Politiche culturali in Trentino, più pluralismo! Serve veramente il Centro Santa Chiara?

Trento al primo posto nella classifica de Il Sole 24 Ore per la qualità della vita. Ma il parametro, come dice il presidente Ugo Rossi, dovrebbe essere quello degli standard di altri paesi europei.

Una piccola ricognizione all’interno delle politiche culturali trentine fa capire che c’è ancora molto da fare, soprattutto per rendere il Trentino più europeo seguendo quei valori che dovrebbero rendere la società migliore e più giusta: il pluralismo, la parità d’accesso, la concorrenza, il pubblico che interviene dove il privato non arriva.

Nel luglio 2008 un parere dell’antitrust sugli spettacoli dal vivo, indirizzato alle realtà italiane, dalle quali non si discosta il Trentino, concludeva così:

«In quest’ottica ed in osservanza della rilevanza costituzionale della promozione della cultura, l’Autorità osserva che le attività imprenditoriali degli enti pubblici nel settore culturale dovrebbero essere limitate a quelle connesse con manifestazioni di interesse generale ovvero eventi e iniziative per cui presumibilmente, in assenza dell’intervento pubblico, il mercato potrebbe non funzionare.

Sulla base di tali considerazioni, l’Autorità ritiene necessario dunque che l’intervento pubblico nel settore degli spettacoli del vivo si conformi ai principi concorrenziali sopra ricordati e che il legislatore proceda a razionalizzare l’intera materia nel senso auspicato. Ciò soprattutto mediante l’istituzione di un sistema di incentivi e finanziamenti, statali, regionali e locali, che non si sovrappongano, ma che siano in grado di incentivare uno sviluppo del settore degli spettacoli dal vivo, anche nell’ottica di garantire il pluralismo dell’offerta culturale».

(Foto: Ingresso del Centro Santa Chiara a Trento – da www.ladigetto.it)

 

Antitrust – Segnalazione


Nella nostra provincia le politiche culturali sono disciplinate dalla legge numero 15 del 2007, modificata il 17 luglio 2013.

Legge Cultura 2007 PAT (Modificata – Vigente Da 17-7-2013)


La legge è diventata operativa appunto nel luglio 2013, quando la Giunta ha emanato il regolamento attuativo. Un regolamento che, ad esempio nell’articolo 13, parametra le convenzioni della Provincia alla spesa degli enti. Non è importante cosa fai o quanto i tuoi eventi sono efficaci, l’importante è quanto spendi.

Regolamento Legge Cultura 2007

Articolo 13

Requisiti e istruttoria per la concessione dei contributi ai soggetti privati, operanti nel settore delle arti e dello spettacolo

1. Per quanto previsto all’articolo 11, comma 1, lettera a), la Provincia può stipulare convenzioni con soggetti in possesso dei seguenti requisiti:

a) aver svolto attività continuativa nel settore delle arti e dello spettacolo per almeno 10 anni, con programmazione regolare, realizzando, negli ultimi 5 anni, programmi annuali di attività che abbiano comportato un costo medio annuo (da evincersi dai bilanci consuntivi degli ultimi 5 esercizi) non inferiore a: 300.000 euro per i festival; nel caso di festival di cinema il costo medio annuo non dovrà essere inferiore a euro 90.000; 400.000 euro per le attività di distribuzione;
100.000 euro per le manifestazioni di arti figurative;
50.000 euro per le attività concorsuali, di formazione di artisti e operatori del settore;

b) rispettare i contratti collettivi di lavoro.

2. Le convenzioni devono riguardare il sostegno delle seguenti attività:

– attività istituzionale, incluse le spese di gestione;

– realizzazione di specifiche iniziative o attività, in particolare: costi di produzione

(affitto sale, noleggio attrezzature, ospitalità, collaboratori, compensi a terzi, SIAE, premi …), costi di promozione (spese pubblicitarie e gadgets, web-tv, sito internet, grafica e comunicazione, stampa e materiale), costi di logistica (spese allestimenti, spese per mostre e organizzazione eventi vari). Il prospetto acconti di luglio 2013 fa capire come le cifre sul regolamento siano parametrate all’attività di 9 enti culturali della Provincia di Trento.

Acconti agli enti ed associazioni culturali in Trentino

Nel successivo articolo 15 del regolamento c’è ulteriore vincolo che punta ad “ingessare” la situazione attuale. La Provincia può siglare delle convenzioni con soggetti che svolgono «da oltre 50 anni senza interruzione, in modo documentato e pubblicamente fruibile, attività di studio e ricerca». Mezzo secolo, due generazioni.

Nell’offerta culturale trentina ci sono ancora troppe discriminazioni aleatorie, conflitti d’interesse, non si vedono abbastanza bandi aperti. Ed è giunto anche il tempo di ripensare un ente come il Centro Servizi Santa Chiara, che ha in mano praticamente il monopolio dell’iniziativa culturale trentina e sul piano organizzativo ha mostrato evidenti e disarmanti lacune, sempre ripianate dai finanziamenti ex post dell’ente pubblico.

Regolamento Centro Santa Chiara 2009

Si può avere un’offerta culturale molto più ampia e variegata, spendendo meno e stimolando di più l’iniziativa privata. Nella cultura, ma anche e certamente in tanti altri settori.