Le scatole cinesi della Provincia, ITEA e la consulenza a Deloitte


Trento, 9 ottobre ’13

In Trentino non abbiamo solo i ‘palazzinari’, coloro che acquistano immobili e terreni dalla pubblica amministrazione sottostimati per poi riqualificarli e rimetterli sul mercato, magari affittandoli alla stessa, con plusvalenze da capogiro. Usufruiamo anche di fantasmagoriche consulenze ultramilionarie da parte di società multinazionali specializzate in gestione aziendale. Classiche aziende più longeve degli stati e amministrazioni a cui fanno consulenza, infinite e immortali guide per la gestione economica dell’iperneoliberismo.

Qualche giorno fa Trento Rise, società sconosciuta alla maggior parte dei trentini (i maligni dicono sia sconosciuta ai suoi stessi dipendenti) ha affidato alla Deloitte uno studio di consulenza per la riorganizzazione della macchina burocratica della PAT per la modica cifra di 7,5 milioni di €. (SETTE MILIONI E CINQUECENTO MILA EURO).

Ricordo che l’amministrazione trentina, guidata dal direttore generale in pensione prorogato Dalmonego, ha già beneficiato negli scorsi anni di analoghe consulenze (per analoghi importi) da parte della stessa Deloitte. Quali competenze abbia la Deloitte per effettuare questa consulenza non è dato sapere, soprattutto pensando al valore professionale di dirigenti e professori universitari pagati profumatamente dalla Provincia di Trento, i quali sembra non godano della fiducia del sopracitato direttore generale nella riorganizzazione del personale.

Ma soffermiamoci a vedere cosa fa la Deloitte nel mondo.Due ambienti di consulenza mi hanno colpito particolarmente: il primo, Financial Advisory Services: fusioni, acquisizioni, finanza straordinaria d’impresa, due diligence (finanziaria, commerciale, integrity e operational), reorganization services, indagini conoscitive, forensic e fraud prevention; il secondo Tax: consulenza fiscale e societaria in ambito nazionale e internazionale.

E’ una società specializzata nella fusione e riorganizzazione societaria, e nella consulenza fiscale internazionale. Ma cosa serve al Trentino una società che si occupa di consulenza fiscale internazionale?

I più maligni di voi lettori penseranno subito a trasferimenti di denaro pubblico in paradisi fiscali, occultati agli occhi del contribuente e utilizzati come tangenti…ma io non credo sia così contorta l’idea alla base della consulenza. Certo, il dubbio rimane. Ma quello che più mi colpisce è la parte pseudo-legale della funzione di tale consulenza. La riorganizzazione delle strutture societarie della Provincia di Trento. Come voi sapete la PAT è proprietaria o comproprietaria di oltre 300 società di capitale, tra cui spiccano vere e proprie casseforti della Provincia quali Dolomiti Energia Spa, ITEA Spa e altre… Soffermiamoci un attimo su quest’ultima.

Fino al 2005 ente funzionale dell’amministrazione, fu trasformato in SpA per una ‘gestione più dinamica dei processi’. Ad oggi unico caso italiano di ente case popolari trasformato in SpA.

Il Trentino si dimostra quindi già nel 2005 introdotto nelle dinamiche economiche del neoiperliberismo, che indica la gestione privata come mezzo di controllo nei beni comuni. Insieme a Dolomiti Energia Spa infatti, ITEA Spa si trova ad avere un patrimonio completamente pagato dai contribuenti trentini nel corso degli anni, senza per questo corrispondere nulla agli stessi contribuenti per la perdita di possesso dei beni.

Personalmente considero gli oltre 10.000 appartamenti di proprietà ITEA Spa un patrimonio trentino, non personale dei suoi amministratori. Un patrimonio che deve essere gestito con le regole dell’amministrazione pubblica. Ad onor del vero fino ad oggi tali regole sono state rispettate, ma nulla impedisce di pensare che nell’arco di una notte il suo consiglio di amministrazione cambi idea e si metta a operare come qualsiasi società privata, sia in ambito di assunzioni sia in quello degli appalti per costruzione e manutenzione degli immobili. Guardando bene il bilancio di questa società (ripeto unica in Italia nel suo genere) incappiamo immediatamente in qualche incongruenza.

