Chi perderà sarà come sempre il Referendum 


Come ormai accade continuamente in Italia la questione referendum crea più confusione che soluzioni. Il fatto stesso che la prima questione sia portata a livello politico e non sostanziale fa veramente cadere le braccia. Da tutte le parti vengono urlate le proprie personali posizioni ma pochi entrano nel merito della questione. Anche il metodo di divulgazione (propaganda) è assolutamente controproducente; costoso, invadente, sfacciato e poco efficace, sia da parte del SI che da parte del NO. Molto abbiamo da imparare in merito alla democrazia diretta o partecipata e poco vogliamo fare per permettere ai cittadini di essere informati, partecipi ed attivi alla vita politica e sociale. Un esempio tra tutti po’ essere la Svizzera, che vanta più di un secolo di attuazione di forme di democrazia diretta. In caso di referendum il Governo si impegna a divulgare a tutti gli aventi diritto di voto un opuscolo informativo dove compaiono: una sintesi del quesito e le motivazioni per le quali il quesito è posto, le motivazioni per il SI, le motivazioni per il NO, la linea politica governativa. Con questo strumento tutti possono essere sufficientemente informati per espletare il loro diritto/dovere di voto e chi vuole approfondire alcuni temi ha comunque una buona base di partenza. Noi continuiamo a strillare SI, NO e a tappezzare muri, piazze, autobus ed altro di cartelloni inneggianti SI o NO sempre più colorati, più grandi e più pacchiani. Se quanto investito in queste forme di propaganda distorta fossero investite in altro modo oltre che a giovarne le nostre tasche ne gioverebbe la nostra possibilità e volontà di scelta. Leggere che professori universitari, si presume con una certa levatura culturale, rimandino la loro decisione di voto alle facce di chi dice SI o NO è sconfortante e, a meno che le persone in questione non ricoprano un posto sbagliato e non adatto alle loro capacità intellettuali, fa drammaticamente pensare che al voto andranno un considerevole numero di persone che non hanno assolutamente idea di cosa voteranno decretando così la fine dei valori dell’istituto giuridico elettorale del Referendum. Emblematico anche il fatto che dietro le esternazioni dei vari politici e rappresentanti dei cittadini che si dicono favorevoli al SI o al NO e sbandierate a gran voce con tutti i mezzi di comunicazione viene invece bloccata la diretta delle sedute consiliari del Comune di Trento adducendo ad un obbligo di sospensione delle trasmissioni durante la campagna elettorale. Si evidenzia ulteriormente il fatto che il referendum viene considerato come campagna elettorale e non come strumento dei cittadini per esprimere un loro consenso. Non si elegge nessuno, si opta per una soluzione o l’altra e nessuno ha ben capito cosa queste due soluzioni comportino, contano solo le facce.
Consiglieri comunali M5S di Trento
Marco Santini
Paolo Negroni
Andrea Maschio