Le risposte alla consigliera Vittoria Agostini

Le domande della dottoressa Vittoria Agostini, candidata alle Provinciali di Trento, (vedi blog), mi hanno incuriosito e meritano una risposta. Ritengo che sia doveroso che i cittadini sappiano tutto ciò che bisogna sapere su chi ha deciso di presentarsi alle elezioni del 27 ottobre, in nome della trasparenza, che peraltro è uno dei valori cardine del MoVimento Cinque Stelle.

Ecco, dunque, le domande e le risposte:

– Dieci candidati alla Presidenza della Provincia non saranno troppi?

Sì, certo. Ma ciò deriva non solo dall’eccessiva frammentazione della società trentina (e italiana in genere) causata dalla politica in sé che tende più a separare che a unire; ma anche dalla stessa casta che si propone con diverse facce con lo scopo del “catch-all” (prendi tutto). Poi, però, una volta saliti sul “soglio” provinciale, si raggruppano. O meglio, tendono a inciuciarsi. Il M5S, invece, è ovvio che vada da solo. Perché rappresentiamo una forza di rottura che ha un grande seguito in termini di consenso. E, di certo, non possiamo neanche immaginare di allearci con chicchessia, perché noi contrastiamo tutti coloro che hanno una visione della politica egoistica e fine a se stessa.

– Di quali contenuti e valori sono portatori questi Candidati?

Come ben si sa, il candidato del M5S alla Presidenza della Provincia Autonoma di Trento è Filippo Degasperi. Attorno a lui ruota il nostro programma, ricco di principi e valori che rappresentano il contrario di quelli espressi in concreto dalla politica dei “dinosauri”. Innanzitutto, il M5S è animato da cittadini e cittadine che hanno deciso di rimboccarsi le maniche, stanchi  e irritati dalla gestione passata della cosa pubblica, per tutelare e salvaguardare gli interessi di ognuno. Ecco perché siamo più “portavoce” che “rappresentanti”, in quanto tra gli eletti e gli elettori non c’è alcuna linea di confine.

– Ci sono Candidati con storie di impegno e di servizio alla comunità o si tratta di trarre vantaggi personali?

Il curriculum vitae di Degasperi parla chiaro (ed è visionabile da chiunque). Non è un politicante di mestiere, è un consulente aziendale e si è sempre battuto per temi importanti quali la riapertura della questione dell’inceneritore; il registro per le coppie di fatto e per il testamento biologico; il contrasto al finanziamento provinciale alle scuole private, all’introduzione dell’addizionale comunale e all’idea scellerata del riacquisto dell’acquedotto. Degasperi, insomma, si è sempre contraddistinto per un’attività sociale proficua e costante, senza alcun protagonismo.

– Si cerca visibilità e fama o si vuole lavorare per gli interessi di tutti?

In molti, senza dubbio, vedono la politica come un trampolino di lancio per soddisfare la propria voglia di celebrità. Godono nell’essere riconosciuti, nello stringere le mani e nel ricevere richieste clientelari, dispensando promesse. E questo non è affatto il caso del MoVimento Cinque Stelle, proprio perché siamo disgustati dalla concezione del politico VIP, in quanto il “portavoce” è un tramite dei e per i cittadini e non una sorta di “Santo” a cui rivolgersi per ottenere le “grazie”.
Nella lista M5S non ci sono le caste invece ben rappresentate nei partiti filogovernativi. E appunto il M5s serve per disarticolare il sistema delle caste (alta burocrazia provinciale, dirigenti delle partecipate, politici attuali e precedenti che si godono il vitalizio, primari etc.).

– Si cercano poltrone e incarichi?

Assolutamente no. Al M5S interessano decisamente altre cose che si possono ottenere soltanto giungendo nei posti di rappresentanza, dove si può agire per il bene comune: trasparenza, lotta al clientelismo, soldi alle piccole imprese, ecc. E’ arcinoto che gli eletti del M5s rinunceranno al 50% dell’indennità (risparmio per le casse pubbliche di circa 5.000 euro mensili) oltre che all’intero trattamento di fine mandato (€ 65.000) accontentandosi di un compenso mesile di € 2.500. Scontata anche la rinuncia ai rimborsi elettorali per il Movimento che sono costati € 12.000.000 ai contribuenti trentini.

– Qualcuno ha parlato con gli elettori, ne conosce i bisogni, ha contatto con la quotidianità di chi è fuori dalla politica ma a contatto col mondo reale?

Noi non parliamo semplicemente con gli elettori. Noi siamo elettori. Nel senso che abbiamo annullato la distanza tra il cittadino/rappresentato e il politico/rappresentante. E, come ben si sa, noi dialoghiamo e confidiamo su uno strumento che è l’individuazione concreta della libertà di manifestazione del pensiero: internet. Qui ognuno può liberamente essere protagonista del cambiamento radicale della società, dove reale e virtuale s’incrociano in modo pragmatico.