L’analisi politica di Dellai: il cappotto.


Domenica 7 gennaio, mi sono attardato a leggere la corposa intervista all’Onorevole Dellai, che un giornale locale ha pubblicato occupando generosamente, e giustamente, una pagina intera.

Per una buona metà l’ex presidente della Provincia si è attardato a commentare il cappotto del Vice Presidente della Camera, Luigi Di Maio, e la metà restante dell’articolo, l’ha spesa a parlare dei litigi e degli sgambetti della sua coalizione per avere un collegio. Uno spettacolo quantomeno penoso.

Scrivo, non in quanto il Vice Presidente della Camera Luigi Di Maio abbia bisogno di una replica, ma perché ho avuto la possibilità di accompagnarlo personalmente per tutta la giornata del 5 gennaio.

Abbiamo osservato come rispondeva alle domande degli artigiani e a quelle della cooperazione, a quelle dei vignaioli e agli imprenditori.

Essendo Presidente Carsharing Trentino, ho organizzato, pagandolo con la mia utenza personale, lo spostamento per gli incontri della giornata con le auto elettriche plug-in in dotazione al carsharing trentino e posso confermare il suo entusiasmo per la mobilità sostenibile.

Abbiamo sentito come egli declini il programma del Movimento 5 Stelle per queste categorie, così importanti nel nostro panorama economico e sociale.

Queste cose le abbiamo viste tutti noi presenti.

In particolare sottolineo tre concetti:

  1. Lo Stato deve lasciare in pace i piccoli imprenditori, in quanto non si può vessarli con adempimenti da grande industria e poi, nel momento del controllo, chiedere nuovamente i documenti prodotti nel tempo;
  2. Il M5S da sempre cerca di dare risposte concrete ai bisogni reali delle PMI, agli artigiani, agli agricoltori, ai commercianti dando spazio alle eccellenze che ci caratterizzano, perché siamo consapevoli della ricchezza che costituiscono alla  collettività.
  3. Occorre difendere la vera cooperazione da quella falsa, quella che usa il termine “cooperazione” solo per risparmiare sui dipendenti.

Ricordo perfettamente le parole del Presidente Fezzi quando descriveva cooperative con soci lavoratori ignari (di essere soci) e quindi senza diritti e pagati in forme imbarazzanti, per non dire sfruttati. Così come la preoccupazione dell’obbligo di fusione degli istituti di credito cooperativi in un calderone eterodiretto da Roma. Lo ricordo perché ero presente, avendo lavorato in prima persona per organizzare quell’incontro. Ricordo come Di Maio è stato accolto, da Vice Presidente della Camera e contemporaneamente da “normale cittadino”, senza scorta, senza auto blu.

In completo blu… quello si. Ricordo l’abbraccio di oltre 400 persone alla Filarmonica di Rovereto, evento che ho organizzato con il portavoce Riccardo Fraccaro e al suo staff, a cui va tutto il nostro ringraziamento.

Ricordo che il programma di sostegno alla famiglia e per crescita demografica del Movimento 5 Stelle passa per uno studio comparato con le realtà europee, principalmente la Francia, in cui i figli sono finanziati non per campagna elettorale, ma per struttura sociale. Asili nido gratuiti, scuola pubblica completamente e totalmente gratuita, sostegno allo studio reale, assegni familiari che permettono a quel Paese di essere il più prolifico d’Europa.

Poi mobilità sostenibile, sostenibilità ambientale dei sistemi industriali, deregolamentazione effettiva. Cancellazione di leggi e abrogazioni delle incongruenze tra i provvedimenti, non proliferazione causale di normative spesso in contraddizione tra loro. Eppure Dellai si ferma al cappotto blu.

Mi chiedo, ma dopo 5 anni in Parlamento, quale è stato il contribuito di Dellai e del Governo che sosteneva ai problemi che ci hanno sottoposto gli artigiani e la cooperazione?

Quale semplificazione amministrativa e tributaria è stata da lui promossa?

Quale azione contro lo sfruttamento dei lavoratori delle cooperative falsamente iscritti come soci?

O, per citare le Sue parole, quando ha dato risposte concrete ai problemi della gente?

Qualcosina… forse.

Lui giudica i toni del Movimento 5 Stelle: si dichiara scettico riguardo alla possibilità di governare in quanto l’abbigliamento di Di Maio stride con le parole dure di Grillo e subito dopo critica anche Renzi per lo stesso modo di comunicare del fondatore del Movimento… con il quale (Renzi) però non ha avuto e non avrà alcun problema a formare un Governo.

Ad oggi, siamo il primo soggetto politico italiano non perchè “abbiamo demonizzato tutto e tutti” ma, probabilmente, perchè siamo una speranza e abbiamo dimostrato di avere capacità, competenze e trasparenza nello svolgere il nostro lavoro.

Il paragone citato dal Dellai del “cappotto” di Di Maio, paragonandolo addirittura al cappotto di “qualcuno” implicato nello scandalo di  Tangentopoli, è semplicemente vergognoso.

E poi, ex-Presidente, quando lei afferma che per imparare a sciare occorra un maestro, io le assicuro che nessuno sceglierebbe un maestro famoso per spaccare le gambe ai suoi ragazzi. Sicuramente, da padre di 3 figli che sciano, io voglio una classe politica che pensi alle loro gambe, non alla propria sopravvivenza.

Mi permetto una nota di colore modaiolo: l’onorevole Dellai che tanto ha criticato il cappotto di Di Maio, d’inverno, che indumento usa per ripararsi dal freddo? Una pelliccia di visone?

Gli consiglio, da semplice e umile consigliere comunale, di fare pace con sè stesso e accettare il confronto politico sui temi, non sul colore dei capospalla.

MoVimento 5 Stelle – Comune di Rovereto
Portavoce consigliere comunale – Paolo Vergnano