M5s interroga il sindaco di Rovereto in merito alla sicurezza sui treni regionali


È in atto un problema di sicurezza riguardo l’uso dei mezzi pubblici per gli operatori e per i cittadini.
Il nostro pensiero va innanzitutto agli operatori aggrediti e agli utenti che raccontano di quotidiani episodi vissuti con disagio e spesso paura.
Non possiamo nasconderci dietro parole di circostanza, se chi, come lo scrivente, che ha nel proprio programma di governo cittadino la parola “accoglienza” e “democrazia diretta”, è costretto, dalla gestione attuale del nostro territorio, a scrivere una tale interrogazione.
Costretto, in quanto credo nell’assoluta eguaglianza delle persone e che non sia la pigmentazione della loro pelle o la loro religione o il paese di provenienza a renderli diversi da me.
In questi ultimi anni, a causa di scelte scellerate in ambito internazionale del governo passato per fortuna caduto, a un flusso migratorio incontrollato e soprattutto, questo è il vero problema, che ha visto il territorio italiano come unico luogo di destinazione, abbiamo visto aumentare il numero di immigrati non inseriti nel sistema produttivo. Scelte che hanno obbligato, di fatto, i migranti a doversi fermare in attesa di poter andare in paesi più appetibili.
L’Italia, ovvero il suoi governi, non hanno organizzato adeguatamente questo fenomeno.
Sia che crediamo nell’integrazione, sia che vogliamo l’allontanamento di queste persone, non possiamo prescindere da un elemento fondamentale: costoro arrivano spesso da zone in cui il diritto e la democrazia non sono mai esistiti così come li intendiamo noi. Persone che hanno una idea di rispetto, per cose e persone, diversa dalla nostra per evidenti situazioni ambientali.
È sufficiente parlare con chi si occupa di aiuti in quei paesi per comprendere che l’ambiente sociale in cui vivono non ha nulla di simile al nostro, in cui , troppo spesso, è la legge del più forte a far sopravvivere le persone. Non nascondiamoci, se chiunque di noi fosse catapultato in un campo profughi sudanese o un campo di concentramento libico, probabilmente avrebbe qualche ora di vita.
Con questo, non possiamo giustificare le violenze e le aggressioni di questo ultimo periodo.
Ma noi, parlando alle istituzioni, siamo lo Stato. Quello con la “S” maiuscola.
Siamo la culla del diritto. Siamo il popolo che oltre 2000 anni fa ha inventato il sistema giuridico, sistema che deve valere per tutti.
Non parlo qui del biglietto del treno, che come ben sapete a mio avviso potrebbe essere tolto senza alcun problema finanziario, ma della sicurezza del diritto.
Lo stato, quello con la ”s”, minuscola, cosa fa? Di fronte a un flusso migratorio di persone – arrabbiate, abituate a difendersi personalmente, educate a un sistema senza diritto giuridico – che lui stesso ha bloccato sul nostro territorio pur sapendo che la loro volontà era di mero transito, cosa fa? Diminuisce il personale di sicurezza e la delega a controllori civili senza formazione, addestramento e selezione apposita.
Un disastro organizzativo totale.
Oltre a questo, nel momento in cui capitano inevitabili scontri che coinvolgono il personale viaggiante, la risposta istituzionale quale è? La soppressione del servizio.
A me pare la resa dello Stato di Diritto.
Crediamo fermamente che sia d’obbligo ripristinarlo. Non per raccattare qualche euro derivante dai biglietti, ma per rendere reale la parola “accoglienza”. Che non vuol dire: fai quello che vuoi, ma agisci seguendo le regole del diritto e del rispetto che ci contraddistingue nel mondo. Vale per noi cittadini italiani, vale per chiunque.
La sicurezza però, non può essere confusa con l’incasso delle società di servizio. Questo è a carico delle medesime. O il servizio è gestito dal pubblico, allora qualora occorra la bigliettazione ci pare corretto che si utilizzino le Forze dell’Ordine, oppure, vista la privatizzazione di fatto, tale incasso deve essere gestito in autonomia dalle società che producono il servizio. Le forze dell’ordine non possono essere utilizzate al posto dei controllori, ma devono far rispettare la sicurezza dei cittadini.
Inoltre, la sicurezza dei mezzi pubblici è indice di uno Stato civile, che si preoccupa della corretta coesistenza ed educazione dei suoi cittadini, anche per altri scopi. Socializzazione, impatto ambientale, diminuzione di costi, sono tutti obiettivi che si possono perseguire se si ha un sistema di trasporto pubblico efficiente e utilizzato. Ma senza sicurezza, lo avremo sulla carta.
MoVimento 5 Stelle – Comune di Rovereto
Portavoce consigliere comunale –Paolo Vergnano