Consiglieri provinciali o d’amministrazione di Italcementi?

Quando questa mattina i consiglieri provinciali si sono recati in Provincia per ascoltare Gilmozzi che presentava il suo quarto aggiornamento al Piano rifiuti, mai avrebbero pensato di trovarsi nel board di Italcementi e Buzzi Unicem. L’assessore, più in veste di CEO di una grande Azienda cementiera che in veste di amministratore, ha messo la politica trentina al completo servizio dell’industria cementiera italiana.
La mattina è passata con la presentazione di Gilmozzi del business plan della PAT SpA, che potrà d’ora innanzi trarre grandi profitti dalla trasformazione e dalla vendita della frazione secca dei rifiuti ai cementifici. Ma l’ente pubblico, invece di fare affari con le grandi industrie, non dovrebbe tutelare la salute dei cittadini e il preziosissimo ambiente trentino? La mutazione genetica della Provincia SpA è ormai compiuta.
La conferenza è stata un’operazione di puro marketing, con parata di dirigenti ministeriali e manager tutti muniti di slide perfettamente orientate alla vendita di un prodotto, in questo caso il CSS, ossia la frazione secca del rifiuto solido che, opportunamente miscelata a plastiche non clorate, costituisce una merce preziosa da bruciare nei forni cementiferi. Il rifiuto, così valorizzato, non è più uno scarto ingombrante da smaltire ma una risorsa preziosa da recuperare. In che modo? Come combustibile. Con buona pace dell’aria salubre del Trentino.
L’inceneritore è uscito dalla porta ed è rientrato dalla finestra.
Tra l’altro il cementificio trentino dell’Italcementi si trova alle Sarche, in valle dei Laghi. Una valle che si convertirà al biologico grazie al progetto del Distretto del Biologico siglato tra produttori, agricoltori e Comunità di Valle. Qualcuno adesso dovrà spiegarci la compatibilità tra cementificio e biodistretto. Una barzelletta alla trentina.