Difendere il territorio: la voce dei cittadini di Sardagna contro il nuovo impianto funiviario

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Come Movimento 5 Stelle vogliamo dare spazio e visibilità all’iniziativa di un gruppo di cittadini di Sardagna che ha scelto di opporsi con determinazione al progetto dell’impianto funiviario Trento–Sardagna, così come attualmente previsto.

Nel documento che segue vengono illustrate con chiarezza le motivazioni del dissenso, che toccano temi fondamentali come la tutela del paesaggio, la salvaguardia del suolo agricolo e il rispetto dell’identità storica e culturale del luogo.

Riteniamo importante sostenere e diffondere queste istanze, perché la voce delle comunità locali deve essere ascoltata, soprattutto quando si tratta di scelte che incidono profondamente sul territorio e sul futuro dei cittadini.

Al Presidente
della Provincia Autonoma di Trento
Maurizio Fugatti

Al Sindaco del Comune di Trento
Franco laneselli

Al Presidente della Circoscrizione di
Sardagna
Gianluigi Tonidandel

e, per conoscenza:
All’ Assessore alle Infrastrutture e Mobilità Provincia Autonoma di Trento
Al Servizio Trasporti Pubblici
Provincia Autonoma di Trento
Al Consiglio provinciale di Trento
Al Consiglio comunale di Trento

Sardagna 1° novembre 2025

Oggetto: Impianto funiviario Trento – Sardagna

Siamo un gruppo di cittadini di Sardagna contrari alla realizzazione dell’attuale progetto del nuovo impianto funiviario del Bondone per le ragioni che di seguito elenchiamo.

1. Valore paesaggistico e territorio: la località di arrivo prevista per il nuovo impianto è in una zona del paese di Sardagna posta tra il cimitero e una cava abbandonata, non certo il migliore biglietto da visita per accogliere i turisti. Senza tener conto della friabilità del terreno, che ha causato una frana non ancora assestata. Allo stesso tempo questa localizzazione penalizzerebbe la vicina chiesa del cimitero, un gioiello architettonico del 400, che verrebbe deturpata dal pilone della nuova funivia, dal passaggio dei cavi e delle cabine. Da non sottovalutare nemmeno lo stravolgimento della strada del cimitero, che con i suoi muri a secco e il suo percorso in un contesto rurale rappresenta uno dei pochi angoli del paese sopravvissuti alla modernità.
2. Salvaguardia del suolo agricolo: anche se a Sardagna non si attua più un’agricoltura di tipo aziendale, la tradizionale coltivazione orticola e frutticola per autoconsumo è uno dei valori che ancora permangono in un paese il cui territorio agricolo è stato in gran parte irrimediabilmente consumato. Le buone pratiche dell’auto produzione, inoltre, salvaguardano la biodiversità e la coltivazione di prodotti a chilometro zero, estremamente importanti per la salute e per l’ambiente.
3. Valore turistico: l’attuale punto di approdo della funivia è uno spettacolare balcone sulla città e sulla valle dell’Adige, un unicum che nessun’altra città può vantare. E’ dotato di una piattaforma panoramica, di un ristorante-bistrot e di una nuovissima struttura ricettiva, tutte risorse che costituiscono un valore aggiunto insostituibile per la promozione turistica di Trento. Senza contare l’ex hotel Panorama, che da anni è in stato di abbandono ma che, opportunamente valorizzato, rappresenta un’altra potenziale ricchezza turistica.
4. Opportunità di una fermata a Candriai: mantenendo l’arrivo del primo tronco della funivia nella posizione attuale, cioè sul belvedere della città, si potrebbe prevedere un diverso percorso verso il Bondone consentendo una fermata a Candriai. Una scelta che potrebbe giustificare maggiormente la funzione di servizio pubblico dell’impianto.
5. Principio di precauzione: nell’incertezza sulla reale fattibilità del futuro impianto funiviario verso il Bondone (potrebbe essere bloccato dal sopraggiungere di problemi economici, tecnici, geologici, politici…), l’abbandono dell’attuale prezioso punto di approdo per uno più anonimo e privo di valore turistico contrasta con il principio di precauzione, che dovrebbe indurre amministratori e responsabili del turismo trentino a evitare il rischio di perdere l’attuale belvedere sulla città a fronte della eventualità, non poi così remota, che la prosecuzione verso il Bondone non venga più portata a termine. Non sarebbe la prima volta che una grande opera rimane incompiuta. A quel punto il danno sarebbe irreparabile.

Il paese di Sardagna ha già pagato un prezzo troppo alto in termini di sfruttamento del territorio per accettare un’opera che lo devasterebbe ulteriormente.
Vogliamo qui ricordare: lo sfregio della ex cava Italcementi che negli anni ’50 distrusse tutto il territorio a Sud del paese, cui fece seguito la triste vicenda della ex discarica Sativa; la cava di laterizi a Ovest, di cui resta la ferita sulla montagna e l’edificio dismesso che da decenni sovrasta il paese; le cinque linee elettriche che gravano sull’abitato; l’ ex albergo Panorama ormai abbandonato…

Chiediamo a chi ci rappresenta di riflettere su quanto abbiamo sopra esposto, di mantenere l’attuale collocazione del primo tratto della funivia e di valutare una soluzione alternativa per il Monte Bondone, ascoltando così chi si rivolge alla politica con fiducia.


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