palestine Action: chi sono e cosa fanno
Attività di protesta: Da oltre 100 settimane, Palestine Action tiene un picchetto prima davanti alla casa dell’ambasciatrice di Israele e poi davanti alla sede dell’ambasciata a Londra. Protestano contro guerre, riarmo e colonialismo israeliano, e denunciano il sostegno internazionale allo stato sionista.
Obiettivi: sostengono i movimenti di resistenza a favore di Gaza, compresi quelli formati da ebrei che si schierano dalla parte degli oppressi.
Risultati : le manifestazioni e gli scioperi pro-Palestina organizzati in Italia hanno avuto un’eco significativa a livello mondiale. Sam Weinstein afferma che, se si è arrivati a una seppur fragile tregua, lo si deve anche alla pressione dei movimenti pro-Gaza nati sia in Italia che nel resto del mondo.
Sionismo, ebraismo e diritto alla resistenza
Sam Weinstein ha spiegato che il sionismo non rappresenta l’ebraismo nel suo complesso. Negli Stati Uniti molti giovani ebrei protestano contro Israele, ispirandosi ai loro nonni che si opposero alla guerra in Vietnam. Si afferma inoltre che i Palestinesi hanno diritto a resistere all’occupazione, a ritornare nei territori occupati e che a Gaza si stanno compiendo crimini gravissimi: genocidio, femminicidio e genocidio riproduttivo (bambini a cui sono stati distrutti gli organi riproduttivi).
Repressione e limiti alla protesta
Legislazione restrittiva: in Italia e in Europa, vari decreti legge (ddl Romeo, Delrio, Gasparri) hanno inasprito le pene per chi protesta contro Israele. Esporre cartelli come “Palestina Libera” può essere considerato una manifestazione di odio, con condanne che arrivano fino a 9 anni.
Segnalazioni di antisemitismo: si organizzano corsi obbligatori per insegnanti e magistrati sulla cultura ebraica e israeliana, spesso presentando gli ebrei come un fronte unico. In realtà, molte associazioni ebraiche partecipano alle lotte di solidarietà con la Palestina.
La situazione a Trento
Durante lo sciopero del 2 ottobre, 38 persone sono state denunciate per il blocco della stazione di Trento, un evento senza precedenti dagli anni ’90. L’avvocato Cianci ha suggerito di dichiarare pubblicamente che i denunciati non erano soli, ma rappresentavano tutti i cittadini (circa 2.000) che hanno partecipato alla protesta. Gli attivisti hanno ribadito il loro orgoglio per aver partecipato.
Informazione e silenzio mediatico
Dal 7 ottobre nel Regno Unito si sono tenute 31 manifestazioni, ma i media ne hanno parlato poco o nulla. Stesso silenzio in Italia. Foto e video condivisi tramite cellulari hanno permesso di rendere pubblici questi eventi e farli conoscere al mondo.
Proposte e conclusioni
Movimento internazionale: è necessario creare un movimento globale che mantenga alta l’attenzione sulla situazione di Gaza e della Cisgiordania, dove i crimini contro la popolazione continuano.
In conclusione , la serata ha rafforzato la consapevolezza sulla grave situazione in Palestina e sull’importanza di continuare a informare e protestare, nonostante restrizioni e silenzio mediatico. È fondamentale organizzare azioni di solidarietà a livello internazionale.
Di Renata Righi
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