I suoi dirigenti generali passano da 1 a 2 e i loro stipendi lievitano miracolosamente fino quasi a raddoppiare, potenza della ‘gestione dinamica dei processi’. Oggi invece veniamo a sapere che tale mansione non è più necessaria. Infatti uno è andato in A22 e l’altro – apprendiamo dalla stampa – sarà trasferito alla Patrimonio del Trentino SpA, mantenendo il suo lauto stipendio. Inoltre il posto da dirigente del settore finanziario, area fondamentale per una SpA simile, è vacante da anni e il dirigente del settore tecnico sembra sia in procinto di essere trasferito insieme a tutti i suoi sottoposti.

Ricordo che gli amministratori politici dell’epoca, gli stessi attuali e che vogliono la riconferma, non si resero conto che una SpA ha fiscalità diverse dall’ente pubblico, la quale deve pagare IVA e ICI (poi IMU)… e finchè si trattava di IVA e ICI (totalmente restituite alle amministrazioni trentine) poco è cambiato, ma l’IMU introduce un elemento nuovo, la metà di questo rimane allo stato centrale. Quindi la metà dell’IMU pagata da ITEA Spa resta a Roma, mentre se fosse rimasta ente funzionale ne sarebbe stata esonerata. I trentini sappiano che questo giochetto ci costa 1,2 milioni di Euro all’anno.

Inoltre ITEA Spa subisce la tassazione degli utili, come qualsiasi Società per Azioni. Nel suo caso i 9,4 milioni di utili vengono tassati per 9,32 milioni, di fatto il 100% degli utili ITEA ritornano allo stato in forma di tassazione. Sommato all’IMU tale disavanzo arriva a 11,6 milioni di Euro, che il socio Provincia Autonoma di Trento deve versare ogni anno nelle casse ITEA per ripianarne il bilancio. La domanda nasce spontanea…a chi interessa tutto ciò? Nessuno lo sa.

Sappiamo però che si è appena costituito il Fondo Housing Sociale Trentino, per dare risposte al comparto edilizia abitativa per acquistare/costruire alloggi da destinare a canone moderato e che tramite Pensplan (fondo pensione finanziario di proprietà della Regione TAA), potrà vendere a sottoscrittori privati quote di investimento del valore di 100.000 €, non quindi un investimento diffuso, ma mirato a grandi investitori territoriali e internazionali. Dopo tutta questo volo sulle scatole cinesi trentine, mi immagino qualcuno chiedersi: ma questo che c’entra con la Deloitte?

Apparentemente nulla…ma la società di consulenza si sta preoccupando della riorganizzazione del personale e delle aziende della PAT e come tale anche del personale ITEA Spa, trasferendo dirigenti e pezzi consistenti di personale in capo all’amministrazione pubblica. Infatti il Settore Tecnico sarà spostato all’APOP (Agenzia Provinciale Opere Pubbliche). In sostanza verrà a mancare un po’ quello che da tutti era considerato il “cuore” dell’ITEA. Sembra quasi che si appresti a creare un ITEA Spa senza personale, ma con i suoi 10.000 (a cui si aggiungeranno i 9.000 in previsione entro il 2016) alloggi in dote. Boccone più che appetibile per una riordinamento finanziario internazionale, che prelude alla vendita degli immobili pagati dal contribuente trentino.

Chiunque abbia a cuore l’investimento fin qui fatto dovrebbe chiedere l’immediato riassorbimento di ITEA come ente funzionale della Provincia Autonoma di Trento e l’allontanamento di società di consulenza internazionali nella gestione del nostro territorio.

di Paolo Vergnano
Candidato consigliere M5S

Ripreso da Trentino – LaRotaliana.it

1010_Deloitte-Itea_i dubbi di Vergnano