Legge di riforma urbanistica: le proposte del M5S

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Il Consiglio Provinciale si appresta a discutere Legge di riforma dell’urbanistica, passaggio quanto mai importante e delicato per lo sviluppo presente e futuro del territorio trentino. I portavoce del MoVimento hanno ultimato gli emendamenti al testo di legge e si preparano a proporli in modo da dare forza e sostanza ai principi di tutela del territorio, partecipazione dei cittadini alle decisioni e autonomia dei tecnici dalla politica, come spiega il Consigliere Provinciale Filippo Degasperi: “Ad una prima lettura la legge di riforma urbanistica offre spunti positivi, come ad esempio la volontà di arrivare a consumo 0 di territorio, l’opera di semplificazione delle procedure e la partecipazione dei cittadini alle scelte pianificatorie. Tuttavia, se i principi enunciati sono buoni, nella legge come proposta mancano adeguati strumenti per renderli effettivamente implementabili e peggio, ci sono addirittura specifiche parti del testo contraddittorie rispetto al disegno teorico complessivo della legge”.
Degasperi entra nel dettaglio: “Si afferma che non si può procedere al consumo di nuovo territorio se esistono delle alternative. Benissimo. Peccato che poi manchino gli strumenti per identificare quest’ultime! Se non si sa quale sia la situazione degli immobili sfitti, inutilizzati, fatiscenti, o dei volumi edificabili parzialmente o per nulla utilizzati, come si potrà bloccare nuovo consumo di suolo invece di razionalizzare l’utilizzo dell’esistente? La soluzione che proponiamo è il censimento del territorio, in modo da ottenere una mappatura esaustiva di ciò che è disponibile fin da subito ma resta utilizzato poco e male. Con questo strumento fondamentale sarà possibile ottimizzare lo sviluppo del territorio impedendone la distruzione pezzo per pezzo. Quanto alle parti contraddittorie della legge, ci chiediamo come si concilino obiettivi come il consumo 0 di territorio con proposte tipo lo sgravio di 2/3 al contributo di costruzione per i nuovi insediamenti commerciali all’ingrosso o artigianali. Logica vorrebbe che se si volessero davvero evitare nuove edificazioni selvagge non si dovrebbero incentivare queste pratiche, per cui ne chiediamo l’eliminazione dal testo”.
Infine Degasperi indica due altri principi chiave dietro alle proposte dei 5 Stelle: “Ovviamente ci piace il richiamo alla partecipazione dei cittadini alle scelte di pianificazione territoriale. Purtroppo però dobbiamo prendere nota di come a oggi si tratti di pie intenzioni. La legge prevede infatti la partecipazione dei cittadini a livello di Comunità di Valle, ma mancano sia l’autorità per la partecipazione, prevista per legge, sia i decreti attuativi, per cui si sta parlando solo di teoria, senza contare che la partecipazione della cittadinanza a livello di PRG è semplicemente non prevista. I nostri emendamenti mirano quindi a dare tempi certi all’istituzione di autorità e decreti attuativi. Infine dobbiamo prendere atto che la legge come proposta non prende atto degli indirizzi ormai affermatisi a livello nazionale che portano ad eliminare la presenza dei politici nelle commissioni tecniche nominate dagli stessi politici. Per noi la proposta ottimale sarebbe l’eliminazione dei rappresentanti politici dalle commissioni, ma saremmo al limite disposti ad accettare che si dia almeno uno spazio alle minoranze con funzioni di controllo e garanzia. Concludo ricordando che solo grazie al M5S la variante 14 del PRG di Arco è stata bocciata, e che questo a significato fermare 47 mila metri cubi di nuovo cemento che i politici locali erano pronti a far colare sul territorio. Se il principio del consumo 0 vale qualcosa allora ci aspettiamo che la variante 15 di Arco lo faccia proprio. Se invece si andrà ad una riproposizione pari pari degli stessi volumi edificabili precedenti sarà la prova di come consumo 0 sia solo uno slogan di marca renziana”.
Proprio da questo concetto parte l’analisi del deputato Riccardo Fraccaro:”Il nostro timore è che anche qui si riproponga lo schema visto all’opera con “la buona scuola”, un nome accattivante utilizzato per mascherare contenuti basati sulle peggiori pratiche possibili. Ecco, il senso dei nostri emendamenti è che non vorremmo passare dalla “buona scuola” alla “buona urbanistica”. Quello che vogliamo è passare da un epoca dove la legge urbanistica era lo strumento principale col quale la politica spargeva favori distruggendo il territorio per tornaconto elettorale ed economico ad un’altra dove questa legge rappresenti lo strumento principe per lo sviluppo sostenibile. Non vogliamo certo impedire la crescita economica ma al contrario incentivarla tramite pratiche virtuose e tutela ambientale, fondamentali in una realtà come quella trentina tanto caratterizzata dal turismo di qualità”.
Fraccaro conclude citando due esempi emblematici che permettono di capire come vadano davvero le cose in Trentino in materia urbanistica: “Pensiamo alla vicenda del parco agricolo dell’alto Garda, istituito per legge nel 2008 sulla scorta delle firme di ben 9 mila cittadini e rimasto poi privo di attuazione, ciò perché, stando a quanto dichiarato da un ex assessore della Comunità di Valle locale, l’assessore Dallapiccola non intenderebbe in alcun modo dare applicazione pratica alla legge provinciale connessa, per timore che una società civile informata e consapevole possa esprimere anche solo un parere non vincolante sulle scelte urbanistiche della Comunità. O andando alla stretta attualità, guardiamo a ciò che sta accadendo con la Valdastico nord, con tutti quei politici di PATT e PD che in campagna elettorale si sono fatti eleggere promettendo che mai e poi mai si sarebbe realizzata e che oggi si accingono a scambiarla con la concessione della A22. Ecco, a fronte di questi esempi, è facile comprendere come la battaglia del M5S sulla legge di riforma urbanistica è tanto semplice quanto titanica: far si che alle parole dei politici seguano fatti coerenti!”

Ufficio Stampa
M5S Trentino