Le pensioni d'oro sono il peccato originale

Il video del mio intervento in conferenza stampa

Le pensioni d’oro sono scandalose, prima ancora che per ragioni economiche e politiche, sotto il profilo dell’etica pubblica: l’esistenza di un divario così abissale tra chi, dopo 40 anni di duro lavoro, percepisce un sussidio da fame e chi, magari dopo pochi anni di attività da “colletto bianco”, intasca ogni mese un vero e proprio patrimonio, rappresenta una lacerazione profonda del tessuto collettivo che mette a rischio la stessa tenuta del sistema-Paese. Per questo è necessario un intervento incisivo e strutturale come quello che il MoVimento 5 Stelle ha proposto con una mozione che ho firmato, i taglietti di facciata e le misure tampone non servono a nulla.

Evidentemente il Governo e i partiti delle larghissime intese non si rendono conto che il settore pensionistico è una bomba sociale destinata ad implodere: un quadro così sbilanciato non può continuare a reggere immutato mentre la crisi si aggrava di giorno in giorno. Quasi la metà dei pensionati prende meno di 1000 euro al mese: quindi si tratta di oltre 7 milioni di cittadini che non riescono a fronteggiare l’inflazione, l’aumento dei prezzi, la pressione fiscale alle stelle. Il 5% dei pensionati, invece, arriva ad incassare 20mila o anche 90mila euro al mese: cifre scandalose, che non si possono giustificare in alcun modo e vanno drasticamente ridimensionate usando l’accetta e non le forbicette spuntate del Governo.

Perché le pensioni d’oro rappresentano il peccato originale proprio di quei partiti ci hanno portato sull’orlo del default: sono il frutto dell’elargizione sfrenata di privilegi ai manager pubblici, ai Grand commis di Stato, a quella classe dirigente che si è arricchita alle spalle delle future generazioni, peraltro riducendo sul lastrico le aziende di spicco del Paese o gli stessi conti pubblici, ripianati poi con il sangue e le lacrime dei cittadini.

È stato violato il patto sociale su cui deve fondarsi la Repubblica, minando alle fondamenta i due pilastri costituzionali dell’uguaglianza e della progressività. Negli ultimi anni sono stati chiesti sacrifici insostenibili sia ai ceti medio-bassi che ai futuri pensionati, invece di riequilibrare il sistema incidendo sulla platea dei re Mida che ci costano 45 miliardi di euro. Soldi che le facce di bronzo hanno sottratto ai pensionati “normali” e alle nuove generazioni.

Oggi il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, ha affermato che non c’è da stare tranquilli sui conti dell’istituto. Siamo qui anche per rasserenare il famigerato collezionista di poltrone: per stare più tranquilli, mettiamo un freno agli assegni previdenziali più scandalosi e introduciamo un meccanismo di perequazione in favore delle pensioni minime. È tempo di dare un po’ di ossigeno a chi annaspa da anni e chiedere sacrifici a chi non ne ha mai fatti.

Ora che i cittadini sono entrati nelle istituzioni, la casta non può più essere considerata intoccabile come accaduto in passato. I giudici della Consulta sono stati solerti nel bocciare i provvedimenti che toccavano i loro stessi privilegi. Evidentemente erano scritti male o con scarsa convinzione, per questo il MoVimento 5 Stelle ha presentato una proposta netta e inoppugnabile.

Un intervento straordinario, limitato nel tempo e differenziato in base alle classi di importo, che consenta: di applicare un forte contributo di solidarietà alle pensioni d’oro per alzare l’importo delle minime; di ricalcolare le disparità tra sistema contributivo e retributivo; di fissare un tetto massimo alle pensioni erogabili. Tre semplici mosse per rimettere in equilibrio un settore che si è fondato sulla regola “più spesa pubblica uguale più voti delle lobby”. La nostra è una mozione fondata sulla giustizia sociale, sul principio che solo con una maggiore equità significa si può avere uno Stato più democratico. Perché nessuno deve restare indietro e nessuno deve più essere privilegiato.

L’intervista del Fatto Quotidiano
La proposta nel dettaglio e tutte le informazioni utili per condividere e diffondere l’iniziativa:
Operazione facce di bronzo: mandiamo in pensione i privilegi!