Sabato 8 novembre, a Trento, si è svolto un interessante evento pubblico dedicato al tema della riforma dello Statuto di Autonomia del Trentino-Alto Adige/Südtirol, dal titolo “Prospettive, criticità e futuro dell’autogoverno regionale”, organizzato dall’associazione Più Democrazia in Trentino.
Al dibattito hanno partecipato:
Alfonso Colucci, deputato e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Affari Costituzionali;
Alessandro Urzì, deputato di Fratelli d’Italia e relatore del disegno di legge governativo;
Ugo Rossi, presidente della Provincia autonoma di Trento dal 2015 al 2018. Ha moderato l’incontro Alex Marini, Presidente di Più Democrazia in Trentino.
È stato il primo confronto pubblico da quando, nelle dichiarazioni programmatiche del 25 ottobre 2022, il Governo ha espresso l’intenzione di riformare lo Statuto di Autonomia. Dopo l’avvio del tavolo tecnico tra Governo e Province autonome – durato circa due mesi – il disegno di legge costituzionale è stato approvato dal Consiglio dei Ministri nell’aprile 2025. Successivamente, il 7 ottobre 2025, la Camera dei Deputati ha approvato il testo (con l’astensione del Movimento 5 Stelle), e ora si attende la deliberazione finale del Senato.
Il percorso, tuttavia, appare preoccupantemente rapido. In quattro e quattr’otto si rischia di modificare lo Statuto di Autonomia, senza un reale coinvolgimento dei cittadini e ignorando le osservazioni, le proposte e gli emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle attraverso il deputato Colucci, incentrati su trasparenza, partecipazione e democrazia locale.
Nel corso del dibattito, Alessandro Urzì ha difeso il disegno di legge, sostenendo che il nuovo Statuto assegna maggiori competenze alle Province autonome, ampliando e specificando le materie in cui queste possono legiferare — ad esempio in ambito ambientale, edilizio, faunistico e dei contratti pubblici. Ha inoltre sottolineato che sono stati rimossi i vincoli stringenti che in passato limitavano l’autonomia normativa e che spesso portavano a interventi della Corte Costituzionale.
Ugo Rossi ha condiviso in gran parte questa posizione, ritenendo positivo l’ampliamento delle competenze affidate alle Province autonome.
Di tutt’altro avviso Alfonso Colucci, che ha ricordato come nuove competenze non significhino automaticamente più democrazia o maggiori possibilità per i territori. Al contrario, ha denunciato che il ruolo del Parlamento, dopo questo “lifting” dello Statuto, risulta notevolmente ridimensionato, mentre il potere esecutivo — cioè il Governo — si riserva di legiferare persino su aspetti di rango costituzionale.
Gli interventi del pubblico hanno confermato un forte interesse per la riforma, ma anche una diffusa preoccupazione per la mancanza di partecipazione e per la sensazione che tutto si stia decidendo in modo verticistico, senza un autentico coinvolgimento della cittadinanza.
A cura del Comitato di Redazione
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