Sulle preferenze di genere bloccate sia data la parola ai cittadini


«Il M5S Trentino mantiene la propria contrarietà rispetto al disegno di legge sulle cosiddette preferenze di genere. Riteniamo che imporre il blocco delle candidature per genere equivalga a cercare di risolvere un problema partendo dalla fine piuttosto che dall’inizio. Si introdurrebbe una sorta di “riserva indiana” che non risolverebbe in alcun modo i reali problemi di accesso alla vita politica di tante donne, ovvero la mancanza di servizi adeguati a permettere loro di partecipare senza dover rinunciare alla famiglia o al lavoro. In pratica si finirebbe col favorire quelle donne che già fanno attivamente politica perché ne hanno i mezzi e nulla si farebbe per tutte le altre (la maggioranza) che anche volendo non potrebbero decidere di candidarsi dato il carico di impegni che l’eventuale elezione comporterebbe. La standardizzazione per legge di un accesso di tipo castale, insomma.

Detto ciò, dal momento che non ci sentiamo depositari di nessuna “verità rivelata”, riteniamo che ci siano margini per ragionare su questi temi che riguardano tutti i cittadini e tutte le forze politiche.

La nostra proposta è di fare ricorso all’ Art. 47 dello Statuto di Autonomia, che stabilisce le regole per i referendum riguardanti le leggi sulla forma di governo e in particolare sulle modalità di elezione del Consiglio.

Al momento il M5S ha presentato 1700 emendamenti alla legge in questione, attualmente al vaglio della Presidenza del Consiglio Provinciale. Vedremo se si sceglierà o meno la strada del confronto. Il M5s chiede solo adeguate garanzie sullo svolgimento del referendum. Le “regole del gioco” vanno decise dai cittadini senza che nessuno si di arroghi la pretesa di decidere per loro anche su questi temi, fermo restando che nel contesto referendario ciascuna forza politica sarà poi libera di portare avanti la propria visione.

Aggiungiamo che fra le proposte da noi già presentate in Consiglio ce n’è una riguardante il limite assoluto di 2 mandati completi per ciascun eletto. Se approvata questa impostazione favorirebbe il ricambio del personale politico e quindi anche di quello di genere femminile.

Concludiamo sottolineando come il M5S dimostri quotidianamente di non aver bisogno di artifici che favoriscano la partecipazione delle donne dato che i loro tassi di presenza all’interno del MoVimento si attestano su livelli sconosciuti rispetto a quelli riscontrabili nei partiti tradizionali»

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle