A seguito del documento dell’ex Consigliere Provinciale del Movimento 5 Stelle Alex Marini inviato ai giornali il giorno 14 settembre e non pubblicato (vedi qui), abbiamo provato a dare delle risposte alle domande che si è posto. Ecco ciò che abbiamo elaborato…
Perchè per ben 2 anni il nostro Paese ha dolosamente glissato su ciò che Israele sta facendo a Gaza, nonostante l’enormità del genocidio in atto che non può lasciare indifferenti le persone con un minimo di umanità?
E’ davvero sconcertante quello che stiamo vivendo; oggi, purtroppo, abbiamo raggiunto il punto più basso dell’ informazione italiana.
Il risveglio tardivo sul genocidio palestinese in atto è dovuto, infatti, all’informazione corrotta del nostro Paese.
Follie belliche e disinformazione stanno avvelenando le coscienze di questo Paese, non solo a livello nazionale, ma anche a quello internazionale e globale.
Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, ha chiarito tutto nei suoi tre report: il primo “Anatomia di un genocidio” nel marzo 2024, il secondo “Genocidio come cancellazione coloniale” nell’ottobre 2024 e l’ ultimo “Da un’economia di occupazione ad un’economia di un genocidio” nel giugno 2025.
In questi documenti spiega i rapporti, le complicità, le connivenze, il supporto, la collaborazione, la cooperazione di tante aziende pubbliche e private con l’occupazione che poi è diventata un genocidio conclamato da parte del governo Netanyahu.
E’ andata a scavare dove non doveva farlo perchè ha svelato l’economia che c’è dietro il comportamento criminale del governo israeliano.
L’assurdo è che invece di prendersela con chi è stato richiamato alle sue responsabilità dalla Corte Penale Internazionale, con chi ha emanato una mandato di cattura a Netanyahu e ad altri suoi ministri, le sanzioni vengono emesse dal governo americano a carico di una rappresentante e relatrice speciale dell’Onu e dei giudici della Corte Penale Internazionale.
Ecco spiegato perché è diventata bersaglio di una certa parte che trova sfogo sulla stampa anche italiana (“sta facendo uno show, un tour”).
Molto avrebbe potuto fare il nostro governo, e non solo il nostro, e cioè quello che le opposizioni chiedono da due anni: innanzitutto la tregua, senza se e senza ma, l’apertura agli aiuti umanitari, il boicottaggio dei prodotti israeliani, il riconoscimento dello Stato di Palestina.
Solo ieri la premier Meloni diceva che non è ancora tempo per riconoscere lo stato di Palestina e tempo fa quale prova più inconfutabile di quella di Salvini che ha accettato un premio grondante sangue, attribuitogli da Israele per la grande amicizia e collaborazione che è stato in grado di dare?
C’è da aggiungere anche che Meloni si è rifiutata di votare il cessate il fuoco a Gaza per ben due volte: nell’ottobre del 2023 e poi nel dicembre 2023.
In occasione dell’omicidio di Kirk, ha dimostrato un’indignazione molto più grande che non verso lo sterminio di 70.000 palestinesi. Inoltre il nostro governo ha avuto la spudoratezza di ospitare in “decompressione” nelle Marche e in Sardegna i militari israeliani che si sono macchiati di orribili crimini a Gaza.
Occorre poi dire che chiunque provi a parlare in difesa di 70.000 esseri umani ammazzati e affamati in quella martoriata striscia di terra, viene immediatamente bollato per antisemita o definito amico dei terroristi.
C’è poi da segnalare il sostegno indiscusso da parte di Giorgia Meloni dato a Netanyahu che si spiega anche con la fobia e l’atteggiamento ostile che lei nutre verso l’Islam come risulta dai tanti documenti da lei firmati anche prima di diventare presidente del Consiglio.
Giorgia Meloni ha inoltre attaccato e delegittimato il tribunale dell’Onu affermando che il processo contro Israele per genocidio è assolutamente infondato e non ha alcun senso e poi si è rifiutata di eseguire l’ordine della Corte Penale Internazionale di arrestare Netanyahu per crimini di guerra e contro l’umanità.
E’ certo anche che ha permesso di continuare la vendita di armi a Israele durante il periodo dello sterminio.
Ci sono milioni di Italiane e Italiani che non vogliono essere complici di questo genocidio.
Il senso di gratitudine che attraversa il nostro Paese e che noi sentiamo fortemente verso Francesca Albanese, è perché lei ci dà la speranza di riuscire a non essere complici di quanto sta avvenendo mentre il nostro governo sta coinvolgendo l’Italia in questa grave colpa.
Tardivamente l’opinione pubblica, soprattutto grazie ai social, ha cominciato a rendersi conto che si stava perpetrando un genocidio e l’indignazione della parte sana della popolazione ha cominciato a montare riempiendo le piazze di gente che protesta ogni giorno e in ogni località contro lo sterminio in atto.
A cura del Comitato di Redazione
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