Mantenimento e pulizia della Fossa Granda di Darzo – Int.3812/XV

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SCHEDA INTERROGAZIONE N. 3812/XV A RISPOSTA SCRITTA

Premesso che

Gli assetti fondiari collettivi (campi, fossi, pascoli, boschi, etc.) nella storia delle comunità locali trentine sono stati oggetto di una secolare e oculata gestione e di un livello di appropriazione dei censiti tali da garantire la continua manutenzione degli stessi. Gli usi civici, ovvero le regole per il godimento collettivo dei predetti beni collettivi, continuano a riguardare il sistema di cura del territorio, monitoraggio e sanzione nei confronti dei trasgressori.

Il mantenimento dei fossi in buono stato era uno degli obblighi assegnati ai censiti dagli statuti delle antiche comunità poiché rappresentavano elementi cardine per la sicurezza idrogeologica, lo spazio naturale e gli equilibri ecologici dell’ambiente rurale.

Nell’antica comunità di Darzo (ora frazione del Comune di Storo), la Fossa Granda ha sempre rappresentato uno degli elementi distintivi del patrimonio civico locale tanto da essere menzionata nell’Atto di terminazione del territorio siglato presso il Palazzo al Caffaro di Lodrone il 16 agosto 1534 : “[…] duos terminos saliceos positos inde ad fossam magnam, scilicet ad Pontem Paladæ […]” che è seguito all’atto di infeudazione del 1434 e al Satuto delli Homini di Darzo Contado di Lodrone del 5 maggio 1534 (fonte: L’Antica comunità di Darzo di Gianni Poletti e Franco Bianchini – Il Chiese editore, 2006).

Le prassi in uso nella comunità darzese per il mantenimento dei fossi sono state compiutamente inserite nello Statuto della Comunità di Darzo approvato il 29 agosto 1772 nel capitolo 17° Del scavar li fossi e fosse nella campagna: “Statuimo ed Ordiniamo che qualonque persona di Darzo o anco estera che avesse benni entro il territorio di Darzo sia tenuta ed obligada scavar e mantener scavati e curati li fossi da fanghi così ne luoghi proprii particolari come comunali che avesse in locatione o condotta, per qaunto sono adiacenti et confinano col loro respettivo fondo a detti fossi o fosse, acciò scorrendo l’aque resti sollevata la campagna dalle inondationi e purgata l’aria da quelle influenze che pur troppo sogliono invadere ed opprimere li corpi umani, e ricusando alcuno l’adempimento di questo Capitolo, cadi senza veruna remissione nella pena di troni cinque per qualunque volta che, ammonito sarà, non adempirà al suo dovere come sopra, la qual pena sarà applicata alla Comunità, ed oltre ciò possa la Comunità medesima fare scavar tal parte di fosso a danni e spese d’essa persona renitente, non più avvertito nè avvisato”.

Nei giorni scorsi si è appreso dalla stampa che la Fossa Granda di Darzo si trova in uno stato di degrado (“La Fossa Granda è abbandonata e abbandonata agli sterpi” di S.M. – Trentino, 9 novembre 2016 e “Darzo, acque nere nella Fossa Granda” di S.M. – Trentino, 14 ottobre 2016). Le cause che hanno portato a una simile situazione deriverebbero da una serie di azioni antropiche che si sono susseguite negli ultimi decenni: 1) il corso naturale delle acque del rio Carbonere che alimentava la Fossa Granda è stato deviato nel 1976 determinando il graduale prosciugamento della Fossa; 2) nella medesima Fossa Granda insistono degli scarichi di acque nere non trattate (vedere immagini in allegato all’atto) che sembrerebbero risultare da una progettazione e da una conseguente realizzazione degli allacciamenti alle condotte fognarie non conformi alle buone pratiche idrauliche. Dalle dichiarazioni di un amministratore locale sarebbero inoltre una sessantina i privati a dover sistemare i loro impianti; 3) dalle dichiarazioni dei censiti riportate sulla stampa si evincerebbe infine l’insufficienza delle azioni per il mantenimento e la pulizia degli argini della medesima Fossa Granda.

Il fenomeno di prosciugamento, lo scarico di reflui nel corpo idrico e la mancata manutenzione degli argini che si protraggono da anni, evidenzierebbero la mancanza di politiche pubbliche coordinate e di interventi finalizzati alla protezione delle acque, dell’ambiente rurale e della biodiversità e alla valorizzazione di acque quali spazi ricreativi.

In considerazione dei fatti e dei dati sopra esposti, si giunge alla conclusione della necessità di definire e promuovere interventi idraulici, regolamentari e di indirizzo per ristabilire l’equilibrio naturale della Fossa Granda di Darzo;

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere

  1. se intenda verificare la corrispondenza della progettazione, della costruzione e del corretto funzionamento delle condotte e del collettore fognario con gli standard minimi previsti dalla normativa e dalle migliori prassi gestionali;

  2. quali iniziative intenda adottare per garantire il deflusso minimo vitale, per favorire la rivitalizzazione e la valorizzazione ecologica della Fossa Granda nonchè la rinaturazione del corpo idrico e dello spazio circostante, quale patrimonio civico e ambientale della comunità darzese.

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle

n. 1 allegato

L’Adige, 26 novembre 2016