8 settembre 2025, teatro comunale di Lona Lases: va in scena la mafia in versione trentina….
Nella sala stracolma del teatro di Lona Lases, introduce la serata Walter Ferrari del Coordinamento Lavoro Porfido; presente, in sala in prima fila il professor Nando della Chiesa che ha portato i suoi studenti dell’università di Milano in Trentino per conoscere i fatti di criminalità realmente accaduti.
Nando Dalla Chiesa è fondatore di Cross Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano e delegato dal Rettore su questi temi e sull’educazione alla cultura antimafia.
Walter spiega ai presenti, in sintesi, i fatti accaduti.
In questa zona, a cavallo degli anni 90 e 2000, molti imprenditori provenienti dalla Calabria hanno preso in gestione le cave agendo con modalità mafiose.
Il porfido è un settore chiave per l’economia trentina, reso ancora più redditizio dallo sfruttamento del lavoro e della manodopera dei dipendenti che venivano vessati in modo deliberato e al di fuori di ogni diritto.
Le attività sindacali del Coordinamento porfido in difesa dei lavoratori hanno fatto sì che gli imprenditori si sentissero minacciati ed è allora che c’è stato un sanguinoso pestaggio. Quando un lavoratore cinese, in nero, ha reclamato gli stipendi arretrati, il datore di lavoro gli ha teso un’imboscata, facendolo picchiare brutalmente. Questa non è stata un’azione fine a se stessa, bensì un atto intimidatorio rivolto agli altri lavoratori, in modo che nessuno parlasse.
Ma, a ben guardare, quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perchè, prima, di malefatte ce ne sono state tante, ma, a Lona Lases, l’omertà regnava sovrana.
E quando gli operai osavano ribellarsi, come Hu Xupai, i proprietari delle cave intervenivano con inaudita violenza perché era bene che anche in Val di Cembra si sapesse che a mettersi contro la ‘ndrangheta si finiva male.
Le attività di estrazione mineraria tra il 1996 e il 1999, condotte in violazione dei piani di coltivazione, erano ritenute tra i fattori determinanti per l’innesco di un’ enorme frana che incombeva sul lago di Lases. Era frutto di molteplici infrazioni da parte di ditte provenienti dal profondo sud d’Italia che avevano in appalto le cave di porfido. Il rischio è stato grande perché la frana poteva cadere nel lago e procurare un effetto Vajont che avrebbe devastato il territorio. Nonostante ciò, l’amministrazione comunale di allora non aveva revocato la concessione alla ditta in questione. Servirono moltissimi soldi per mettere in sicurezza quella frana e furono pagati dalla comunità mentre chi si era arricchito non pagò nulla.
Si ipotizza che avvenne anche una grande operazione di riciclaggio del denaro sporco con l’acquisto della cava di Camparta.
Dopo la prima condanna per Mafia in Trentino, confermata in appello, la situazione non è cambiata perchè non è stata nominata una commissione e quindi è rimasta opacità e i protagonisti di questi crimini non sono stati né puniti né rimossi, ad esclusione dei “pesci” piccoli.
Il messaggio che è passato è stato quello di tenere la testa bassa e di continure come si è sempre fatto.
A quanto pare la comunità trentina vuol far intendere che non siamo stati contaminati da questo malaffare. Comunque, in questi anni, i poteri forti economici locali potrebbero essere messi in pericolo quando si effettuano controlli accurati. Alla condanna dovrebbe seguire un cambio di mentalità della società civile per favorire un’ulteriore opera di coraggiosa trasparenza.
Solo in questo modo si lancerà il messaggio giusto, altrimenti si dà prova di connivenza. Non bisogna avere paura di quello che deve uscire dalle carte degli investigatori…
E’ intervenuto quindi il prof. Dalla Chiesa ringraziando per la grande partecipazione di pubblico e ricordando che l’idea del viaggio degli studenti è nata da una tesi di laurea di una sua studentessa che ha affrontato quest’inchiesta.
Quindi è stato replicato lo spettacolo dal titolo: PERFIDO: PER sFIdarli DObbiamo impegnarci. E’ un progetto che porta in scena il tema complesso dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto la collettività della Val Cembra e si ispira agli atti processuali che affrontano l’infiltrazione della mafia, in particolare della’ndrangheta, nel settore delle cave di porfido.
Lo spettacolo è nato due anni fa dalla classe 5^A FMB dell’Istituto Martino Martini di Mezzolombardo con la supervisione della professoressa Eliana Gruber e la regia di Federica Chiusole e Alessandra Evangelisti e con la collaborazione dell’osservatorio Trentino della legalità, l’Arci del Trentino, Cross Fondazione Antonio Megalizzi e il periodico Questotrentino che ha sempre seguito da vicino la vicenda.
Attraverso l’abile sceneggiatura e le parole dei ragazzi si spiega come la mafia si sia infiltrata nelle cave di porfido.
L’obiettivo è utilizzare il linguaggio teatrale per sensibilizzare e informare il pubblico sulle dinamiche della criminalità organizzata e sull’importanza di contrastarla.
Lo spettacolo è stato rappresentato in diverse località del Trentino, tra cui Arco, Trento e Lona Lases, adattandosi alle specifiche realtà territoriali.
Altissimo il pathos creato dall’incipit dello spettacolo , ripetuto più e più volte che racchiude tutto il significato dell’evento “C’era una una valle tranquilla, incastonata tra le montagne e le persone vivevano con dignità lavorando onestamente..”
Un incanto che si è rotto e spezzato per sempre per colpa di imprenditori disonesti e sfruttatori, denominati nel linguaggio teatrale i Bramaterra, che hanno convinto la gente a rimanere nella Zona Grigia, caratterizzata da “non vedo, non sento… e non parlo” , stando in disparte, in silenzio, voltandosi dall’altra parte in quella Zona Grigia, appunto, segnata dall’omertà che spiana la strada alle mafie. Per fortuna ci sono anche i Testa Alta che non si lasciano corrompere, non si girano dall’altra parte, ma denunciano alle autorità competenti i soprusi, gli sfruttatori e i corruttori.
Un grazie sentito a tutti i ragazzi, alle loro insegnanti e a chi ha lavorato per alimentare la coscienza delle nuove generazioni.
A cura del Comitato di Redazione
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