Lettera aperta di Paolo Negroni ai cittadini di Trento

Gentili elettori,

credo che in questi scampoli di campagna elettorale che precedono le elezioni sia utile richiamare l’attenzione sul significato delle cose e ragionare in prospettiva. Ai cittadini di Trento chiedo di riflettere su cosa succederà se a vincere le elezioni sarà l’uno o l’altro candidato. Se Andreatta sarà riconfermato, c’è qualcuno che ritiene che le cose cambieranno in meglio? Non credo. La proposta di Andreatta è nel solco della perfetta continuità, non solo con i suoi 5 anni di governo, ma anche con le giunte che lo hanno preceduto. Un mondo che funzionava solo perché esisteva un’eccedenza spaventosa di denaro pubblico, sulla quale si sono potute costruire clientele e carriere politiche. Ma oggi, lo dicono persino gli stessi che sul sistema ci hanno campato fino a ieri, quel mondo è finito, perché non ci sono più le condizioni perché possa continuare ad esistere. Soldi da buttare non ce ne sono più. Se questo è lampante e sotto gli occhi di tutti, la domanda da porsi è se Andretta e gli interessi che rappresenta siano adatti a guidare la città. E la risposta può essere solo un secco e forte no. Perché anche lo volessero non sarebbero capaci di concepire una realtà che non giri attorno a competenze esterne, appalti di dubbia utilità e prebende per amici vari. Con queste persone al comando la coperta si restringerà sempre di più e a restare “al caldo” saranno sempre in meno, solo quelli della cerchia più ristretta degli amici e dei finanziatori della rete di interessi che fa capo all’attuale sindaco e ai suoi referenti provinciali. Scegliere Andreatta, per la maggior parte dei cittadini, quelli senza santi in paradiso, significa scegliere un lento declino. A poco a poco taglieranno i servizi, aumenteranno le tasse e non ridurranno alcuno spreco, proprio perché è sugli sprechi che hanno costruito il loro sistema e le loro clientele. La cerchia dei beneficiati si restringerà e i problemi aumenteranno fino a diventare insopportabili, e forse a quel punto sarà troppo tardi per intervenire e raddrizzare la barca.

Ma l’alternativa? C’è qualcuno che ha il coraggio di ritenere Cia alternativo ad Andreatta? Cosa ha fatto il candidato della destra in questi 5 anni di opposizione? Quali battaglie memorabili da lui condotte si possono ricordare? Le uniche che ci vengono in mente sono quelle sui conigli al cimitero o il tentativo di allontanare i figli dalle famiglie “non conformi” alla ristretta visione personale sua e dei suoi. Prese di posizione che sembrano voler tornare al Medioevo dei diritti. La sua coalizione assomiglia poi ad un’armata brancaleone divisa su tanti, troppi temi: si pensi alla questione cruciale del TAV. La verità è che Cia è l’altra faccia della medaglia di Andreatta: la provenienza e le logiche sono le stesse, medesima è l’appartenenza al sistema. Entrambi stanno facendo campagna elettorale tranquillamente retribuiti con lo stipendio da consigliere provinciale e da sindaco, e con i rimborsi elettorali di parecchie decine di migliaia di euro che i cittadini avevano eliminato col referendum del ’93. Nell’amministrazione Cia forse cambierebbe questo o quel beneficiato, ma la sostanza rimarrebbe identica, con un richiamo di facciata ai “valori tradizionali”, quegli stessi valori che a parole difendeva uno come Berlusconi (la pratica l’abbiamo vista tutti) e di cui Cia è stato ed è espressione a Trento.

Infine c’è il MoVimento 5 Stelle. Di noi dicono di tutto, che siamo inesperti, populisti, demagogici, velleitari ecc. Ma la verità è che chi ci attacca con tutta la foga di cui è capace lo fa perché ci teme. E ci teme perché sa benissimo che noi siamo davvero alternativi a questo sistema e che con noi le cose cambiano.

Ma guardiamo ai fatti: siamo inesperti? Può darsi, ma se essere esperti vuol dire agire come fanno “lorsignori”, allora speriamo di non diventarlo mai. Perché questa crisi che viviamo e le storture cui ogni giorno dobbiamo assistere sono figlie proprio di questa eccessiva “esperienza”. Siamo populisti? Se vuol dire stare dalla parte dei cittadini comuni contro le lobby dei potenti, allora sì lo siamo e non ci vergogniamo di esserlo. Demagogici e velleitari? Crediamo di no, siamo semplicemente persone comuni che chiedono a tutti, e non solo ai soliti che pagano anche per gli altri, di contribuire per creare un futuro migliore. Siamo quelli che vogliono giustizia, non punire chi è diverso. Che propongono sicurezza, non terrore. Che vogliono dare diritti, non toglierli. Che combattono lobby e comitati d’affari perché sanno che servono solo a dare a chi ha già tanto e a togliere a chi ha troppo poco. Siamo il M5S, e siamo l’unica vera speranza di cambiamento per Trento.”

Paolo Negroni – candidato sindaco M5S Trento