Appello per una nuova norma sull’autenticazione delle firme in provincia di Bolzano

Bolzano, 10 settembre ’13

La Svp e i suoi alleati boicottano la partecipazione alle elezioni provinciali dei cittadini candidati alle prossime elezioni del 27 ottobre. Il partito della maggioranza in questi cinque anni di governo non ha fatto nulla per cambiare la legge n. 4 in vigore del 14.3.2003 che prevede norme restrittive, rispetto a quelle nazionali, per identificare le figure deputate all’autenticazione delle firme per presentare una lista elettorale. In Alto Adige è previsto che solo notai, giudici, giudici di pace, segretari generali e cancellieri abbiano l’autorità di svolgere tale funzione.

Mentre per le iniziative referendarie, le consultazioni politiche comunali e nazionali gli eletti o i delegati di sindaci o presidenti della giunta possono fungere da certificatori, alle “sue” elezioni, il partito unico dell´Alto Adige e il suo alleato Pd, hanno pensato bene di applicare norme restrittive in materia di certificazione. Criteri da casta che estromettono e allontanano i cittadini dalla partecipazione politica di questa Provincia.

Il M5S e tutte le forze politiche attualmente non presenti in Consiglio, hanno 10 giorni di tempo per raccogliere 600 firme autenticate; impossibile per chi non ha i finanziamenti per pagare un notaio. I pochi cancellieri disponibili, gratuitamente e fuori dall’orario di lavoro, sono già stati fagocitati da partiti che hanno cambiato nome ma non organizzazione e segreterie.

Il M5S denuncia questa gravissima violazione del diritto di partecipazione e rappresentanza dei cittadini della Provincia di Bolzano. Dal 2003 si sarebbe potuta cambiare la legge che un parere della commissione elettorale, interpellata già la scorsa tornata elettorale, come riferisce il dr Tezzele, responsabile degli uffici provinciali preposti, ne aveva confermato la “lettura restrittiva” e quindi l’esclusione di altre figure dal ruolo di autenticatori di sottoscrizioni per la presentazione di liste elettorali.

Una vergogna che si aggiunge a tante altre, come il caso della cittadinanza veloce della candidata Mawe: non si può certo dire una “furbata svedese”. Gli altri, invece, i comuni cittadini stranieri aspettano pazientemente due anni per vedersi riconosciuto un proprio diritto.

Ci appelliamo sin da ora al Commissariato del Governo e  alle istituzioni preposte affinché questa legge ingiusta e lesiva della democrazia venga subito modificata e applicata la legge nazionale anche nel caso di questa tornata elettorale amministrativa.

Candidati M5S di Bolzano